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La polizia greca si è lasciata sfuggire l’ideatore degli attacchi di Parigi mesi prima della strage

Immagine di copertina

Abdelhamid Abaaoud, belga di origini marocchine unitosi all'Isis nel 2013, era stato individuato ad Atene a gennaio, da dove coordinava una cellula terrorista in Belgio

A gennaio del 2015 la polizia greca ha tentato di catturare, senza successo, il presunto ideatore degli attentati di Parigi, il cittadino belga di origini marocchine Abdelhamid Abaaoud, unitosi all’Isis nel 2013.

Nel gennaio dello scorso anno, mesi prima della strage a Parigi del 13 novembre 2015, era stata pianificata un’operazione della polizia di Atene per fermare Abaaoud, visto che si credeva coordinasse via telefono dalla capitale greca una presunta cellula terrorista attiva a Verviers, in Belgio. Questa tuttavia non è andata a buon fine.

Il 15 gennaio del 2015 le forze di sicurezza belghe avevano compiuto un raid a Verviers e due presunti terroristi erano rimasti uccisi nello scontro a fuoco, nello stesso giorno in cui la polizia greca era alla ricerca di un presunto terrorista che si credeva avesse un telefono con il quale coordinava i jihadisti. Le autorità sostenevano che questi ultimi stessero pianificando un attacco terroristico contro la polizia belga.

Secondo quanto riportato dal quotidiano greco Ekathimerini, la ricerca si è concentrata perlopiù nell’area di Omonia, nel centro di Atene, visto che il presunto telefono con il quale Abaaoud – nome in codice Omar – coordinava i suoi uomini in Belgio era stato rintracciato in quella zona della capitale greca.

Alcune fonti hanno riferito a Ekathimerini che la polizia belga aveva notato un flusso di chiamate da Venviers ad Atene il 2 di gennaio. Tuttavia nessuna persona è stata individuata nel raid del 15 gennaio a Verviers e la sim card del telefonino non è più stata utilizzata dai raid della polizia in Belgio.

La polizia greca ha successivamente richiesto informazioni alle compagnie di telefonia mobile coinvolte nella vicenda dei presunti terroristi fra Belgio e Grecia ed è stata informata che una delle connessioni utilizzate dal presunto terrorista era stata rintracciata nel quartiere di Pangrati, ad Atene.

Il 17 gennaio le autorità greche hanno così arrestato due persone in un appartamento al piano terra di un’abitazione di Pangrati e hanno compiuto diversi raid ad Atene. Un uomo algerino di 33 anni, Omar Damas, è stato trovato in possesso del telefono usato per comunicare con la presunta cellula terrorista attiva a Verviers. Damas, che viveva in Grecia dal 2011 e che era già stato in carcere per rapina, è stato estradato in Belgio.

Ma la polizia greca ha continuato a condurre nuove investigazioni per capire se l’uomo algerino fosse collegato ad Abaaoud o a qualche greco di origini siriane che aveva lasciato il paese per combattere al fianco del sedicente Stato islamico.

Abaaoud, che era stato precedentemente condannato a vent’anni di prigione dopo esser stato processato – nonostante la sua assenza in tribunale – per reclutamento per conto dell’Isis, si era unito al gruppo terrorista nel 2013.

Abaaoud sarebbe poi morto nello scontro a fuoco con la polizia il 18 novembre, cinque giorni dopo gli attentati che hanno sconvolto la capitale francese e che hanno provocato la morte di 130 persone.

Nello specifico, Abaaoud è rimasto ucciso nel corso del blitz all’interno dell’appartamento di Rue du Corbillon, a Saint-Denis, nel nord di Parigidove si trovava con la cugina Hasha e Salah Abdeslam, tuttora ricercato.

Il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ha dichiarato che Abaaoud sarebbe stato coinvolto in 4 dei 6 attacchi terroristici programmati o avvenuti in Francia dalla primavera del 2015, incluso quello sventato da tre civili americani sul treno ad alta velocità Thalys di agosto 2015.

Da alcuni dati presenti sul cellulare del presunto capo operativo degli attacchi di Parigi, Abaaoud sarebbe tornato sul luogo degli attentati lo stesso venerdì 13.

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