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Gli Stati Uniti hanno ammesso di aver ucciso 105 civili a Mosul in un raid a marzo

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In un altro incidente 35 civili sono stati uccisi giovedì 25 maggio in un attacco aereo della coalizione a guida statunitense nella città siriana di Mayadeen

Gli Stati Uniti hanno ammesso che almeno 105 civili iracheni sono stati uccisi in seguito a un attacco aereo eseguito a marzo nella città di Mosul.

Il Commando centrale statunitense (CentCom) ha detto che l’obiettivo dell’attacco erano due cecchini del sedicente Stato Islamico. Tuttavia, il raid ha colpito un esplosivo piazzato dai militanti nell’edificio che è quindi detonato. I civili rifugiati nei piani più bassi sono stati uccisi quando il palazzo è collassato.

Il CentCom ha inoltre fatto sapere che nel bilancio delle vittime dell’attacco di marzo sono inclusi quattro civili uccisi in un’altra struttura.

I civili si erano rifugiati nei piani bassi del palazzo esploso dopo essere stati cacciati dalle loro case dai militanti dell’Isis. Gli organizzatori del raid hanno spiegato che non avrebbero “potuto prevedere la presenza dei civili nella struttura”. Gli ufficiali statunitensi hanno sottolineato che la bomba era stata scelta per “ridurre al minimo i danni collaterali”, ma l’esplosivo nascosto dai miliziani era almeno quattro volte più forte dell’arma usata dalla coalizione.

Inizialmente alcuni report dei media avevano parlato di circa 200 vittime in seguito all’attacco statunitense. 

In un altro incidente 35 civili sono stati uccisi giovedì 25 maggio in un attacco aereo della coalizione a guida statunitense in una città a est della Siria.

Il raid ha colpito la città controllata dall’Isis di Mayadeen nella provincia di Deir Ezzor, secondo quanto riportato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Tra le persone uccise ci sono anche i familiari dei combattenti dello Stato Islamico, tra cui anche bambini.

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