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Sparatoria in una scuola in Russia: almeno otto vittime

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Sparatoria in una scuola in Russia: almeno otto vittime

Almeno otto persone sono state uccise in una sparatoria avvenuta stamattina in una scuola della città russa di Kazan. Lo hanno dichiarato le autorità locali, secondo cui almeno 16 persone sono rimaste ferite nell’attacco alla scuola numero 175 della capitale della repubblica russa del Tatarstan.

Rustam Minnikhanov, presidente del Tatarstan, ha dichiarato che nell’attacco hanno perso la vita sette studenti di scuola media, mentre 12 bambini e quattro adulti sono attualmente in cura in ospedale. Il comune di Kazan ha poi dichiarato che anche un’insegnante è morta nell’attacco alla scuola, portando a otto vittime il bilancio dell’attacco. In precedenza le principali agenzie di stampa russe avevano riportato un bilancio di almeno 11 vittime, alcune delle quali studenti che avevano tentato di fuggire lanciandosi dalla finestra, come mostrato in alcuni filmati circolati sui social media.

Durante la visita alla scuola numero 175 di Kazan, Minnikhanov ha detto che le forze di sicurezza hanno arrestato un “terrorista” di 19 anni, titolare di un porto d’armi che gli sarebbe stato rilasciato a fine aprile. La portavoce dell’ufficio del presidente del Tatarstan ha poi smentito la presenza di un secondo attentatore, come riportato in precedenza dalla stampa. Una fonte citata dall’agenzia russa Interfax aveva affermato che l’uomo sarebbe stato ucciso in uno scontro a fuoco al quarto piano dell’istituto.

Le autorità locali hanno dichiarato che sono state rafforzate le misure di sicurezza in tutte le istituzioni educative di Kazan, che si trova circa 700 chilometri a est di Mosca.

Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime e ha ordinato al governo di rivedere le norme sulle armi. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov ha affermato che Putin ha chiesto al capo della Guardia nazionale di preparare “con urgenza” nuove norme sui tipi di armi che possono essere detenute da civili.

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