Svezia, la rivista Nature smaschera la politica anti-Covid: “Anziani lasciati morire”
Nature inchioda il modello svedese sul Covid: “Anziani lasciati morire”
In un articolo pubblicato lo scorso 22 marzo, la rivista Nature ha dichiarato che nonostante la Svezia sia ben equipaggiata nel campo della medicina preventiva, si sia fatta sfuggire di mano la situazione durante la pandemia di Covid-19. La popolazione locale è alfabetizzata e hanno un livello di fiducia alto nelle autorità, ma nel 2020 il tasso di decessi relativi all’infezione sono stati 10 volte superiori a quelli della vicina Norvegia. Perché? Secondo gli autori della ricerca non è stata seguita una metodologia scientifica adeguata dalle autorità in carica – o i politici di turno – ritenendo valide delle teorie alternative che hanno portato ad attuare decisioni politiche arbitrarie.
“La strategia pandemica della Svezia sembrava orientata verso un’immunità di gregge ‘naturale,’” scrive Nature, “evitando così il lockdown totale.” L’Agenzia di salute pubblica avrebbe inoltre catalogato i suggerimenti degli scienziati svedesi e delle autorità internazionali come “posizioni estreme,” con il risultato che i media e gli organi politici locali hanno finito per adottare una propria peculiare politica. “La popolazione svedese è stata tenuta all’oscuro di fatti basilari come la trasmissione aerea del Sars-CoV-2, che gli individui asintomatici possono essere contagiosi e il fatto che le maschere proteggono sia chi le porta che gli altri,” ha aggiunto.
Gli autori hanno anche accusato le autorità svedesi di non aver applicato le normative vigenti e che le raccomandazioni si affidavano più alla responsabilità personale degli individui che all’applicazione di sanzioni nei casi di trasgressione. L’accusa più pesante però, riguarda il fatto che alcuni medici hanno somministrato morfina invece dell’ossigeno ai pazienti più anziani, nonostante ci fossero scorte disponibili, mettendo così effettivamente fine alle loro vite. Nature conclude che se la Svezia vorrà far di meglio in futuro, dovrà applicare il metodo scientifico quantomeno all’interno della sua Agenzia di salute pubblica. Farebbe un’enorme differenza anche se venisse ricreato un Istituto per il controllo delle malattie infettive indipendente dalle agenzie governative, dopo che nel 2014 i due istituti sono stati fusi in un unico ente. “La Svezia dovrebbe avviare un processo di autocritica sulla propria cultura politica e l’assenza di ricaduta di responsabilità tra i decision makers, in modo da evitare altri fallimenti in futuro,” chiosa l’articolo, “come avvenuto con il Covid-19.”