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Home » Esteri

La sposa bambina che rischia l’esecuzione in Iran

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Zeinab Sekaanvand è stata condannata a morte nel 2014 per l'omicidio del marito, avvenuto quando lei aveva 17 anni

L’esecuzione di Zeinab Sekaanvand Lokran, la ragazza curdo-iraniana di 22 anni condannata a morte per l’omicidio del marito in Iran, potrebbe avvenire a giorni. L’allarme è stato dato dagli attivisti di Amnesty International, i quali sostengono che la pena capitale potrebbe essere eseguita giovedì 13 ottobre.

La ragazza aveva 17 anni al momento della morte del marito. Si erano sposati quando lei ne aveva 15. Dopo essere stata arrestata, Zeinab avrebbe confessato l’omicidio, dichiarando che l’uomo l’avrebbe sottoposta da mesi ad abusi fisici e verbali e avrebbe rifiutato la sua richiesta di divorzio. Lei aveva più volte denunciato il marito, ma nessuna indagine era stata aperta a suo carico.

Zeinab ha riferito di essere stata trattenuta nella stazione di polizia per 20 giorni dopo l’arresto e di essere stata ripetutamente torturata dagli agenti. In seguito, quando si trovava in carcere, ha ritrattato la sua confessione, accusando dell’omicidio il fratello di suo marito, che in passato l’aveva violentata più volte.

Un esame medico ufficiale ha inoltre evidenziato che la ragazza è affetta da un disturbo depressivo, caratterizzato da sintomi come insonnia e difficoltà a prendere decisioni, per il quale non risulta che sia stata sottoposta a cure durante il periodo trascorso in carcere.

La sentenza di condanna nei suoi confronti risale a ottobre 2014, ma l’esecuzione è stata rinviata quando Zeinab si è risposata con un prigioniero in carcere ed è rimasta incinta.

Il 30 settembre la ragazza ha partorito ma il bambino è nato morto. I medici sostengono che sarebbe deceduto due giorni prima a causa di un forte shock, in concomitanza con l’esecuzione della compagna di cella di Zeinab.

La ragazza è tornata in carcere il giorno dopo il parto e non le è stato permesso di vedere un medico per l’assistenza post-parto o un supporto psicologico.

Secondo l’ong Human Rights Watch, l’Iran, in quanto firmatario della Convenzione sui diritti del fanciullo, sarebbe obbligato a vietare le condanne a morte per i minori.

Tuttavia, nel 2016 il paese ha eseguito almeno una condanna a morte per reati commessi quando l’imputato era un minore e sono almeno 49 i minorenni che si troverebbero nel braccio della morte, secondo quanto riportato da Amnesty International.

—Leggi anche: L’ATTESA DELLE DETENUTE MINORENNI CONDANNATE A MORTE IN IRAN

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