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Svizzera, vincono i sì al referendum sui matrimoni gay: favorevoli quasi due terzi degli elettori

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Credit: EPA/SALVATORE DI NOLFI

Svizzera, vincono i sì al referendum sui matrimoni gay: favorevoli quasi due terzi degli elettori

La Svizzera ha approvato il referendum sui matrimoni omosessuali, diventando uno degli ultimi paesi dell’Europa occidentale a legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Il “matrimonio per tutti” ha ottenuto la maggioranza dei sì in tutti i cantoni, anche quelli tradizionalmente considerati più conservatori. La proposta, approvata dal 64,1% degli elettori, rende anche possibile l’adozione di bambini per le coppie omosessuali.

Con le nuove norme, le coppie che avevano optato per l’unione civile registrata potranno convertirla in matrimonio e le coppie lesbiche sposate potranno avere figli attraverso la donazione di sperma, una possibilità attualmente riservata alle sole coppie eterosessuali sposate. Inoltre, sarà semplificata la procedura per far ottenere la cittadinanza ai coniugi stranieri di una persona svizzera.

La Svizzera si unisce così alla lista di paesi europei che consentono il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Dopo i Paesi Bassi, che hanno introdotto i matrimoni gay nel 2001, gli altri paesi europei in cui sono stati legalizzati sono: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svezia. Tra questi non figura l’Italia, che per le coppie dello stesso sesso prevede solo unioni civili.

Le modifiche al codice civile svizzero entreranno probabilmente in vigore il 1° luglio del 2022, secondo quanto dichiarato alla stampa dalla ministra della Giustizia svizzero Karin Keller-Sutter.

Amnesty International ha affermato in un comunicato che l’introduzione del matrimonio per le coppie dello stesso sesso rappresenta una “pietra miliare per l’uguaglianza”.

In un referendum separato, ieri un’altra maggioranza di quasi due terzi degli elettori svizzeri (64,9%) ha respinto la proposta di aumentare le imposte sui redditi da capitale dell’1,5% rispetto alla normale imposta sui redditi.

A San Marino invece il 77% degli elettori ha approvato la depenalizzazione dell’aborto. In base al codice penale della piccola repubblica del monte Titano, le donne che scelgono di abortire sono punite con pene da tre a sei anni, così come ogni persona che le aiuta e che procura l’aborto.

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