Le imprese di San Marino impegnate nella lotta alla pandemia
Con i casi di coronavirus che si contano in centinaia di migliaia in Italia e che hanno superato i tre milioni e mezzo in tutto il mondo, non abbiamo tempo per accorgerci di alcune piccole realtà che sono colpite in modo particolare da questa pandemia.
Completamente circondata dal territorio italiano, in mezzo a due province come Rimini e Pesaro- Urbino che hanno pagato e stanno pagando un prezzo molto alto, la piccola Repubblica di San Marino ha, ad oggi, oltre 589 casi di coronavirus: un numero che forse non fa impressione se paragonato agli oltre 78mila della Lombardia o agli oltre 300mila dello stato di New York, ma che equivale a più dell’1,5 per cento della popolazione, che fa della piccola repubblica del Titano uno dei Paesi lo stato più colpito in percentuale rispetto alla popolazione. Oltre a questo, si contano 41 vittime.
Da anni San Marino con le sue imprese è nota per il fermento economico e i vantaggi fiscali, ma anche la piccola repubblica ha dovuto affrontare un lockdown di tutte le attività che si è concluso lo scorso 5 maggio.
Così gli imprenditori locali si sono dovuti rimboccare le maniche e far fronte alla situazione con resilienza, in questo periodo così complicato per le aziende. Ha provato a darsi da fare anche Marlù gioielli, una realtà a gestione familiare che vende i suoi prodotti in tutto il territorio italiano. Il brand è stato creato da tre sorelle proprio di San Marino: Morena, Monica e Marta Fabbri, e dal 2001 ad oggi è diventato uno dei leader nel mercato italiano dei gioielli.
Già da prima della chiusura richiesta dalle autorità, Marlù gioielli, che lavora a stretto contatto anche con la città cinese di Wuhan, primo epicentro della pandemia di coronavirus, si è fermata per tutelare i propri dipendenti.
La spiegazione arriva direttamente da Marta Fabbri: “credo che nel DNA di ogni imprenditore si trovi una parola chiave: protezione. Il bravo imprenditore protegge la sua attività, i suoi collaboratori e il loro lavoro”. Durante lo stop
l’azienda, da sempre attiva nella beneficienza locale, si è concentrata proprio nella creazione di campagne solidali per coinvolgere donatori, raccogliendo fondi per gli ospedali di San Marino e di Rimini.
Da questa esperienza le sorelle Fabbri hanno avuto un’idea: “abbiamo deciso insieme a Formpack e Giemme Cut, due aziende del distretto di Pesaro che lavorano da anni con Marlù, di realizzare e donare visiere protettive ai medici e alle forze dell’ordine di Pesaro e di San Marino”.
Da qui il passo è stato breve e Marlù, grazie alle sue competenze e insieme ai suoi partner ha attuato in tempo record una parziale riconversione aziendale, richiamando una fetta di dipendenti per un nuovo progetto: Be Careful. Con questo nuovo marchio le aziende coinvolte stanno producendo tutto il necessario per far ripartire in sicurezza le attività: schermi facciali e visiere protettive, dispenser per igienizzanti e divisori su misura per farmacie, uffici, aziende, negozi, hotel, ristoranti.
Una riconversione a tempo record che non lascia stupita Marta Fabbri: “io e le mie sorelle siamo donne pratiche, abituate al problem solving, scegliamo e agiamo velocemente. Vediamo un’opportunità dove altri vedono solo un problema. In Be Careful c’è anche un po’ di tutto questo”.