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Minneapolis, 22enne afroamericano ucciso in casa dalla polizia: le immagini shock nel video degli agenti

Immagine di copertina

A quasi due anni dall’uccisione di George Floyd, il 38enne afroamericano soffocato dalla polizia durante un fermo, un nuovo episodio di violenza torna a sconvolgere la città di Minneapolis, negli Stati Uniti. Questa volta si tratta di un 22enne nero, a cui le forze dell’ordine hanno sparato dopo aver fatto irruzione nel suo appartamento. Le immagini registrate dalle body-cam degli agenti mostrano il loro ingresso in casa al grido “Polizia, perquisizione!” e la scena in cui sparano a sangue freddo all’uomo, che si trovava sdraiato sul divano sotto le coperte.

Il giovane afroamericano si chiamava Armir Locke e secondo i poliziotti possedeva un arma. Non è ancora chiaro se fosse finito nell’inchiesta per l’omicidio su cui gli agenti stavano indagando, ma il capo ad interim della polizia di Minneapolis, Amelia Huffman, ha confermato che non era Locke l’obiettivo dell’operazione.

Nel video, che dura 54 secondi, si vedono gli agenti entrare in un appartamento e andare incontro al 22enne che sta guardando la televisione seduto sul divano con una coperta che lo avvolgeva dalla testa ai piedi. Quando Locke prova ad alzarsi gli agenti aprono il fuoco sparando tre colpi di pistola, due al torace e uno al polso, senza lasciargli scampo. Il ragazzo brandisce un’arma, ma dalle immagini non è possibile capire se fosse puntata verso i poliziotti.

I genitori del 22enne si sono detti sconvolti e disgustati dell’accaduto.  “Il raid l’avrebbe svegliato da un sonno profondo e, in stato confusionale, l’avrebbe spinto a prendere l’arma da fuoco che possedeva legalmente per proteggersi”, hanno dichiarato. L’episodio ha suscitato una nuova ondata di proteste nella città teatro delle prime manifestazioni di piazza del movimento “Black lives matter“, iniziate dopo l’uccisione di Floyd a giugno 2020.

L’assassinio del ragazzo ha inoltre ricordato quello di Breonna Taylor, una giovane infermiera che venne uccisa a Louisville, in Kentucky, nel 2020, durante un’irruzione della polizia. L’agente responsabile dell’uccisione è stato sospeso, in un commissariato già sconvolto dal caso Flody e dalla condanna a 22 anni dell’agente che lo ha soffocato premendogli il collo con il suo ginocchio, Dereck Chauvin.

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