La Russia dà lezioni di legalità agli Usa di Trump: “Rispettate la neutralità del Canale di Panama”

La Russia si aspetta che, durante i prossimi colloqui, gli Stati Uniti e Panama “rispettino l’attuale regime legale internazionale” del Canale, di cui il presidente Donald Trump vorrebbe riacquistare il controllo.
“Ci auguriamo che durante le previste discussioni tra la leadership di Panama e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulle questioni riguardanti il controllo del Canale, che, ovviamente, rientrano nell’ambito delle loro relazioni bilaterali, le parti rispettino l’attuale regime giuridico internazionale di questa via navigabile fondamentale”, ha dichiarato oggi all’agenzia di stampa russa Tass il direttore del dipartimento per il Sudamerica del ministero degli Esteri russo, Alexander Shchetinin, offrendo agli Usa di Trump una “lezione” di legalità.
Il regime giuridico internazionale del Canale di Panama, ha ricordato il funzionario russo, “è chiaramente definito e codificato dal Trattato sulla neutralità permanente e sul funzionamento del Canale di Panama tra gli Stati Uniti d’America e la Repubblica di Panama, firmato il 7 settembre 1977 dal presidente americano Jimmy Carter e dal capo del governo panamense, il generale Omar Torrijos ed entrato in vigore il 1° ottobre 1979″.
“Il regime stabilito dal trattato è ulteriormente sancito da un protocollo a cui hanno aderito circa 40 Stati del mondo”, ha proseguito Shchetinin. “La Russia partecipa a questo protocollo dal 1988 e conferma i suoi obblighi di mantenere la neutralità permanente del Canale di Panama, sostenendo la conservazione sicura e aperta di questa via d’acqua di transito internazionale”.
“A questo proposito sottolineiamo: secondo le modifiche apportate dagli Stati Uniti e da Panama al trattato nell’ottobre 1977, ciascuno dei due Paesi deve proteggere il canale da qualsiasi minaccia al regime di neutralità”, ha concluso il direttore del dipartimento per il Sudamerica del ministero degli Esteri russo. “Il diritto specifico degli Stati Uniti alla difesa del Canale di Panama non significa e non deve essere interpretato come il diritto di intervenire negli affari interni di Panama, e qualsiasi azione da parte americana non dovrà mai essere diretta contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di Panama”.
Nel discorso inaugurale al Congresso degli Stati Uniti in occasione del suo secondo mandato alla Casa bianca, Trump aveva promesso di “riprendersi” il Canale, definendolo “un regalo stupido che non avrebbe dovuto essere fatto”. Inaugurato nel 1914, l’infrastruttura fu finanziata e costruita dagli Stati Uniti, che ne hanno avuto il controllo fino al 1999 quando, in virtù del Trattato Torrijos-Carter del 1977 fu completato il graduale trasferimento del Canale a Panama. L’accordo prevedeva la neutralità dell’infrastruttura e la sua accessibilità al commercio mondiale.
“Gli Stati Uniti — pensate— hanno speso più soldi di quanti ne siano mai stati spesi in un progetto prima e hanno perso 38mila vite nella costruzione del Canale di Panama”, ha detto ieri Trump. “Siamo stati trattati molto male dopo questo stupido regalo, che non avrebbe mai dovuto essere fatto, e la promessa di Panama nei nostri confronti è stata infranta”, ha aggiunto. “Lo scopo del nostro accordo e lo spirito del nostro trattato sono stati totalmente violati. Le navi americane sono state gravata da sovraccosti e non sono state trattate equamente in alcun modo, forma o maniera. E questo include la Marina degli Stati Uniti. Ma, soprattutto, la Cina sta gestendo il Canale di Panama. E non l’abbiamo dato alla Cina. L’abbiamo dato a Panama e ce lo stiamo per riprendere”.
Non è la prima volta che il presidente degli Stati Uniti affronta la questione. Il primo annuncio in tal senso del tycoon risale al 21 dicembre scorso, quando accusò Panama di applicare prezzi troppo elevati alle navi statunitensi in transito per il Canale, suggerendo che, se la situazione non fosse cambiata, la sua amministrazione avrebbe potuto ritirarsi unilateralmente dal trattato firmato nel 1977 dall’allora presidente Jimmy Carter, scatenando la reazione del presidente del governo dell’istmo, José Raúl Mulino, che anche ieri ha ribadito: “Il Canale è e rimarrà di Panama e la sua amministrazione rimarrà sotto il controllo panamense nel rispetto della sua neutralità permanente”.