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Il potente appello di Guardiola: “Non restiamo a guardare la sofferenza dei bambini di Gaza, i prossimi saranno i nostri” | VIDEO

Immagine di copertina
Credit: AGF

Il discorso dell'allenatore del Manchester City in occasione della laurea honoris causa

“Non restiamo a guardare la sofferenza dei bambini di Gaza, i prossimi saranno i nostri”: è il potente appello lanciato da Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, durante il suo discorso in occasione del conferimento della laurea honoris causa dall’Università di Manchester per il suo contributo alla città durante i suoi nove anni. “È così doloroso quello che vediamo a Gaza. Fa male a tutto il corpo. Ma non si tratta di ideologia, non si tratta di dire che ho ragione e tu hai torto. Dai, si tratta solo di amore per la vita. Di prendersi cura del prossimo” ha dichiarato l’allenatore spagnolo. E ancora: “Forse pensiamo di poter vedere bambini e bambine di quattro anni uccisi da una bomba o in ospedale, che non è più un ospedale, e pensare che non siano affari nostri. I prossimi bambini di quattro, cinque anni saranno i nostri”.

 

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“Mi dispiace di vedere i miei figli Maria, Marius e Valentina ogni mattina da quando è iniziato l’incubo a Gaza. E ho tanta paura” ha aggiunto Guardiola secondo cui “il potere di ciascuno non sta nelle dimensioni, ma nella scelta. Nel presentarsi, nel rifiutarsi di tacere o di restare fermi quando è più importante”. L’allenatore spagnolo, poi, ha raccontato una storia per sottolineare quanto ogni piccolo gesto possa essere importante: “Una foresta è in fiamme. Tutti gli animali vivono, terrorizzati, indifesi, inermi. Ma il piccolo uccello vola avanti e indietro, avanti e indietro verso il mare, avanti e indietro, portando gocce d’acqua nel suo piccolo becco. Il serpente ride e chiede: ‘Perché, fratello? Non spegnerai mai il fuoco’. L’uccello risponde: ‘Sì, lo so’. ‘Allora, perché lo fai ancora e ancora?’ Il serpente chiede ancora una volta. ‘Sto solo facendo la mia parte’, risponde l’uccello. L’uccello sa che non può spegnere il fuoco, ma si rifiuta di non fare nulla. In un mondo che spesso ci dice che siamo troppo piccoli per fare la differenza, questa storia mi ricorda che il potere di ognuno non sta nelle dimensioni. Sta nella scelta. Nel presentarsi, nel rifiutarsi di tacere o di restare immobili quando è più importante”.

Leggi anche: Gli occhi di Gaza: la portavoce dell’Unicef nella Striscia Rosalia Bollen racconta a TPI l’inferno della guerra per i bambini
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