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In migliaia a piedi verso l’Austria

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L'Ungheria intanto approva una legge che condanna a una pena massima di tre anni di carcere i migranti che entrano illegalmente nel Paese

Migliaia di migranti stanno marciando verso il confine austriaco dalla capitale ungherese Budapest, dove, dopo due giorni di chiusura della stazione principale di Keleti, le autorità hanno riavviato il traffico ferroviario sospendendo però i treni diretti verso l’Europa occidentale.

I migranti si sono rifiutati di essere trattenuti nei campi profughi allestiti appositamente per loro nel Paese. La maggior parte è siriana e sta cercando di raggiungere la Germania, che ha sospeso recentemente il trattato di Dublino per i richiedenti asilo siriani.  

Almeno 300 migranti sono scappati dal campo profughi di Rockse, al confine con la Serbia.

Proprio oggi il parlamento ungherese ha passato una legge per limitare l’afflusso dei migranti che intendono attraversare il Paese e raggiungere gli stati dell’Europa centrale. Il provvedimento, proposto dal Primo ministro Viktor Orbán, prevede il dispiegamento delle forze militari lungo i confini di stato e introduce una pena massima di tre anni di carcere per chi entra illegalmente nel Paese.

La legge di emergenza, approvata durante quello che l’Ungheria ha definito “uno stato di crisi a causa dell’immigrazione di massa”, è passata con 140 voti favorevoli e 33 contrari.

L’Ue nel frattempo sta lavorando per adottare una strategia comune in modo tale da arginare l’emergenza migratoria. L’Unhcr, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei diritti dei rifugiati, ha dichiarato che l’Unione europea deve coordinare le forze degli stati membri per accogliere almeno 200mila rifugiati.

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