Usa, Trump minaccia di “riprendersi” il Canale: Panama si rivolge all’Onu

Ma da Davos il presidente panamense Jose Raul Mulino non è preoccupato di un possibile intervento militare degli Stati Uniti: "Siamo seri"
Il governo di Panama si è rivolto al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres esprimendo preoccupazione per l’intenzione dichiarata del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riprendere il controllo del Canale, anche con l’uso della forza. Una minaccia che il presidente panamense Jose Raul Mulino non ritiene seria.
In una lettera inviata a Guterres dall’ambasciatore panamense al Palazzo di Vetro di New York Eloy Alfaro de Alba, il governo dell’istmo definisce “preoccupanti” le dichiarazioni di Trump, ricordando come la Carta delle Nazioni Unite proibisca a qualsiasi Stato membro dell’Onu di “minacciare o usare la forza” contro l’integrità territoriale o l’indipendenza di un altro Paese. “Chiediamo i vostri buoni uffici a trasmettere questa comunicazione ai 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (di cui Panama fa parte dal 1° gennaio, ndr)”, sottolinea la missiva, divulgata alla stampa dal governo panamense.
Nel discorso di insediamento per il suo secondo mandato alla Casa bianca, Donald Trump aveva ribadito la minaccia di “riprendere” il controllo del Canale, un’infrastruttura strategica costruita e finanziata dagli Stati Uniti, che dal 1914 collega gli oceani Atlantico e Pacifico e che è stata trasferita alle autorità di Panama nel 1999 in virtù del Trattato sulla neutralità permanente e sul funzionamento del Canale di Panama tra gli Stati Uniti d’America e la Repubblica di Panama, firmato il 7 settembre 1977 dal presidente americano Jimmy Carter e dal capo del governo panamense, il generale Omar Torrijos ed entrato in vigore il 1° ottobre 1979.
“Siamo stati trattati molto male dopo questo stupido regalo, che non avrebbe mai dovuto essere fatto, e la promessa di Panama nei nostri confronti è stata infranta”, aveva detto Trump nel suo discorso di insediamento. “Lo scopo del nostro accordo e lo spirito del nostro trattato sono stati totalmente violati. Le navi americane sono state gravata da sovraccosti e non sono state trattate equamente in alcun modo, forma o maniera. E questo include la Marina degli Stati Uniti. Ma, soprattutto, la Cina sta gestendo il Canale di Panama. E non l’abbiamo dato alla Cina. L’abbiamo dato a Panama e ce lo stiamo per riprendere”.
Affermazioni respinte con decisione dal presidente panamense Jose Raul Mulino, intervenuto oggi a una tavola rotonda durante il World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera. “Respingiamo nella sua interezza tutto ciò che ha detto Trump. In primis perché è falso e secondo perché il Canale di Panama appartiene a Panama e continuerà ad appartenere a Panama”.
“Il Canale di Panama non è stata una concessione o un dono da parte degli Stati Uniti”, ha aggiunto Mulino, ricordando come l’infrastruttura sia nata da una serie di trattati risalenti al 1903. Tuttavia il governo dell’istmo, ha proseguito, “non si lascia distrarre da questo tipo di dichiarazioni”. “Non possiamo puramente e semplicemente aggirare il diritto internazionale per imporre le nostre idee”, ha affermato il presidente panamense, bollando Trump come “mal informato”.
Alla domanda se sia preoccupato di un possibile intervento militare degli Stati Uniti per riprendere il controllo del Canale, Mulino ha risposto lapidario: “Siate seri”, senza replicare a nessun altro quesito ma negando qualsiasi interferenza da parte di altri Paesi nella gestione dell’infrastruttura.
Da parte sua anche Pechino ha ribadito di non aver “mai interferito” nelle questioni relative al Canale di Panama. “La Cina non ha partecipato alla gestione e al funzionamento del Canale, non ha mai interferito negli affari legati al Canale e rispetta la sovranità di Panama, riconoscendo il Canale come via di navigazione internazionale secondo il principio di neutralità permanente”, ha dichiarato oggi in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning. “La sovranità e l’indipendenza di Panama non sono negoziabili e il Canale non deve essere soggetto ad alcun controllo diretto o indiretto da parte delle grandi potenze”.
Intanto le autorità panamensi hanno annunciato l’avvio di un “audit globale” per “garantire l’efficienza e la trasparenza nell’uso dei fondi pubblici” da parte della Panama Ports Company, che gestisce il Canale e la cui concessione nel 2021 è stata prorogata di altri 25 anni. Attraverso l’infrastruttura passa il 40 per cento del traffico container del continente americano e gli Stati Uniti rappresentano il principale utente del Canale, seguiti dalla Cina.