Pedro Sanchez annuncia nove misure contro Israele per “fermare il genocidio a Gaza”: “Non possiamo restare a guardare” | VIDEO
Dall'embargo sulla vendita di armi a Israele al divieto di ingresso in territorio spagnolo di "tutte le persone che partecipano in modo diretto al genocidio"
Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato la decisione del governo spagnolo di adottare nove “misure per mettere fine al genocidio a Gaza”. In un discorso durissimo dalla Moncloa, infatti, il premier spagnolo ha dichiarato che il suo governo “ha deciso di compiere un nuovo passo avanti e di attuare immediatamente nove misure supplementari per porre fine al genocidio a Gaza, perseguire i responsabili e sostenere la popolazione palestinese”. Tra le misure adottate dalla Spagna, l’embargo sulla vendita di armi a Israele, il divieto di accogliere nei porti del Paese navi cariche di carburante destinato all’Idf, il divieto di ingresso nel proprio spazio aereo di “tutti i velivoli di Stati che trasportano materiale di difesa destinato ad Israele” e il divieto di ingresso in territorio spagnolo di “tutte le persone che partecipano in modo diretto al genocidio, alla violazione dei diritti umani e ai crimini di guerra a Gaza”. Il governo spagnolo, inoltre, vieta “l’importazione di prodotti provenienti da insediamenti illegali a Gaza e Cisgiordania, con l’obiettivo di contrastare queste occupazioni” e la riduzione “al minimo obbligatorio per legge” dell’assistenza consolare ai cittadini spagnoli che risiedono in questi insediamenti. Infine, come sottolinea l’Adnkronos, viene annunciato un aumento del sostegno all’Anp, con l’invio di altri funzionari alla missione della Ue a Rafah, l’ampliamento dei contribuiti all’Urnwa, a cui vengono destinati 10 milioni di euro aggiuntivi, e degli aiuti umanitari a Gaza con l’obiettivo di arrivare a 150 milioni di euro nel 2026.
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“Proteggere il proprio Paese e la propria società è una cosa, ma bombardare ospedali e uccidere bambini e bambine innocenti affamandoli è completamente un’altra cosa” ha dichiarato Pedro Sanchez nell’annunciare le misure adottate dal suo governo sapendo che “non saranno sufficienti per fermare l’invasione o crimini di guerra, ma speriamo serviranno ad aumentare la pressione su Netanyahu e il suo governo, alleviare la sofferenza dei palestinesi e mostrare agli spagnoli che il loro Paese era dalla parte giusta della storia di fronte ad uno degli episodi più infami del 21esimo secolo”.
E ancora: “Quello che il premier israeliano ha presentato nell’ottobre del 2023 come un’operazione militare in risposta ad orrendi attacchi terroristici è finita con essere una nuova ondata di occupazioni illegali e attacchi ingiustificati contro la popolazione civile palestinese, un attacco che il rapporto speciale dell’Onu e la maggioranza degli esperti descrivono come un genocidio”. Secondo il premier spagnolo: “Questo non è difendersi, non è nemmeno attaccare, è sterminare persone indifese, è infrangere ogni regola del diritto umanitario”.
Israele, dal canto suo, ha risposto vietando l’ingresso nel Paese alla vice premier e ministra del Lavoro Yolanda Diaz e alla ministra per i Giovani, Sira Rego mentre il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha accusato il primo ministro spagnolo di condurre una campagna ”antisemita”. Accuse che sono state respinte con forza da Madrid che le ritiene “false e diffamatorie”. Il ministro degli Esteri spagnolo, inoltre, ha fatto sapere che la Spagna “non si farà intimidire nella sua difesa della pace, della legge internazionale e dei diritti umani”.