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Home » Esteri

Siria, ultime notizie | Di Maio valuta lo stop alla vendita di armi alla Turchia anche per i contratti già in essere. Le truppe di Assad prendono Manbij

Immagine di copertina
Credits: Twitter/ Rojava defense units

Gli aggiornamenti in tempo reale sull'invasione turca nel Nord della Siria

Siria, ultime notizie sull’invasione della Turchia

Continua l’offensiva della Turchia nel nord della Siria contro la popolazione dei curdi. A una settimana dall’avvio dell’operazione militare voluta dal presidente Erdogan, lo scontro tra le forze turche e quelle siriane è arrivato oggi nei pressi della città di Manbij. Dopo una mattinata di combattimenti , le truppe fedeli al presidente siriano Assad – schierate al fianco dei curdi – hanno preso il controllo dell’area.

Sul fronte politico, intanto, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato il decreto per attivare le sanzioni ad Ankara: il vicepresidente americano Mike Pence volerà nei prossimi giorni in Turchia per cercare di avviare trattative di pace. La Russia, da parte sua, dopo aver mediato all’accordo tra Assad e i curdi, fa sapere di voler “elaborare soluzioni” che possano evitare uno scontro diretto tra le forze turche e siriane.

In Italia, invece, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è intervenuto oggi alla Camera per illustrare la posizione dell’Italia rispetto al conflitto. Di Maio ha annunciato che il Governo sta valutando lo stop alla vendita di armi alla Turchia anche per “i contratti in essere”. Durante il dibattito molti parlamentari hanno chiesto anche il ritiro del contingente Nato presente in Turchia per difendere Ankara dagli attacchi della Siria.

Dall’inizio dell’offensiva turca il bilancio è già di 150 vittime, di cui 52 civili. L’offensiva militare turca in corso nel nord-est della Siria ha provocato finora oltre 275.000 sfollati.  L’Oms ha lanciato l’allarme per gli attacchi agli ospedali e segnala come ci siano un milione e mezzo di persone che avrebbero bisogno di cure mediche. TPI ha sul campo l’inviata speciale Benedetta Argentieri che da lì documenta tutto quello che sta accadendo nel Rojava a danno dei curdi, violentemente attaccati da Erdogan.

Qui le ultime notizie, il bollettino, di martedì 15 ottobre 2019:

ore 20,56 – Turchia, avanti con o senza il sostegno del mondo. La Turchia proseguirà la sua operazione militare nel nord della Siria “con o senza il sostegno del mondo”. Lo scrive stasera in una nota il capo della comunicazione della Presidenza di Ankara, Fahrettin Altun. “Continueremo a combattere tutti i gruppi terroristici, compreso Daesh (Isis), che il mondo accetti o meno di sostenerci”, aggiunge Altun, che accusa inoltre i curdi di aver concluso uno “sporco” accordo con il regime di Bashar al Assad per contrastare l’offensiva turca.

ore 19,15 – Siria, vicepresidente Usa in viaggio verso la Turchia. Il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence dovrebbe partire per la Turchia nelle prossime 24 ore. Lo affermano alcune fonti dell’amministrazione Trump, spiegando come l’obiettivo principale è uno sforzo diplomatico col governo guidato dal presidente Recep Tayip Erdogan per arrivare a un cessate il fuoco in Siria. Nella delegazione Usa ci saranno anche il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Robert O’Brien e l’inviato americano in Siria James Jeffrey.

ore 18,30 – Msf evacua personale internazionale da nordest. Medici senza frontiere (Msf) ha deciso di evacuare il personale internazionale dal nordest della Siria e la sospensione della maggior parte delle sue attività di assistenza nella regione. Le partenze sono iniziate dal 9 ottobre, informa una nota. “Si tratta di una decisione estremamente difficile perché siamo consapevoli dei bisogni delle persone in fuga nella regione”.

ore 18,20 – Cinque Paesi Ue chiedono riunione Consiglio Sicurezza Onu. Belgio, Francia, Gran Bretagna, Germania e Polonia hanno chiesto una nuova riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sull’operazione militare della Turchia nel nord della Siria. Lo fanno sapere fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro. L’incontro dovrebbe tenersi a porte chiuse domani, ed e’ il secondo chiesto dai membri Ue in cinque giorni.

ore 18,15 – Francia: “Inevitabile la rinascita dello stato islamico”. “La rinascita dello Stato Islamico è inevitabile”. È la dura conclusione a cui è giunto il premier francese, Edouard Phillipe, parlando all’Assemblea nazionale delle conseguenze dell’offensiva turca nel nord della Siria. E punta il dito anche contro il ritiro degli Stati Uniti dalla Siria nord-orientale.

ore 16,40 – Berlino: “Sanzioni alla Turchia non sono in agenda Ue”. Per il momento “il tema delle sanzioni alla Turchia non è in agenda” del prossimo Consiglio europeo di giovedì. Lo rivela una fonte ben informata del governo di Berlino. Si “parlerà dell’invasione della Turchia”, prosegue la fonte, ma non di sanzioni. Tuttavia, data la fluidità della situazione nella regione e i cambiamenti giorno per giorno, non è nemmeno possibile escludere del tutto questa misura, si precisa da Berlino.

ore 15,30 –  Cina: “La Turchia fermi le operazioni militari in Siria”. La Cina ha chiesto che la Turchia fermi le operazioni militari nel nordest della Siria e torni “sulla strada giusta” perseguendo soluzioni politiche. Lo ha dichiarato oggi un portavoce del ministero degli Esteri, ammonendo che l’integrità territoriale della Siria “deve essere rispettata”. “La Cina si oppone sempre all’uso della forza nelle relazioni internazionali e sostiene che tutti i partiti debbano rispettare sinceramente le finalità e i principi dello Statuto delle Nazioni Unite”.

ore 15,10 – Gli Usa via da Manbij. Le forze della Coalizione anti-Isis a guida Usa hanno confermato il loro ritiro dalla zona contesa di Manbij, nel nord della Siria, dove ora sono in pieno controllo le forze governative siriane e la polizia militare russa. Lo riferiscono media panarabi secondo cui in questo modo è stata di fatto arrestata sul nascere l’offensiva delle milizie arabo-siriane filo-turche contro Manbij e la zona a ovest dell’Eufrate.

ore 13,50 – Siria: curdi, 275.000 sfollati nel nord-est – L’offensiva militare turca in corso nel nord-est della Siria ha provocato finora oltre 275.000 sfollati. Lo ha annunciato oggi l’Amministrazione autonoma del Rojava. Molti sfollati dormono per le strade o nelle scuole a causa della mancanza di assistenza umanitaria visto che la maggior parte delle organizzazioni internazionali ha interrotto le proprie attività in questa regione.

ore 13,45 – Mosca, colloqui tra curdi e Damasco presso la nostra base – Rappresentanti di Damasco e dei curdi hanno tenuto colloqui presso la base aerea russa a Hmeimim. Lo ha riferito l’inviato presidenziale russo per la Siria Alexander Lavrentyev. “Si sono tenuti colloqui a Hmeimim tra i curdi e il governo centrale ma non conosciamo i risultati particolari di questi colloqui. Ma comunque i colloqui hanno avuto luogo”, ha dichiarato.

ore 13,30 – Mosca: le forze siriane hanno preso il controllo di Manbij – Le forze siriane “hanno preso il pieno controllo di Manbij e delle località nelle vicinanze”. Lo ha detto il Ministero della Difesa russo, sottolineando che “la polizia militare russa continua a pattugliare i limiti nord-occidentali dell’area di Manbij lungo la linea di contatto tra gli eserciti della Repubblica araba siriana e la Turchia”.

ore 13,25 – Mosca: non permetteremo scontro militare Siria-Turchia – “Uno scontro militare tra Turchia e Siria non è nell’interesse di nessuno”, ha detto da Abu Dhabi l’inviato speciale russo per la Siria, Alexander Lavrentyev. “Penso che lo scontro militare fra Turchia e Siria non solo non sia di interesse per nessuno ma che sia semplicemente inaccettabile. Questo è il motivo per cui non lasceremo che ciò accada, ovviamente”, ha aggiunto.

ore 13,15 – Il Regno Unito sospende l’export di armi solo per le nuove forniture: Il Regno Unito annuncia la sospensione di nuove forniture di armi alla Turchia, mentre resta cauta sull’export ancora in corso o da consegnare. Il ministro degli Esteri, Dominic Raab, ha dichiarato che saranno bloccate le forniture di “equipaggiamenti che possano essere usate in operazioni militari in Siria” (qui l’articolo completo).

ore 12,55 – Erdogan: “Rimanderemo in Siria due milioni di rifugiati” – Il presidente Erdogan annuncia il suo piano per i rifugiati una volta sconfitte le milizie curde: “In una prima fase riporteremo a casa un milione di rifugiati siriani, in una seconda tappa 2 milioni di rifugiati”, dichiara (qui l’articolo completo).

ore 12,35 – Assalto a Manbij, ucciso un soldato turco – Almeno un soldato turco è rimasto ucciso e altri 8 risultano feriti in scontri con le milizie curde nell’area di Manbij, la località strategica nel nord della Siria a ovest del fiume Eufrate contro cui Ankara ha avviato ieri sera un assalto. Lo riferisce la Difesa turca.

ore 12,30 – Turchia, 2 civili uccisi da colpi di mortaio curdi – È di almeno 2 civili uccisi e altri 12 feriti il bilancio di un attacco a colpi di mortaio compiuto in territorio turco dai combattenti curdi impegnati a contrastare l’offensiva di Ankara nel nord-est della Siria. Lo riferiscono le autorità locali, dopo che inizialmente i media avevano parlato di “numerosi feriti” a seguito degli spari nella zona di Kiziltepe, nella provincia frontaliera di Mardin. Salgono così ad almeno 20 le vittime civili in territorio turco dall’inizio dell’operazione militare.

ore 11,55 – Siria: curdi, bloccati aiuti umanitari nel nord-est – L’aiuto umanitario nel nord-est siriano si è praticamente fermato a causa della partenza di gran parte dello staff straniero e dell’interruzione delle attività delle organizzazioni internazionali. E’ la denuncia della Mezzaluna Rossa curdo-siriana, che si definisce come l’unica organizzazione umanitaria che fornisce aiuto diretto per far fronte all’emergenza (qui il pezzo completo).

ore 11,50 – Conte: “Voglio sentire Erdogan” – Voglio sentire anche io il presidente Erdogan. Non si tratta solo di fermare le forniture militari, tutte le iniziative vanno messe in campo. L’esercito turco deve tornare indietro”, annuncia il premier Giuseppe Conte a margine di un suo intervento al Cnr aggiunge

ore 11,25 – Erdogan: “Conquistati 1.000 km quadrati” – Abbiamo salvato dall’occupazione dei terroristi mille chilometri quadrati di territorio nel nord-est della Siria” ha dichiarato il presidente turco Erdogan. “Presto metteremo in sicurezza l’intero confine turco-siriano da Manbij al confine con l’Iraq”, ha aggiunto, confermando così l’intenzione di estendere l’offensiva anche ai centri strategici ancora sotto il controllo delle milizie curde, come Kobane e la “capitale” del Rojava, Qamishli. “Ci assicureremo che i rifugiati tornino a casa”, ha poi rassicurato parlando da Baku, dove si trova per un vertice regionale.

ore 10,30 – Onu: “160mila sfollati” – le Nazioni Unite hanno dichiarato che sono 160mila gli sfollati siriani causati dall’offensiva turca nel nord-est della Siria dopo 7 giorni di attacchi. La maggior parte dei civili hanno cercato rifugio nelle principali città del nord-est siriano: Qamishli, Hasake, Raqqa.

ore 10,20 – Boldrini (Leu): “Ritiriamo il contingente dei soldati in Turchia” – La deputata di Liberi e Uguali Laura Boldrini ha chiesto conto al ministro degli Esteri Di Maio della presenza del contingente Nato in Turchia all’interno dell’operazione Active Fence e ne ha richiesto il ritiro.

ore 10,10 – Di Maio: “Valutiamo uno stop delle armi anche per i contratti in essere” – Il ministro degli Esteri Di Maio ha dichiarato che l’Italia sta valutando lo stop all’export di armi anche per i contratti già in essere. Non ha invece ancora risposto sulla problematicità del contingente Nato italiano presente in Turchia con una batteria di missili per difendere Ankara dagli attacchi della Siria (qui l’articolo completo).

ore 9,10 – Ankara: “Neutralizzati quasi 600 terroristi curdi” – La Difesa turca afferma che è salito da 560 a 595 il numero dei “terroristi neutralizzati” (cioè uccisi, feriti o catturati) dall’inizio dell’operazione militare della Turchia nel nord-est della Siria. Il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva precisato ieri che almeno 500 di questi combattenti sono stati uccisi.

ore 9,00 – Siria: Mosca, speriamo di evitare scontro Ankara-Damasco – La Russia spera che non ci sarà uno scontro diretto tra le forze turche e siriane poiché sono in corso contatti per elaborare soluzioni. “Sono in corso contatti con l’obiettivo di elaborare alcune soluzioni in linea con le norme e i principi del diritto internazionale in conformità con gli interessi legali di tutte le parti coinvolte in questo processo”, ha detto il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov.

ore 00,45 – Siria: Trump firma decreto per sanzioni – Il presidente americano Donald Trump ha firmato il decreto con cui dà il via libera alle sanzioni Usa alla Turchia. Sanzioni che puntano a funzionari ed ex del governo. Lo afferma il Dipartimento di Stato americano, sottolineando che le sanzioni sono scattate per tre alti funzionari turchi, il ministero dell’Energia e quello della Difesa.

Che cosa è successo ieri

Ieri 14 ottobre è iniziata l’offensiva dell’esercito turco e delle milizie arabe su Manbij, a ovest dell’Eufrate e il prossimo passo dell’avanzata dovrebbe essere Kobane, da cui intanto le forze Usa si sono ritirate. Il consiglio Affari Esteri Ue in Lussemburgo ha condannato all’unanimità l’attacco della Turchia in Siria, rimettendo nelle mani dei singoli governi nazionali la decisione sull’export delle armi. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato la decisione di fermare tutti i nuovi contratti di vendita ma resta la preoccupazione delle Organizzazioni per il disarmo sulle le forniture ancora in corso.

Dall’inizio dell’offensiva turca il bilancio è già di 150 vittime, di cui 52 civili. Oltre 200mila persone in fuga. L’Oms ha lanciato l’allarme per gli attacchi agli ospedali e il bisogno di cure per 1 milione e mezzo di persone.

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