Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 10:21
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Turchia, Erdogan contro tutti: reprime giornalisti e attacca l’Ue, l’accordo sui migranti in bilico

Immagine di copertina

Il presidente turco a Bruxelles: “Noi andiamo per la nostra strada, voi per la vostra”. E non cambierà le leggi anti-terrorismo. Intanto il premier annuncia le dimissioni

Due giornalisti turchi sono stati condannati a pene detentive per aver diffuso pubblicamente segreti di stato. Il caso, aspramente criticato dagli osservatori internazionali, riguarda Erdem Gul e Can Dundar, condannati rispettivamente a cinque e cinque anni e dieci mesi di reclusione.

Si tratta di due giornalisti del quotidiano d’opposizione Cumhuriyet accusati originariamente di spionaggio, reato punibile con l’ergastolo, che avevano pubblicato un servizio sui presunti traffici di armi e munizioni consegnati dai servizi d’intelligence turchi a ribelli islamisti impegnati in Siria nella lotta contro il presidente Bashar al-Assad.

Poco prima che il verdetto venisse pronunciato, Dundar, il direttore del giornale, è stato aggredito da un uomo armato di pistola che lo ha accusato di aver “tradito”. 

In molti ritengono che il processo sia in realtà un modo per limitare la libertà di stampa e mettere a tacere il dissenso.

Nel frattempo il presidente turco Recep Tayyep Erdogan ha fatto sapere all’Unione Europea che non cambierà le leggi anti-terrorismo in vigore in Turchia in cambio della liberalizzazione dei visti, parte dell’accordo sui migranti fra Bruxelles e Ankara.

L’accordo sui migranti fra Ue e Turchia è stato fortemente criticato perché, di fatto, non risolverebbe il problema e lascia i migranti in un limbo infinito senza via d’uscita.

Il piano – entrato in vigore a marzo 2016 – era stato negoziato in gran parte dal primo ministro Ahmet Davutoglu che però, proprio per le profonde spaccature che lo dividono dal presidente Erdogan, ha annunciato che lascerà la guida dell’Akp e quindi del governo il prossimo 22 maggio.

“Noi andremo per la nostra strada e voi per la vostra”, ha dichiarato Erdogan rivolgendosi all’Ue. Sebbene questo tipo di retorica dura e intransigente abbia una certa risonanza nel bacino elettorale dell’Akp, le parole del capo di stato turco sono fonte di grande preoccupazione per i leader europei, che temono la fine dell’accordo sui migranti.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Ti potrebbe interessare
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale