Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:36
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La rifugiata somala che vuole diventare la prima presidente donna del suo paese

Immagine di copertina

Fadumo Dayib, esperta di sanità pubblica e attivista per i diritti umani si è candidata alle elezioni di ottobre in Somalia. Vive in Finlandia dal 1990 come rifugiata

Fadumo Dayib è una rifugiata somala. Vive in Finlandia dal 1990, da quando fuggì dal suo paese a causa della guerra civile. 

Fadumo ora vuole tornare a casa, a Mogadiscio, e vuole candidarsi alle elezioni presidenziali del prossimo ottobre. Secondo quanto ha raccontato al quotidiano britannico Guardian, per questa sua scelta Dayib ha ricevuto minacce di morte. “Sanno che ho la possibilità di portare un vero cambiamento”. 

Dayib è arrivata nel nord Europa ormai 26 anni fa, a diciotto anni, senza soldi e senza istruzione. Ora è un’esperta di sanità pubblica e un’attivista per i diritti dei rifugiati. Ha inoltre vinto una borsa di studio dell’Università di Harvard per studiare pubblica amministrazione. Spera di tornare in Somalia per guidare il paese verso la stabilità, ponendo fine alle violenze e agli attacchi che lo hanno fatto sprofondare nel caos più totale.

Le elezioni di ottobre potrebbero essere le prime realmente democratiche nel paese da decenni a questa parte, secondo Stati Uniti e Regno Unito. Non tutti gli analisti la pensano però allo stesso modo. 

Un voto a suffragio universale è considerato impraticabile sia per motivi di sicurezza che istituzionali, è per questo che il prossimo presidente sarà eletto da un’assemblea nazionale di 14mila delegati scelti dai rappresentanti tribali. 

Nella migliore delle ipotesi, dicono gli analisti, le elezioni di ottobre potranno solo spianare la strada al suffragio universale che, secondo i più ottimisti, potrà essere raggiunto nel 2020. 

I candidati alla presidenza sono 18, tra cui il presidente in carica Hassan Sheikh Mohamud, un ex attivista e accademico al potere dal 2012. Dayib è l’unica donna. Nonostante il suo ottimismo riconosce che le sue chanches di vittoria sono prossime allo zero. “Se non sei corrotto non hai la possibilità di battere il sistema. E io non potrò pagare nessuno così la probabilità di vincere è praticamente inesistente”, ha raccontato al Guardian.

Il suo programma politico comprende lo scardinamento di alcune tradizioni tribali come la mutilazione genitale femminile, la tolleranza zero per la corruzione e l’intraprendere un dialogo con al-Shabaab per giungere a una tregua duratura. 

Eppure la sua sola candidatura ha già avuto un impatto positivo: l’ha fatta conoscere al popolo somalo e ha introdotto il dibattito sulla partecipazione delle donne in politica. Dayib si è detta fiduciosa per le prossime elezioni del 2020. 

Dopo decenni di guerra civile la Somalia ha iniziato una lenta risalita, ma il paese continua a vivere in situazioni di profonda povertà e disagio. La presenza dell’insurrezione dei miliziani di al-Shabaab non fa altro che peggiorare la già complicata situazione.  

I miliziani hanno già promesso di intralciare il processo elettorale del voto di ottobre. 

Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Ti potrebbe interessare
Esteri / Reportage TPI – Il prezzo del sangue: così i tagli di Trump mettono a rischio la lotta all’HIV in Uganda
Esteri / Make Antitrust Great Again? Tutte le crepe nel movimento trumpiano tra lobbisti e falchi dei monopoli
Esteri / L’età della grande paralisi globale: ecco perché nessuno può sfidare il duopolio di Usa e Cina
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”