Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:37
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Ora sono più i messicani che tornano a casa rispetto a quelli che migrano negli Stati Uniti

Immagine di copertina

Secondo uno studio, il flusso migratorio dal Messico verso gli Stati Uniti è diminuito notevolmente negli ultimi dieci anni ed è invece aumentato in direzione contraria

Sono molti di più i messicani che scelgono di tornare in Messico rispetto a quelli che decidono di intraprendere un viaggio della speranza attraverso il deserto per arrivare negli Stati Uniti, secondo una ricerca del Pew Research Center pubblicata giovedì 19 novembre. 

Più di 16 milioni di messicani sono emigrati negli Stati Uniti dal 1965 al 2015, un numero che supera qualsiasi altro flusso migratorio. Tuttavia, sono dieci anni che il flusso migratorio messicano sta diminuendo, secondo quanto ha dichiarato il direttore della ricerca Mark Hugo Lopez.

Dal 2009 al 2014 oltre un milione di messicani ha attraversato la frontiera assieme alle proprie famiglie per tornare in Messico, mentre 870mila sono emigrati negli Stati Uniti: una differenza di 140mila migranti che hanno preferito tornare in Messico. 

(Qui sotto: un grafico mostra il declino del flusso migratorio dal Messico agli Stati Uniti dal 1850 al 2014)


Tre sono le principali motivazioni che spingono molti dei messicani a tornare nel loro Paese.

Il 61 per cento dei migranti, che fino al 2009 viveva negli Stati Uniti, ha dichiarato di essere tornato per ricongiungersi con le proprie famiglie, secondo quanto riporta una statista del centro messicano Instituto Nacional de Estadísticas y Geografía.

“Il fatto è che la ripresa economica degli Stati Uniti dalla grande recessione è lenta e insoddisfacente”, sostiene il professore dell’università della South Carolina Dowell Myers.

In Messico invece la situazione economica è ora stabile anche grazie all’Accordo nordamericano per il libero scambio (Nafta) che ha stabilito il libero scambio commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico.

Un terzo motivo è il rafforzamento dei controlli al confine. Il 14 per cento dei migranti che tentano di superare la frontiera è stato fermato alla frontiera e rimandato a casa.

La frontiera tra Stati Uniti e Messico è la più famosa al mondo, soprattutto perché conta il maggior numero di attraversamenti illegali, stimato a più di un milione ogni anno.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”