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Home » Esteri

Siria: Donald Trump incontra il leader Ahmed al-Sharaa in Arabia Saudita

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Il leader siriano Ahmed al-Sharaa (a sinistra) con il principe saudita Mohammed bin Salman (a destra) e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (al centro). Credit: Bandar aL-Jaloud / Saudi Royal Palace

Il presidente Usa ha chiesto alla nuova amministrazione di Damasco di aderire agli Accordi di Abramo con Israele. Presenti all’incontro anche Erdogan e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha incontrato il leader della nuova Siria, Ahmed al-Sharaa, prima del vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo a Riad, in Arabia Saudita, il giorno aver annunciato la revoca delle sanzioni imposte da Washington a Damasco durante il regime del dittatore Bashar al-Assad. All’incontro, il primo del genere tra i rispettivi leader di Usa e Siria mai avvenuto negli ultimi 25 anni, erano presenti anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, collegato in videochiamata, e il padrone di casa, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.

Durante il faccia a faccia, secondo quanto riferito alla stampa da un portavoce della Casa bianca, Trump invitato Ahmed al-Sharaa, con un passato da combattente di gruppi affiliati ad al-Qaeda, a firmare gli Accordi di Abramo per la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra la Siria e Israele. Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre esortato il leader siriano a “deportare i terroristi palestinesi” e ad “aiutare gli Usa a prevenire la rinascita dell’Isis (il sedicente Stato islamico, ndr)”. Soltanto ieri l’inquilino della Casa bianca aveva annunciato a sorpresa l’intenzione di revocare tutte le sanzioni imposte a Damasco, una mossa, ha precisato oggi un portavoce dell’amministrazione, volta a “concedere la possibilità di un nuovo inizio” alla leadership di al-Sharaa. Un annuncio che ha ricevuto il plauso del presidente turco Erdogan, il principale alleato regionale del nuovo governo siriano, che l’ha definita una decisione “di importanza storica”.

L’invito rivolto da Trump a Damasco a normalizzare le relazioni con Israele è rivolto a tutti i Paesi delle regione che non l’abbiamo ancora fatto. “In futuro continueremo a coinvolgere altri Paesi” negli Accordi di Abramo, ha assicurato lo stesso presidente degli Stati Uniti alla stampa presente a Riad. Il suo “sogno”, aveva ammesso ieri Trump, è che l’Arabia Saudita, capofila degli Stati del Golfo, aderisse alle intese, ammettendo però che il regno non lo farà subito ma “a tempo debito”.

Gli Stati arabi, ha dichiarato da parte sua il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman inaugurando oggi il vertice tra Usa e Consiglio di cooperazione del Golfo, stanno cercando di collaborare con gli Stati Uniti per allentare la tensione in Medio Oriente. Il regno punta a una “soluzione sostenibile alla causa palestinese” e per porre fine alla guerra a Gaza, in linea con l’Iniziativa di pace araba, che sin dal 2002 offre a Israele la possibilità di normalizzare le relazioni con tutti i Paesi della regione in cambio del raggiungimento della soluzione dei due Stati al conflitto con i palestinesi. “Israele aspira ad ampliare gli Accordi di Abramo e a promuovere la pace e la normalizzazione in Medio Oriente”, ha dichiarato oggi dal Giappone dove si trova il visita il ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Gideon Sa’ar. “E lo faremo quando questa guerra sarà finita! Ma non possiamo accettare le continue minacce alla nostra sicurezza”.

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