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Home » Esteri

Numeri e curiosità sulle elezioni negli Stati Uniti del 2016

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Stati storicamente democratici vinti dai repubblicani, il candidato meno votato a essere eletto: queste e altre curiosità sul voto per la Casa Bianca

L’8 novembre il candidato repubblicano Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti, sconfiggendo la democratica Hillary Clinton nelle elezioni presidenziali. Al di là delle analisi su come il magnate di New York sia riuscito a prevalere sull’ex segretario di Stato, ci sono diversi dati che abbiamo voluto raccontare.

– Nonostante Donald Trump abbia vinto in numerosi stati, che gli hanno permesso di superare la quota 270 grandi elettori necessaria per diventare presidente, Hillary Clinton è stata la candidata più votata, ottenendo lo 0,29 per cento in più. Questo fatto si era già verificato altre volte, l’ultima delle quali nel 2000, quando il democratico Al Gore fu il più votato ma ottenne meno grandi elettori del repubblicano George W. Bush, divenuto presidente.

– Donald Trump viene eletto presidente, ma perde nel suo home state, New York, vinto dalla Clinton. Era molto tempo che non veniva eletto presidente un candidato che usciva sconfitto nel proprio stato. L’ultima volta avvenne nel 1968 a Richard Nixon, ma è un caso dibattuto: Nixon era infatti residente a New York per esercitarvi la professione di avvocato, ma era stato senatore della California. Venne sconfitto a New York, ma vinse in California, che di fatto era il suo vero home state. Tolto questo fatto dibattuto, bisogna risalire al 1916 per trovare un altro caso di presidente eletto pur perdendo nel proprio stato, quando il democratico Woodrow Wilson risultò vincitore pur perdendo nel suo New Jersey.

– Tra gli stati determinanti per la vittoria di Trump ce ne sono stati alcuni che erano da anni in mano ai democratici. Il Wisconsin, ad esempio, non veniva vinto dai repubblicani dal 1984 (anno in cui Ronald Reagan fu riconfermato presidente perdendo solo nel Distric of Columbia e in Minnesota), mentre il Michigan e la Pennsylvania dal 1988. Anche l’Iowa in tempi recenti ha votato spesso democratico, ma l’ultima vittoria repubblicana è ben più recente e risale al 2004.

– I candidati né democratici né repubblicani hanno totalizzato complessivamente il 5,17 per cento dei consensi. Una cifra così alta non si vedeva dal 1996, quando toccarono quota 10,05. Se andiamo a vedere nei singoli stati vediamo come in Utah l’indipendente Evan McMullin raggiunga il 20,56 per cento dei voti: era dal 1992 che un candidato fuori dai due schieramenti non raggiungeva almeno il 20 per cento in un singolo stato.

– Melania Knavs Trump, moglie del presidente eletto Donald Trump, sarà a prima first lady nata fuori degli Stati Uniti dai tempi di Louisa Johnson, moglie del presidente John Quincy Adams, in carica dal 1825 al 1829, e nata a Londra, nel Regno Unito. Melania Trump è infatti nata a Novo Mesto, in Slovenia, quando questo stato faceva parte della Iugoslavia.

– Donald Trump è riuscito in tutto a strappare ai democratici sei stati rispetto alle elezioni presidenziali del 2012. Si tratta di Ohio, Florida, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin e Iowa. Nel 2008, quando Obama sconfisse John McCain e diventò presidente, riuscì a togliere ben nove stati ai repubblicani rispetto a quattro anni prima. Nel 1980 Ronald Reagan, contro il presidente uscente Jimmy Carter, riuscì a conquistare addirittura 17 stati che i democratici avevano vinto nel 1976.

– Nonostante sia il candidato repubblicano, Donald Trump non ha potuto contare sul voto di nessuno dei presidenti del suo partito ancora in vita. Sia George H. Bush che George W. Bush, infatti, hanno dichiarato di non averlo votato.

– Donald Trump aveva già tentato la corsa alla Casa Bianca nel 2000, quando si candidò alle primarie del Reform Party. Tuttavia, prima dell’inizio delle votazioni nei diversi stati, decise di ritirarsi perché trovava troppo eterogenea la compagine dei candidati. La perdita in questo modo di quello che era senza dubbio il candidato più significativo del partito contribuì alla successiva crisi del Reform Party, che nel 1996 aveva ottenuto il 6 per cento dei consensi e nel 2000 avrebbe ottenuto solo lo 0,43. Attualmente il partito è ancora attivo e ha presentato alle ultime elezioni Rocky De La Fuente come candidato presidente, ma si è fermato sotto lo 0,1 per cento.

– Anche Hillary Clinton aveva già tentato la corsa alla Casa Bianca nel 2008, quando venne sconfitta alle primarie democratiche da Barack Obama, che venne poi eletto presidente.

– Nello stato del Nevada è possibile votare, oltre ai diversi candidati, la voce “None of these candidate”, nessuno tra questi candidati. I voti dati a questa casella vengono conteggiati al pari di quelli dei candidati presidenti. In queste elezioni, questa opzione ha ottenuto il massimo storico dei voti, il 2,57 per cento. Il suo record precedente era stato raggiunto nel 1976, il primo anno in cui fu possibile scegliere questa opzione, che raggiunse il 2,53.

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