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Home » Esteri

Ecco come gli Usa
possono hackerare
il tuo telefono grazie a un accordo
con un’azienda israeliana

Immagine di copertina
CC BY 4.0

Lo spyware Graphite della società israeliana Paragon, con cui il dipartimento
della Homeland Security ha firmato un contratto da due milioni di dollari, può violare persino le app
di messaggistica criptata come Telegram e Signal

Gli Stati Uniti
possono hackerare
il tuo telefono grazie a un accordo
con un’azienda israeliana, leggendo anche i messaggi su Whatsapp, Telegram e Signal. A settembre infatti, il dipartimento
della Homeland Security di Washington ha firmato un contratto
da due milioni di dollari
con la società israeliana Paragon, produttrice
dello spyware Graphite,
capace di violare persino le app
di messaggistica criptata.

Questo software, secondo il New York Times, era già in uso dal 2022
presso la Drug Enforcement Administration (DEA),
che si occupa
del contrasto al traffico internazionale di stupefacenti. Ora però, secondo Wired, potrà avvalersene anche un’altra agenzia, l’Immigration & Customs Enforcement (ICE),
che gestisce la sicurezza al di qua del confine e a cui saranno presto affidate
le deportazioni di massa
degli immigrati irregolari
promesse da Donald Trump.

Fonti interne all’azienda
israeliana hanno rivelato al premio Pulitzer Ronan Farrow
e alla rivista New Yorker che Paragon ha assicurato
di poter impedire ad altri Paesi acquirenti
del suo spyware
di hackerare i cittadini
degli Stati Uniti.
Nessuna garanzia, ovvio,
per tutti gli altri. Ma toccherà comunque
alla nuova amministrazione americana
decidere se limitare
o ampliare il ricorso
a questa tecnologia.

Nel marzo 2023 infatti
il presidente Joe Biden firmò un ordine esecutivo
che vietava a qualsiasi agenzia
del governo statunitense
“l’uso operativo di spyware
che rappresentano una minaccia
per la sicurezza nazionale
o che siano stati utilizzati
da governi stranieri
per commettere
violazioni dei diritti umani”. Ma l’atto presidenziale prevede anche una deroga di un anno, rinnovabile,
“per circostanze straordinarie”

Obiettivo della direttiva
firmata dal presidente uscente
era il software Pegasus
dell’israeliana NSO, una società inserita
nella black list dagli Usa dopo lo scandalo dei diplomatici americani spiati in Uganda, un programma
usato, tra l’altro,
anche per favorire l’omicidio
del giornalista del Washington Post e dissidente saudita,
Jamal Kashoggi, di cui è accusata Riad.

A differenza della concorrente e connazionale
che, secondo ex dipendenti citati dal Guardian, ha avuto tra i suoi clienti, oltre all’Arabia Saudita,
anche Emirati Arabi Uniti,
India, Messico, Marocco e Ruanda,
Paragon vanta legami
ben più stretti con gli Usa

Fondata da Ehud Schneorson,
ex comandante dell’Unità 8200,
la sezione d’élite
dei servizi israeliani,
nel suo Consiglio d’amministrazione siede anche l’ex premier
dello Stato ebraico
Ehud Barak. Tra i suoi investitori però, secondo il Financial Times, figurano i fondi americani
Battery Ventures e Red Dot.

Nel 2019 inoltre Paragon assunse come consulente
la WestExec Advisors,
una società di Washington
costituita nel 2017 da alcuni ex funzionari dell’amministrazione Obama,
tra cui anche l’attuale direttrice della National Intelligence statunitense
Avril Haines
e il segretario di Stato
uscente Antony Blinken.

Proprio quest’ultimo, soltanto a febbraio, affermava in un comunicato stampa: “L’uso improprio di spyware minaccia la privacy e la libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione. Tali attacchi sono stati collegati, nei casi più eclatanti, a detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali”. “Gli Stati Uniti si schierano dalla parte dei diritti umani e delle libertà fondamentali e continueranno a perseguire gli individui coinvolti nell’uso improprio di spyware”, concludeva Blinken nella sua nota. Ma ora sarà Washington a poterlo fare.

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