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Israele chiude la più importante organizzazione sanitaria palestinese. A rischio lotta al Covid

Immagine di copertina
Credit: Agenzia stampa Infopal

Nonostante i negoziati tra Hamas e Israele vadano avanti, l’esercito israeliano porta avanti le sue azioni repressive. All’alba di mercoledì 9 giugno, le forze israeliane hanno fatto irruzione nella sede principale di un’importante organizzazione sanitaria nella città occupata di al-Bireh, in Cisgiordania, e hanno ordinato la chiusura del luogo.

Il direttore generale dei Comitati per il lavoro sanitario (HWC), Shatha Odeh, ha affermato che soldati israeliani armati fino ai denti hanno sfondato la porta principale del quartier generale di HWC e si sono fatti strada all’interno, manomettendo e danneggiando la maggior parte del suo contenuto e confiscando quattro computer, prima di consegnare un ordine militare per la chiusura dell’edificio per sei mesi, che può essere rinnovato.

Ha aggiunto che la decisione israeliana di chiudere l’organizzazione è giustificata “sotto pretesti di sicurezza fragili”. Questa è la seconda volta che l’edificio viene perquisito negli ultimi due mesi. Negli ultimi anni, l’Hwc è diventata la principale organizzazione sanitaria palestinese, gestendo numerosi ospedali, organizzando corsi di formazione per i giovani e fornendo cure mediche alle comunità più povere e alle donne. Soprattutto, negli ultimi 15 mesi l’Hwc ha diretto le politiche di contrasto alla diffusione della pandemia da Covid-19, emanando direttive, garantendo trattamenti essenziali a pazienti positivi e organizzando ambulatori mobili per raggiungere i villaggi più lontani.

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