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Medio Oriente, la diretta live della tregua tra Israele e Hamas a Gaza, le ultime notizie. Cisgiordania, Idf: “11 morti, 37 feriti e 30 arrestati a Jenin”. Gaza: l’inviato Usa Witkoff andrà in visita nella Striscia. Yemen: Houthi liberano l’equipaggio della Galaxy Leader | DIRETTA

Immagine di copertina
Credit: Omar Ashtawy apaimages/SIPA / AGF

Diretta live della tregua nella guerra tra Israele e Hamas a Gaza oggi, mercoledì 22 gennaio

Di seguito le ultime notizie di oggi, mercoledì 22 gennaio 2025, sulla tregua tra Israele e Hamas a Gaza e con Hezbollah in Libano, sulla guerra con gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente.

DIRETTA

Ore 18,00 – Israele: il ministro degli Esteri Sa’ar domani in visita in Ungheria – Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar si recherà domani in visita ufficiale in Ungheria, dove sarà ricevuto dal presidente Tamás Sziliák e dal ministro degli Esteri Péter Szijjártó. Lo riferisce in una nota il ministero degli Esteri israeliano, secondo cui a Budapest Sa’ar visiterà anche la comunità ebraica locale e incontrerà i suoi rappresentanti. I colloqui con il governo del premier Orban però, come emerge dalla nota, si concentreranno “sui recenti sviluppi in Medio Oriente e sul rafforzamento delle relazioni bilaterali”.

Ore 17,00 – Gaza: l’inviato Usa Witkoff andrà in visita nella Striscia – L’inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff, si recherà nella Striscia di Gaza nell’ambito di un’ispezione prevista per garantire il rispetto del cessate il fuoco nel territorio costiero palestinese. Lo ha annunciato oggi lo stesso miliardario americano in un’intervista concessa all’emittente statunitense Fox News. In questa occasione Witkoff ha anche lanciato un appello a tutti i Paesi della regione a “salire a bordo” per normalizzare i legami con Israele, citando in primis il Qatar.

Ore 16,30 – Cisgiordania, Idf: “11 morti, 37 feriti e 30 arrestati a Jenin” – Almeno 11 persone sono state uccise, 37 sono rimaste feriti e 30 sono state arrestate nel corso dell’operazione militare “Muro di Ferro” lanciata ieri dalle forze armate di Israele (Idf) nella città palestinese di Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata. Lo riferiscono in una nota le Idf, secondo cui l’operazione ha “come obiettivo l’attività terroristica nell’area” e “ha coinvolto significative forze di sicurezza”.

Ore 16,00 – Gaza, Idf: “86 caduti della Brigata Givati dal 7 ottobre 2023” – Almeno 86 soldati della Brigata Givati dell’esercito israeliano sono caduti dall’inizio delle operazioni militari nella Striscia di Gaza cominciate il 7 ottobre 2023. Lo riferiscono in una nota le forze armate di Israele (Idf), secondo cui l’unità d’élite dell’esercito “si prepara ora alla prossima missione dopo settimane di combattimenti” a Jabalia, nel nord di Gaza.

Ore 15,45 – Cisgiordania, Idf: “Liberato l’ingresso dell’ospedale di Jenin” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno confermato di aver circondato per diverse ore l’ospedale governativo della città di Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata, ordinando al personale e ai pazienti di restare all’interno della struttura mentre le truppe dello Stato ebraico sgomberavano la zona da alcuni presunti ordigni improvvisati piazzati nell’area dai gruppi armati palestinesi, ma di aver poi permesso l’uscita dal nosocomio. “A seguito delle preoccupazioni relative alla presenza di ordigni esplosivi improvvisati sulle strade vicino all’ospedale di Jenin, le forze di sicurezza hanno operato nella zona durante la notte per neutralizzarlo”, ha spiegato l’Idf in una nota. “Di conseguenza, a coloro che erano ricoverati in ospedale è stato chiesto di rimanere al suo interno per garantirne la sicurezza. Dopo l’attività delle truppe nell’area, l’uscita dall’ospedale è stata resa possibile tramite percorsi organizzati e sicuri”. I soldati israeliani, precisa il comunicato, non sono entrati nell’ospedale e non stanno circondando altri centri medici a Jenin. Da ieri Israele ha lanciato un’operazione militare, denominata “Muro di Ferro”, a Jenin, che secondo il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha già provocato almeno 10 morti, mentre per le Nazioni Unite ha obbligato 2.000 famiglie ad abbandonare le proprie case nel campo profughi della città.

Ore 15,00 – Yemen: Houthi liberano l’equipaggio della Galaxy Leader dopo più di un anno di prigionia – L’equipaggio della Galaxy Leader, la nave di proprietà di una società britannica controllata da imprenditore israeliano sequestrata nel novembre 2023 dal gruppo armato sciita Houthi al largo dello Yemen, è stato liberato dopo più di un anno di prigionia. Lo riporta l’emittente locale al-Masirah Tv, vicina al gruppo armato sciita yemenita, secondo cui l’equipaggio della nave è stato trasferito in Oman in seguito all’accordo di cessate il fuoco sottoscritto da Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Il cargo era stato noleggiato da una compagnia di navigazione giapponese quando fu sequestrato il 19 novembre 2023 al largo dello Yemen dagli Houthi, che affermarono di agire in “solidarietà” con la popolazione della Striscia di Gaza.

Ore 14,00 – Gaza: vertice a Davos tra i premier di Qatar ed Egitto – I primi ministri del Qatar e dell’Egitto, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim al-Thani e Mostafa Madbouly, si sono incontrati oggi al World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera, per discutere tra l’altro degli sviluppi dei negoziati sull’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Lo riferisce in una nota diramata online il ministero degli Esteri di Doha, secondo cui in questa occasione i due premier “hanno discusso le modalità per garantire la piena attuazione dell’accordo”. Nel corso dei colloqui, si legge nella nota, al-Thani ha ribadito l’impegno del Qatar a continuare a coordinarsi con l’Egitto nel quadro di una mediazione congiunta per garantire l’attuazione dell’accordo di tregua tra le parti.

Ore 13,00 – Gaza: il Qatar è pronto ad avviare “il prima possibile” i negoziati sulla seconda fase della tregua – Il Qatar è pronto ad avviare il prima possibile i colloqui sulla seconda fase dell’accordo per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, anche prima del 16esimo giorno previsto dall’intesa raggiunta il 15 gennaio scorso. Lo ha annunciato oggi il premier dell’emirato, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, in un’intervista al portale online israeliano Walla, secondo cui le autorità di Doha contatteranno già in settimana il direttore del Mossad, David Barnea, per iniziare a discutere dell’avvio dei negoziati per la seconda fase dell’accordo. “Stiamo spingendo in questa direzione”, ha detto il premier del Qatar al portale israeliano, che ha citato in proposito anche un anonimo alto funzionario dello Stato ebraico, secondo cui “non ci sono problemi” a iniziare i colloqui anche prima del 16esimo giorno dall’entrata in vigore della tregua. “I negoziati per la prima fase sono durati mesi e raggiungere un accordo per la seconda potrebbe richiedere molto tempo”, ha detto il funzionario citato, secondo cui la questione è stata discussa nei colloqui tenuti in settimana al Cairo tra i direttori dello Shin Bet e del Mossad israeliani, Ronen Bar e David Barnea, e il capo dell’intelligence egiziana Hassan Rashad, ma non è stata ancora affrontata dal premier Benjamin Netanyahu.

Ore 12,30 – Cisgiordania, Wafa: “Idf ordinano l’evacuazione forzata di una parte del campo profughi di Jenin”. Unrwa: “Già 2.000 famiglie sfollate” – Le autorità militari di Israele hanno ordinato l’evacuazione forzata di una parte del campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata, nell’ambito dell’operazione militare “Muro di Ferro” lanciata ieri da Tel Aviv, che secondo le Nazioni Unite ha già costretto almeno 2.000 famiglie ad abbandonare le proprie case. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, che cita il sindaco della città, Muhammad Jarar, secondo cui l’esercito israeliano ha già costretto parte della popolazione del campo profughi ad abbandonare le proprie case per trasferirsi nella zona di Wadi Burqin, alla periferia occidentale di Jenin. L’ordine, ha spiegato il sindaco in un’intervista telefonica concessa all’agenzia di stampa ufficiale palestinese, è stato impartito tramite altoparlanti e ha interessato i residenti delle zone di Mahyoub, Jabal Abu Dhahir e altre aree del campo. I soldati israeliani, ha aggiunto Jarar, hanno aperto un varco per fare uscire gli sfollati dal campo profughi. Il Comune, ha sottolineato il sindaco, ha contattato le autorità delle vicine località di Burqin, Kafr Dan e Arrabeh per ricevere veicoli idonei al trasporto delle famiglie sfollate da mettere in sicurezza nelle città limitrofe. Ma truppe israeliane, ha rimarcato Jarar, impediscono gli spostamenti delle squadre d’emergenza inviate dal municipio di Jenin, che ha anche contattato diverse istituzioni internazionali per garantire le necessità degli sfollati. Secondo Roland Friedrich, direttore delle attività dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) in Cisgiordania, l’operazione militare “Muro di Ferro”, lanciata ieri da Israele a Jenin e che ha già provocato almeno 10 morti, ha costretto almeno duemila famiglie ad abbandonare le proprie case nel campo profughi, reso “quasi inabitabile” dall’incursione delle truppe dello Stato ebraico, che al momento impediscono ai funzionari dell’Onu di fornire “servizi completi” alla popolazione.

Ore 12,00 – Gaza, l’ufficio di Netanyahu smentisce: “L’Anp non controllerà il valico di Rafah con l’Egitto” – L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha smentito oggi ufficialmente l’indiscrezione circolata sulla stampa secondo cui Israele e l’Egitto avrebbe raggiunto un accordo per affidare all’Autorità nazionale palestinese (Anp) la supervisione del valico di Rafah, tra Gaza e il Paese arabo. Secondo l’ufficio del premier israeliano, quest’ultima sarà invece affidata ai servizi segreti interni dello Shin Bet. Secondo l’emittente israeliana Arutz Sheva, la “gestione tecnica” del valico “sarà affidata a personale locale palestinese” con la supervisione dallo Shin Bet, che si assicurerà che queste persone non abbiano alcuna affiliazione con Hamas. Al contempo, l’esponente dell’ufficio politico del gruppo terroristico palestinese, Bassem Naim, ha fatto sapere all’organo di propaganda di Hamas, Shebab, che a partire da sabato 25 gennaio il valico di Rafah sarà sotto la supervisione di personale “palestinese ed europeo”.

Ore 11,30 – Israele, il ministro per gli Affari strategici Dermer: “Non abbiamo promesso all’Arabia Saudita di permettere la fondazione di uno Stato palestinese” – Israele non ha assunto alcun impegno riguardo alla fondazione di uno Stato di Palestina durante i colloqui per una potenziale normalizzazione dei rapporti diplomatici con l’Arabia Saudita. Lo ha detto oggi alla Knesset il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer. “Non c’è alcuna promessa riguardo alla creazione di uno Stato palestinese”, ha detto Dermer rivolgendosi per prima volta al plenum del Parlamento israeliano da quando ha prestato giuramento come ministro del governo del premier Benjamin Netanyahu nel dicembre 2022.

Ore 10,30 – Cisgiordania, Afp: “200 persone bloccate nel cortile dell’ospedale di Jenin, 20 arrestati” – Quasi 200 persone sono bloccate nel cortile dell’ospedale governativo di Jenin e altre 20 sono state arrestate nel corso dell’operazione militare lanciata ieri dalle forze armate israeliane (Idf) nella città del nord della Cisgiordania occupata. Lo ha riferito all’agenzia di stampa francese Afp il governatore della città, Kamal Abu Rub, secondo cui nel secondo giorno dell’incursione militare israeliana “la situazione è molto difficile”. “L’esercito di Israele ha raso al suolo tutte le strade che portano al campo profughi di Jenin e all’ospedale”, ha detto ad Afp Kamal Abu Rub, secondo cui almeno 20 persone sono state arrestate dall’Idf nella zona. “Ci sono spari ed esplosioni. Un aereo sta sorvolando la zona e circa 200 persone sono bloccate nel cortile dell’ospedale di Jenin e non possono uscire”.

Ore 10,00 – Cisgiordania, Idf confermano: “Colpiti oltre 10 terroristi a Jenin” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno confermato di aver “colpito più di 10 terroristi” durante l’operazione militare “Muro di Ferro” lanciata ieri e tuttora in corso nella città di Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata.  “Nel corso della giornata (di ieri, ndr) le truppe hanno colpito più di 10 terroristi”, si legge in una nota diramata oggi sui social dall’esercito di Tel Aviv, secondo cui l’Idf ha effettuato “diversi attacchi aerei” e “neutralizzato numerosi ordigni esplosivi” in città. Secondo il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), almeno nove persone sono rimaste uccise dalle Idf a Jenin e un’altra è deceduta in un villaggio vicino.

Ore 9,30 – Anp: 898 posti di blocco e dei varchi militari israeliani in Cisgiordania – Le autorità israeliane hanno aumentato fino a 898 il numero dei posti di blocco e dei varchi controllati dai militari nella Cisgiordania occupata. Lo riferisce in una nota la Colonization & Wall Resistance Commission dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), secondo cui dal 7 ottobre 2023 in Cisgiordania sono stati installati oltre 173 nuovi varchi, di cui 17 dall’inizio di quest’anno.

Ore 9,00 – Gaza, media: “Israele ed Egitto concordano di affidare all’Anp la gestione del valico di Rafah” – Israele ed Egitto hanno raggiunto un accordo per affidare la gestione del valico di frontiera di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, all’Autorità nazionale palestinese (Anp). Lo riferisce il quotidiano saudita con sede a Londra Asharq Al-Awsat, che cita una fonte anonima a conoscenza dei negoziati ospitati negli ultimi due giorni al Cairo tra i direttori dello Shin Bet e del Mossad israeliani, Ronen Bar e David Barnea, e il capo dell’intelligence egiziana Hassan Rashad, secondo cui l’Anp gestirà il lato palestinese del valico con l’Egitto, sotto “la supervisione e il monitoraggio internazionale delle Nazioni Unite”. Secondo la fonte citata dal quotidiano saudita con sede a Londra però, non è stata ancora fissata una data per la riapertura della frontiera perché le parti non hanno raggiunto un accordo sul cosiddetto “Corridoio di Filadelfi”, che corre lungo il confine tra Gaza e l’Egitto. “Le divergenze sono di natura tecnica e verranno risolte”, ha spiegato la fonte ad Asharq Al-Awsat. “Israele ha proposto una serie di parziali ritiri dal corridoio, ma l’Egitto non ha accettato l’idea e insiste per un ritiro completo e per il ritorno alla situazione precedente alla guerra”.

Ore 8,30 – Cisgiordania, Wafa: “Idf isolano gli ospedali di Jenin” – Le forze armate israeliane (Idf) hanno bloccato l’ingresso dell’ospedale governativo di Jenin, “raso al suolo” i dintorni dell’ospedale Ibn Sina e “deliberatamente distrutto” l’area intorno al campo profughi della città nell’ambito dell’operazione militare “Muro di Ferro” lanciata ieri da Tel Aviv nella Cisgiordania occupata. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, secondo cui “all’alba le ruspe” israeliane “hanno iniziato a spianare una strada e l’ingresso dell’ospedale governativo di Jenin, chiudendone poi gli ingressi con cumuli di terra” e “hanno raso al suolo i dintorni dell’ospedale Ibn Sina e distrutto deliberatamente le strade della città e attorno al campo profughi”. Inoltre, secondo l’agenzia di stampa ufficiale palestinese, “i cecchini si sono arrampicati sui tetti delle case e degli edifici residenziali che si affacciano sul campo di Jenin, continuando a chiuderne gli ingressi e a impedire ai residenti di uscire”. Il direttore dell’ospedale di Jenin, Wissam Bakr, ha dichiarato alla Wafa che “i veicoli israeliani hanno spianato la strada principale di fronte all’ingresso dell’ospedale governativo e ne hanno chiuso gli ingressi con cumuli di terra, rendendone difficile l’entrata e l’uscita, oltre a rendere impossibile il raggiungimento della struttura da parte del personale medico”.

Ore 8,00 – Cisgiordania, Wafa: “29 palestinesi arrestati nella notte da Israele” – Almeno 29 persone sono state arrestate nella notte dalle forze armate e di sicurezza israeliane nella Cisgiordania occupata, dove ieri Tel Aviv ha lanciato l’operazione “Muro di Ferro”, che ha investito l’area di Jenin. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, secondo cui almeno 20 palestinesi, per lo più uomini tra i 20 e i 30 anni, sono stati arrestati nel governatorato di Betlemme. Altre due persone sono state fermate a Betlemme; tre nella zona di Tuqu e due in quella di Khalayel al-Loz, a sud-est della città. Due palestinesi sono stati invece fermati nella città di Qarawat Bani Hassan, a ovest di Salfit, e altrettanti nel villaggio di Masiliya, a est di Jenin. Secondo il ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), almeno 10 persone sono rimaste uccise nel raid militare israeliano in corso da ieri proprio a Jenin.

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