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Esclusivo TPI – Ecco le mail inedite di Big Pharma per insabbiare lo studio Ue sgradito alla lobby

Immagine di copertina
Credit: Pixabay

Rappresentanti delle lobby del farmaco hanno scritto a due europarlamentari e a un funzionario Ue per criticare una ricerca che va contro gli interessi dell'industria del settore. Tre giorni dopo la pubblicazione online sul sito del Parlamento europeo, il documento è stato misteriosamente rimosso. Dopo l’inchiesta che TPI ha pubblicato due settimane fa, in cui si parlava di presunte pressioni da parte di Big Pharma, il nostro giornale ha avuto accesso a due e-mail che dimostrano l’intervento diretto nella vicenda da parte di un responsabile della Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche (Efpia) e di un dirigente della multinazionale Merck. E intanto il capo tecnico del Comitato europarlamentare coinvolto ha ammesso pubblicamente di aver ricevuto messaggi dalle lobby

Due lobby dell’industria farmaceutica si sono attivate direttamente per contrastare la pubblicazione sul sito web del Parlamento europeo di uno studio sull’accesso ai farmaci a esse sgradito. E, almeno inizialmente, sono riuscite nel loro intento.

Lo studio, commissionato dal Comitato europarlamentare Stoa, che promuove approfondimenti in ambito scientifico e tecnologico, è stato caricato online il 27 ottobre e poi misteriosamente eliminato dal sito tre giorni dopo, il 30 ottobre. La rimozione ha scatenato le proteste di alcuni eurodeputati membri dello Stoa, finché ieri, giovedì 23 novembre, il panel del Comitato ha stabilito che il documento deve essere ripristinato online.

La versione ufficiale del Parlamento europeo è che il documento era stato pubblicato per errore, in quanto necessitava di alcuni chiarimenti integrativi. Diverse circostanze, tuttavia, hanno fin da subito gettato una luce sinistra su Big Pharma. E gli ultimi sviluppi confermano in parte quei sospetti.

Dopo l’inchiesta che TPI ha pubblicato due settimane fa, in cui si parlava di presunte pressioni da parte di lobby del settore, il nostro giornale ha avuto accesso a due e-mail che dimostrano l’intervento diretto nella vicenda da parte di un responsabile della Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche (Efpia) e di un dirigente della multinazionale Merck, entrambi attivatisi verso il Parlamento Ue per mettere in evidenza presunte criticità all’interno dello studio.

Le e-mail sono state inviate tra il 25 e il 26 ottobre e destinate al presidente dello Stoa, l’eurodeputato tedesco Christian Ehler del Ppe, e all’eurodeputata danese Pernille Weiss, anche lei del Ppe. Tra i destinatari messi in copia nei messaggi c’era anche il capo del Segretariato generale dello Stoa, Marcu Scheuren, il quale ieri, davanti al panel del Comitato, ha confermato di aver ricevuto quelle e-mail. “Non so perché eravamo in copia”, ha dichiarato.

Nelle scorse settimane TPI aveva chiesto al Segretariato se avesse ricevuto e-mail sullo studio contestato da parte di rappresentanti dell’industria farmaceutica. E la risposta, affidata all’ufficio stampa del Parlamento europeo, non smentiva l’accaduto: “Non è insolito che il Segretariato dello Stoa riceva e-mail non richieste da vari tipi di parti interessate”, avevano precisato da Bruxelles. Ma “il Segretariato prende nota di tali messaggi di posta elettronica, senza necessariamente darvi seguito”.

Ora, a due settimane di distanza, quei messaggi sono provati. Nella e-mail del rappresentante dell’Efpia si legge: “Si prega di consultare in allegato un documento contenente un elenco di incongruenze e ipotesi errate presenti nello studio che vorremmo portare alla vostra attenzione”.

Il collega di Merck, da parte sua, scrive: “A seguito della nostra conversazione della settimana scorsa dopo l’incontro Stoa, di seguito troverete alcuni brevi commenti sullo studio”. Segue, appunto, un lungo elenco di osservazioni critiche rispetto alla ricerca.

Il documento in questione, dal titolo “Migliorare l’accesso ai farmaci e promuovere l’innovazione farmaceutica”, è firmato da tre accademici italiani: Simona Gamba, ricercatrice di Scienze delle finanze all’Università di Milano; Laura Magazzini, professoressa associata di Econometria alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; e Paolo Pertile, professore ordinario di Scienza delle finanze all’Università di Verona.

Sono diversi i passaggi dello studio potenzialmente indigesti per Big Pharma. Ad esempio, si evidenzia “il parziale disallineamento tra le priorità di ricerca e sviluppo dell’industria e gli obiettivi di salute pubblica”. E si sottolinea che “le esclusive di mercato (compresi i brevetti) possono avere un impatto negativo sull’accesso dei pazienti, a causa dei prezzi (a volte eccessivamente) elevati o della disponibilità limitata”.

La ricerca è stata presentata davanti ai membri dello Stoa il 19 ottobre. Il 27 il documento è stato pubblicato sulla pagina web del Comitato, ma – come detto – appena tre giorni dopo, il 30 ottobre, è stato rimosso senza alcuna comunicazione né motivazione apparente.

La vicenda assume contorni ancor più inquietanti se si considera che al Parlamento europeo si sta discutendo una delicata riforma della legislazione comunitaria sul settore farmaceutico: i deputati dovranno presentare una relazione ufficiale entro aprile 2024 e ricerche come questa dovranno essere necessariamente tenute in considerazione.

Relatrice del rapporto sulla riforma della legislazione farmaceutica è propria l’eurodeputata Weiss co-destinataria delle osservazioni delle lobby del farmaco.

Nelle scorse settimane il giornale online Politico.eu aveva rivelato che il 27 ottobre, poche ore dopo la pubblicazione online della ricerca, la deputata Weiss aveva inviato una e-mail a tutti i suoi colleghi del Comitato: un messaggio – di cui TPI è in grado di rivelare il testo – in cui si chiedeva “di rinviare la pubblicazione dello studio e di mantenere aperta la possibilità, ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 4, delle norme Stoa, di effettuare una revisione o una valutazione esterna, finché gli autori non avranno avuto la possibilità di rispondere alle mie domande”.

Ed è proprio a queste domande che fa riferimento la spiegazioni ufficiale data dall’ufficio stampa del Parlamento europeo all’intera vicenda. “La pubblicazione è stata erroneamente pubblicata prima della finalizzazione e dell’aggiunta di chiarimenti metodologici”, spiegano da Bruxelles.

Nel frattempo le risposte a quelle domande sono arrivate. “Ringraziamo il Segretariato dello Stoa per aver condiviso con noi anche alcuni commenti di Efpia”, scrivono – quasi sarcasticamente – Gamba, Magazzini e Pertile. “Tuttavia, come menzionato dal Segretariato dello Stoa, non eravamo tenuti ad affrontarli. Dal riferimento a pagine specifiche della relazione fatto nelle domande si deduce che esse erano fondate sulla bozza e non sulla versione finale della relazione a disposizione dello Stoa al momento in cui e domande sono state formulate”. Ciò significa evidentemente che qualcuno ha fatto avere alle lobby farmaceutiche il testo dello studio in anticipo.

Tra gli eurodeputati che nelle scorse settimane si sono più spesi per pretendere chiarimenti sull’intera vicenda c’è l’italiana Rosa D’Amato del Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea. “Le Big Pharma – sottolinea D’Amato a TPI – hanno provato a stoppare uno studio imparziale competente richiesto dal Palamento europeo, hanno cercato di influenzare le decisioni dello Stoa Panel tramite alcuni parlamentari del Ppr e alcuni funzionari accondiscendenti. Ma alla fine sono state sconfitte”.

“C’è la possibilità – prosegue l’eurodeputata – di cambiare questa Europa e di supportare la ricerca pubblica. Questo studio è innovativo e dà le soluzioni affinché l’accesso ai farmaci sia effettivamente possibile a tutti e affinché l’innovazione nell’ambito dei farmaci possa essere pubblica e indirizzata laddove veramente serve per ilbene comune, anziché per il profitto delle Big Pharma”.

Anche gli europarlamentari del Pd Brando Benifei (capogruppo) e Patrizia Toia si sono interessati attivamente a questa vicenda. In una lettera inviata nei giorni scorsi al presidente dello Stoa Ehler, i due eurodeputati chiedevano “un chiarimento sull’eliminazione dello studio dalla pagina web” e che il Comitato si impegnasse a ripubblicare online il documento. Cosa che poi è effettivamente avvenuta.

In Italia il caso è stato seguito molto da vicino dal Forum Disuguaglianze e Diversità, co-coordinato dall’ex ministro Fabrizio Barca. In una nota, il Forum esprime “esprime soddisfazione per la decisione presa dal Panel Stoa di pubblicare finalmente in modo ufficiale lo studio. Il Panel Stoa del Parlamento europeo ha così respinto il tentativo di ostacolare la pubblicazione di uno studio rigoroso, favorevole a una forte iniziativa pubblica in ambito farmaceutico, commissionato dal Parlamento stesso nell’ambito del dibattito sulla revisione del settore”.

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