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Usa, il discorso di insediamento di Donald Trump alla presidenza: “Inizia l’età d’oro degli Usa. Esercito contro i migranti, stop al Green Deal. Pianteremo la nostra bandiera su Marte”

Immagine di copertina
Credit: AGF

Usa, il discorso di insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca

Donald Trump torna alla Casa Bianca, e non lo fa certo in punta di piedi. Nel suo discorso di insediamento, il 47esimo presidente degli Stati Uniti ne ha per tutti: migranti, politiche green, comunità Lgbtq+. “Oggi, 20 gennaio 2025, per gli americani è il giorno della liberazione”, dice – poco dopo aver stretto la mano al suo predecessore Joe Biden – attaccando la precedente Amministrazione “estremista e corrotta”.

Trump proclama lo stato di emergenza al confine con il Messico, annuncia il ritorno al petrolio, promette lo sbarco su Marte e si dice pronto a “riprendersi” il Canale di Panama. Nessun cenno, invece, alla guerra in Ucraina, mentre la Casa Bianca rende noto che è prevista una telefonata con il presidente russo Vladimir Putin.

Cosa ha detto Trump nel suo discorso di insediamento

“Inizia adesso l’età dell’oro degli Stati Uniti”, esordisce Trump nel suo discorso di insediamento, durato circa venti minuti. “Il declino americano è finito, il Paese comincerà a essere rispettato. Darò priorità all’America”.

“Realizzeremo il sogno di Martin Luther King”, assicura il presidente, ricordando che oggi, in coincidenza con il suo insediamento, ricorre la festività nazionale dedicata al leader per la lotta dei diritti degli afroamericani assassinato nel 1968.

“Sicurezza e sovranità Usa saranno ripristinate. L’America sarà più grande, più forte e più eccezionale di prima”, dice Trump. “Questo è l’inizio di un nuovo periodo fatto di successo. Il sole brillerà su tutto il Paese. L’America avrà opportunità come mai ha avuto prima. Farò in modo che si torni a parlare di sogno americano”. “Da oggi tutti i vostri sogni diventeranno realtà”, aggiunge rivolgendosi al popolo statunitense. “Oggi, 20 gennaio 2025, per gli americani è il giorno della liberazione”.

“La strumentalizzazione e politicizzazione del Dipartimento di Giustizia finirà con me”, continua il 47esimo presidente degli Usa. “Dio mi ha salvato – dice riferendosi all’attentato subito lo scorso 13 luglio a Butler, in Pennsylvania – affinché l’America potesse tornare grande”.

Nel suo discorso Trump annuncia i primi atti decreti esecutivi che firmerà, che riguarderanno il contrasto all’immigrazione dal Messico e il ritorno a una politica energetica basata sui combustibili fossili.

“Dichiarerò lo stato di emergenza nazionale al confine sud, i migranti clandestini criminali saranno rimpatriati. Manderò l’esercito”, dice.

E poi: “Da oggi dichiaro lo stato di emergenza energetica nazionale. La crisi dell’inflazione è stata causata da una spesa eccessiva e dall’aumento dei prezzi dell’energia. Noi faremo abbassare i prezzi, riempiremo di nuovo le nostre riserve strategiche ed esporteremo energia americana in tutto il mondo”.

“Metteremo fine al Green New Deal”, continua Trump: “Revocheremo l’obbligo delle auto elettriche e salveremo la nostra industria automobilistica mantenendo il mio sacro impegno con i grandi lavoratori del settore automobilistico. Abbiamo gas e petrolio. Trivelleremo, baby, trivelleremo”. La Casa Bianca, intanto, fa sapere che il presidente ritirerà gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul Clima.

Il presidente infila una serie di frasi a effetto: “I cartelli della droga saranno designati organizzazioni terroristiche straniere”; “Ci saranno solo due generi: uomini e donne. Stop a discorsi su razza e genere”; “Riassumerò chi è stato licenziato per aver violato le regole dei vaccini anti-Covid”;  “Invece di tassare i nostri cittadini, imporremo dazi sui Paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini”.

“Cambieremo il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America”, annuncia. E conferma l’intenzione di riprendere il controllo del canale di Panama: “Ora è gestito dalla Cina – dice -, non glielo lasceremo e ce lo riprenderemo”.

Nel discorso di Trump c’è spazio anche per una promessa suggestiva: “Metteremo la nostra bandiera a stelle e strisce su Marte”.

A dispetto delle parole di rottura, il tycoon si propone di “essere un pacificatore e un unificatore”.  “Negli ultimi anni – osserva – la nostra nazione ha sofferto molto, ma noi la riporteremo indietro e la faremo tornare grande, più grande che mai. Saremo una nazione come nessun’altra, piena di compassione, coraggio ed eccezionalità”.

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