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L’ultima giravolta di Trump: “Basta armi all’Ucraina. Anzi no”. Cosa c’è dietro il cambio di rotta

Immagine di copertina
Credit: AGF

Solo una settimana fa il presidente Usa aveva annunciato lo stop delle forniture militari a Kiev, ora annuncia: "Invieremo altre armi". Il tycoon in pressing sulla Germania

Come non detto. Gli Stati Uniti continueranno a inviare aiuti militari all’Ucraina. Parola del presidente Donald Trump, che solo una settimana fa aveva dato ordine di sospendere le forniture a Kiev. “Invieremo altre armi”, ha annunciato il leader Usa durante il vertice alla Casa Bianca con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Dobbiamo… devono essere in grado di difendersi. Stanno subendo un duro colpo”, ha sottolineato Trump riferendosi agli ucraini.

Un portavoce del Pentagono ha poi affermato che “su indicazione del presidente Trump, il Dipartimento della Difesa sta inviando ulteriori armi difensive all’Ucraina per garantire che gli ucraini possano difendersi mentre lavoriamo per garantire una pace duratura e assicurare la cessazione delle uccisioni”.

Eppure, esattamente sette giorni fa, mercoledì 2 luglio, l’Amministrazione Trump aveva comunicato – a sorpresa – la decisione di sospendere la consegna a Kiev di alcuni missili di difesa aerea, nonché di sistemi di artiglieria di precisione e di altre armi. Nello specifico: missili Patriot, Gmlrs a guida di precisione, missili Hellfire, proiettili e armi Howitzer. Secondo quanto trapelato, sul fronte americano monterebbe una certa preoccupazione per i livelli delle scorte, che sarebbero in “eccessiva diminuzione”.

Il dietrofront di Trump è arrivato in seguito alla telefonata avuta, lo scorso venerdì 4 luglio, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In seguito, il leader di Kiev ha commentato il colloquio come “la migliore conversazione che abbiamo avuto in tutto questo tempo, la più produttiva”.

L’Ucraina ha urgente bisogno, in particolare, dei missili intercettori Patriot, di fabbricazione statunitense e necessari per abbattere i missili balistici russi. Soprattutto dopo che i recenti attacchi con droni dalla Russia hanno messo a nudo le potenziali carenze nella difesa aerea di Kiev. E infatti ora Washington ha promesso di inviare dieci Patriot.

Secondo il giornale americano Axios, il repentino cambio di rotta di Trump, con la decisione di continuare a inviare armi difensive all’Ucraina, è arrivata “dopo giorni di consultazioni con i suoi collaboratori e altri leader mondiali sulla reale provenienza di tali armi”. Il presidente Usa sta facendo pressione in particolare sulla Germania affinché invii la propria batteria di missili Patriot a Kiev. La Casa Bianca “vorrebbe che anche gli europei inviassero più denaro e materiali propri”, scrive Axios.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha già comunicato a Trump la disponibilità di Berlino ad acquistare Patriot dagli Usa per poi inviarli all’Ucraina. Ma il leader Usa spinge affinché la Germania fornisca a Kiev anche i missili anti-aerei che sono già in suo possesso.

Intanto, domani e dopodomani a Roma è in programma la Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina: nella capitale italiana è atteso anche Zelensky, che avrà così l’occasione per vedere faccia a faccia l’inviato di Trump, Keith Kellogg.

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