Medio Oriente, la diretta live della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, le ultime notizie. Gaza: 47.107 morti dal 7 ottobre 2023. Cisgiordania: 8 morti in un raid di Israele a Jenin. Il comandante dell’Idf si dimette | DIRETTA

Diretta live della guerra di Israele contro Hamas a Gaza oggi, martedì 21 gennaio
Di seguito le ultime notizie di oggi, martedì 21 gennaio 2025, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente e in Siria, dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.
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Ore 18,00 – Davos, il presidente di Israele Herzog: “C’è un chiaro potenziale per procedere con le prossime fasi della tregua a Gaza” – Esiste un “chiaro potenziale” per procedere con le prossime fasi dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha detto oggi il presidente di Israele Isaac Herzog durante un’intervista al giornalista statunitense Fareed Zakaria al World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera. “Credo ci sia un chiaro potenziale per arrivare alla seconda fase”, ha detto Herzog. “C’è una volontà ed è quello che intendevamo quando abbiamo firmato l’accordo”.
Ore 17,30 – Gaza: 47.107 morti dal 7 ottobre 2023 – Il bilancio delle vittime della guerra in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 si è attestato a 47.107 morti dopo la scoperta dei resti di altre 72 persone durante la tregua cominciata domenica 19 gennaio. Secondo i nuovi dati diffusi dal ministero della Salute controllato da Hamas, nel territorio costiero palestinese si contano anche 111.147 feriti.
Ore 17,00 – Davos, il ministro degli Esteri saudita: “Evitare una guerra tra Israele e Iran” – Una guerra tra Israele e Iran, secondo il principe e ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan al-Saud, dovrebbe essere evitata. L’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, ha detto il principe durante il World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera, non contribuirà al rischio di un simile conflitto.
Ore 16,30 – Davos, il premier del Qatar al-Thani: “Una tregua duratura a Gaza dipenderà dalla buona fede di Israele e Hamas” – La possibilità di raggiungere un cessate il fuoco duraturo nella Striscia di Gaza dipenderà, secondo il premier del Qatar Sheikh Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, dalla “buona fede” dimostrata da Israele e Hamas. “Se si stanno imbarcando in questa iniziativa in buona fede, durerà e, si spera, porterà alla fase due, a un cessate il fuoco permanente”, ha detto il primo ministro dell’emirato intervenendo al World Economic Forum in corso a Davos, in Svizzera.
Ore 16,00 – Cisgiordania: sale a 8 morti il bilancio delle vittime del raid dell’Idf a Jenin – È salito a 8 morti il bilancio delle vittime del raid aereo condotto oggi a Jenin, nella Cisgiordania occupata, dalle forze armate di Israele (Idf), che insieme allo Shin Bet e alla polizia di frontiera israeliana hanno lanciato una “operazione antiterrorismo” in città. Lo riferisce ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) in una nota citata dall’agenzia di stampa ufficiale Wafa.
Ore 15,45 – Israele: Air France riprenderà i voli per Tel Aviv a partire dal 25 gennaio – La compagnia aerea francese Air France ha annunciato la ripresa dei voli per Tel Aviv a partire dal 25 gennaio.
Ore 15,30 – Yemen, il vicepresidente del governo riconosciuto dall’Onu: Trump sarà decisivo per sconfiggere gli Houthi – Il vicepresidente del governo dello Yemen riconosciuto dalle Nazioni Unite, Aidarous al-Zubaidi, ha definito il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti come una svolta decisiva per porre fine all’insurrezione del gruppo armato sciita Houthi. “Trump sa cosa vuole. È un decisore forte”, ha detto Zubaidi in un’intervista concessa all’agenzia di stampa britannica Reuters a margine del World Economic Forum in corso a Davos. “Siamo fan, ammiratori e sostenitori della politica di Trump (…) perché ha una personalità con abbastanza potere decisionale per governare l’America e il mondo”
Ore 15,00 – Israele: il premier Netanyahu chiama il capo di Stato maggiore dimissionario delle Idf Halevi per ringraziarlo del servizio reso – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto un colloquio telefonico con il generale Herzi Halevi dopo che il comandante delle forze armate dello Stato ebraico (Idf) ha annunciato le sue dimissioni. Netanyahu, secondo una nota diramata dal suo ufficio, “ha ringraziato il capo di stato maggiore dell’Idf per i suoi molti anni di servizio” e per aver guidato le truppe durante gli ultimi 15 mesi di guerra “che hanno portato a grandi risultati per lo Stato di Israele”.
Ore 14,30 – Davos: il presidente di Israele Herzog incontra il premier del Qatar al-Thani – Il presidente di Israele, Isaac Herzog, ha incontrato il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani a margine del World Economic Forum di Davos. Lo ha comunicato in una nota l’ufficio della presidenza israeliana, secondo cui Herzog ha ringraziato al-Thani per il ruolo svolto da Doha nella mediazione dell’accordo per un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi a Gaza, entrato in vigore il 19 gennaio. Ufficialmente il Qatar non riconosce Israele.
Ore 14,20 – Israele: il capo di Stato maggiore delle Idf si dimetterà il prossimo 6 marzo per “i fallimenti del 7 ottobre” – Il capo di Stato maggiore delle forze armate di Israele (Idf), generale Herzi Halevi, si dimetterà il prossimo 6 marzo. Lo ha annunciato in una nota dell’Idf lo stesso generale, secondo cui il ministro della Difesa Israel Katz ha già ricevuto la dovuta notifica. Halevi, si legge nella nota, lascerà l’esercito dopo “aver riconosciuto” la propria “responsabilità per il fallimento dell’Idf del 7 ottobre (2023, ndr)”.
Ore 14,00 – Israele, il ministro delle Finanze Smotrich: “Operazione a Jenin sarà intensa” – L’operazione “Muro di ferro” avviata oggi dalle forze armate di Israele (Idf), insieme allo Shin Bet e alla polizia di frontiera israeliana, nella città di Jenin, in Cisgiordania, sarà “intensa”. Parola del ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, secondo cui l’incursione, che da questa mattina ha già provocato almeno 6 morti e 35 feriti, mira a “cambiare la situazione della sicurezza” nella Cisgiordania occupata. “Sarà un’operazione intensa e continua”, ha affermato l’esponente dell’estrema destra israeliana in un post su X, e prenderà di mira “elementi terroristici e i loro complici” per proteggere i “coloni” e gli “insediamenti” israeliani, che Smotrich ha definito una “zona cuscinetto di sicurezza” per Israele.
Ore 13,30 – Cisgiordania: sale a 6 morti e 35 feriti il bilancio delle vittime del raid dell’Idf a Jenin – È salito a 6 morti e 35 feriti il bilancio delle vittime del raid aereo condotto oggi a Jenin, nella Cisgiordania occupata, dalle forze armate di Israele (Idf), che insieme allo Shin Bet e alla polizia di frontiera israeliana hanno lanciato una “operazione antiterrorismo” in città. Lo riferisce ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) in una nota citata dall’agenzia di stampa ufficiale Wafa. In una nota congiunta diramata in mattinata, l’Idf, lo Shin Bet e la polizia di frontiera israeliana avevano annunciato l’avvio di “un’operazione antiterrorismo a Jenin”, in particolare nelle vicinanze del campo profughi, denominata “Muro di ferro”. Secondo un comunicato pubblicato dall’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu afferma, l’operazione dell’Idf a Jenin costituisce “un altro passo verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati: rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria (Cisgiordania, ndr)”. “Stiamo operando in modo sistematico e deciso contro l’asse iraniano ovunque invii le sue armi, a Gaza, in Libano, in Siria, nello Yemen, in Giudea e in Samaria (Cisgiordania, ndr)”, ha affermato Netanyahu nella nota.
Ore 13,00 – Israele: il ministro della Difesa Katz “condanna fermamente” le violenze dei coloni in Cisgiordania – Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha condannato oggi “fermamente qualsiasi attacco e violenza contro i palestinesi” dopo la notte di violenze commesse da alcuni presunti coloni armati nei villaggi palestinesi di al-Funduq e Jinsafut, vicino a Qalqilya, nella Cisgiordania occupata. “Le autorità di polizia devono far rispettare la legge e arrestare e perseguire chiunque la violi”, ha detto il ministro intervenendo alla Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset. “Dovrebbe esserci una procedura penale e non ordinanze amministrative e i coloni dovrebbero essere trattati allo stesso modo delle persone coinvolte in qualsiasi altro incidente in qualsiasi parte dello Stato di Israele”. Quindi il ministro si è rivolto agli stessi coloni invitando i leader delle comunità degli insediamenti a “condannare qualsiasi violenza di questo tipo”.
Ore 12,30 – Gaza, Onu: “Nessun saccheggio dei convogli di aiuti dall’inizio della tregua” – Da quando è entrato in vigore l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza alle Nazioni Unite non sono pervenute segnalazioni di saccheggi di convogli di aiuti diretti nel territorio costiero palestinese. “In questi primi due giorni di ingresso non si sono registrati saccheggi o attacchi contro gli operatori umanitari”, ha dichiarato oggi in conferenza stampa a Ginevra il portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Unocha), Jens Laerke.
Ore 12,00 – Cisgiordania: un morto in un raid aereo dell’Idf a Jenin – Almeno una persona è rimasta uccisa oggi a Jenin, nella Cisgiordania occupata, a seguito di un raid aereo condotto dalle forze armate di Israele (Idf), che insieme allo Shin Bet e alla polizia di frontiera israeliana hanno lanciato oggi una “operazione antiterrorismo” in città. La vittima è stata segnalata in un comunicato diramato oggi dal ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), citato dall’agenzia di stampa ufficiale Wafa, secondo cui continuano gli scontri tra i gruppi armati della città e le truppe israeliane. In una nota congiunta, l’Idf, lo Shin Bet e la polizia di frontiera israeliana hanno annunciato l’avvio di “un’operazione antiterrorismo a Jenin”, in particolare nelle vicinanze del campo profughi. Secondo una fonte militare citata dal quotidiano israeliano Zman Yisrael, si prevede che l’operazione “durerà diversi giorni”.
Ore 11,45 – Gaza, Wafa: “2 feriti in attacchi dell’Idf a Gaza City” – Almeno due persone sono rimaste ferite oggi nella Striscia di Gaza a causa di altrettanti attacchi delle forze armate di Israele (Idf). Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, secondo cui un pescatore è rimasto ferito da alcuni colpi di arma da fuoco mentre si trovava su una barca al largo della costa di Gaza City, mentre un’altra persona è stata colpita da un drone nel quartiere di Sabra, sempre a Gaza City. Le Idf non hanno finora confermato i raid.
Ore 11,10 – Gaza, Hamas: “4 ostaggi saranno liberati sabato 25 gennaio” – Quattro ostaggi israeliani, trattenuti da Hamas nella Striscia di Gaza, saranno liberati sabato 25 gennaio nell’ambito del secondo scambio di prigionieri con Israele previsto dall’accordo di tregua che ha sospeso le ostilità nel territorio costiero palestinese. Lo ha annunciato oggi telefonicamente all’agenzia di stampa francese Afp l’esponente del gruppo terroristico palestinese, Taher al-Nounou.
Ore 11,00 – Cisgiordania, Anp: “La revoca delle sanzioni Usa contro i coloni israeliani incita alla violenza” – L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha criticato il provvedimento con cui nella notte il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha revocato le sanzioni imposte nel febbraio dell’anno scorso dal suo predecessore Joe Biden contro i coloni israeliani che commettono atti violenti in Cisgiordania, affermando che tale mossa inciterà alla violenza. “La revoca delle sanzioni contro i coloni estremisti li incoraggia a commettere nuovi crimini contro il nostro popolo”, si legge in una nota diramata oggi dal ministero degli Esteri dell’Anp, citata dall’agenzia di stampa ufficiale Wafa, secondo cui gli ultimi attacchi condotti nella notte dai coloni israeliani in tutta la Cisgiordania hanno provocato 21 feriti tra i palestinesi.
Ore 10,30 – Turchia: Ankara potrebbe riprendere gli scambi con Israele in caso di pace a Gaza – La Turchia potrebbe riprendere gli scambi commerciali con Israele, “se la pace fosse permanente”. Lo ha annunciato oggi il presidente del Consiglio turco per le relazioni economiche estere (Deik), Nail Olpak, citato dall’agenzia di stampa Anadolu. Ankara aveva interrotto l’anno scorso gli scambi commerciali con Tel Aviv a causa della guerra in corso a Gaza, dove dal 19 gennaio è in vigore un cessate il fuoco temporaneo.
Ore 10,00 – Cisgiordania, Wafa: “Arrestati 18 palestinesi vicino Hebron e Tulkarem” – Almeno 18 persone sono state arrestate oggi dalle forze armate e di sicurezza di Israele nelle città di Idhna, vicino a Hebron, e Shuweika, vicino a Tulkarem, nella Cisgiordania occupata. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, secondo cui tra gli arrestati a Idhna figurano cinque fratelli. In mattinata, secondo l’agenzia di stampa ufficiale palestinese, alcuni veicoli militari israeliani hanno effettuato una serie di incursioni anche nelle città di Allar e Sidon, sempre in Cisgiordania.
Ore 9,00 – Gaza: i direttori del Mossad e dello Shin Bet al Cairo per ulteriori colloqui sull’attuazione della tregua – I direttori del Mossad e dello Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar, hanno incontrato al Cairo il general maggiore Hassan Mahmoud Rashad, capo dell’intelligence egiziana, per discutere dell’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco e delle disposizioni da attuare lungo il cosiddetto “corridoio di Filadelfi”, al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Lo riferisce l’edizione online del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
Ore 8,00 – Gaza, Idf: “Se Hamas rispetta gli accordi, la prossima settimana gli sfollati potranno tornare nel nord” – Le autorità militari di Israele consentiranno agli sfollati di tornare alle proprie case nel nord della Striscia di Gaza “ a partire dalla prossima settimana”, a condizione che “Hamas rispetti gli impegni presi in base all’accordo di cessate il fuoco”. Lo ha annunciato oggi sui social il portavoce in lingua araba delle forze armate dello Stato ebraico (Idf), il colonnello Avichay Adraee, secondo cui fino a nuovi ordini la popolazione non deve avvicinarsi alle truppe ancora schierate nella zona cuscinetto istituita lungo l’intero confine della Striscia e nei cosiddetti “corridoio di Netzarim” e “corridoio di Filadelfi”, rispettivamente al centro del territorio costiero e al confine tra Gaza e l’Egitto. In base all’accordo entrato in vigore il 19 gennaio scorso, nel settimo giorno del cessate il fuoco ai cittadini di Gaza “disarmati” sarà consentito di tornare “a piedi” nel nord della Striscia, tramite la strada che corre lungo la costa, senza subire alcuna ispezione. Tutti i veicoli diretti a nord invece saranno perquisiti da una società privata che sarà scelta dai Paesi mediatori (Usa, Egitto e Qatar) di concerto con Israele. Il 22esimo giorno della tregua invece, dopo il graduale ritiro delle Idf dal cosiddetto “corridoio di Netzarim”, ai palestinesi “sfollati e disarmati” sarà consentito di tornare “a piedi” nel nord di Gaza attraverso la strada Salah a-Din, anche in questo caso senza subire ispezioni.
Ore 7,00 – Cisgiordania, Wafa: “12 feriti negli assalti dei coloni a due villaggi palestinesi” – Almeno 12 persone sono rimaste ferite nella notte in Cisgiordania a causa delle violenze scatenate da un gruppo di presunti coloni israeliani armati nei villaggi palestinesi di Funduq e Jinsafut, vicino Qalqilya. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa, che cita fonti locali, secondo cui le forze di sicurezza israeliane non sono intervenute per fermare gli aggressori.
Ore 6,00 – Israele: Trump revoca sanzioni Usa contro i coloni violenti in Cisgiordania – Nel primo giorno del suo secondo mandato da presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha revocato le sanzioni imposte nel febbraio dell’anno scorso dal suo predecessore Joe Biden contro i coloni israeliani che commettono atti violenti contro i palestinesi in Cisgiordania. L’ordine esecutivo firmato nella notte da Trump, secondo la Casa bianca, figura tra i primi provvedimenti con cui il magnate ha cancellato 78 norme approvate da Biden. “Signor Presidente, il suo sostegno incrollabile e intransigente allo Stato di Israele è una testimonianza del suo intenso rapporto con il popolo ebraico e del nostro diritto storico alla nostra terra”, ha commentato sui social il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich.