Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:23
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

In Libia cresce un sentimento anti-italiano sui social network

Immagine di copertina

Giungono da Twitter e Facebook foto con bandiere italiane date alle fiamme e invettive che paragonano l'impegno italiano in Libia a nuove imprese di memoria fascista

“Se non si assoggetta all’autorità di al-Serraj, romperemo la testa ad Haftar!”, sarebbe questa una delle frasi attribuite al ministro della Difesa Roberta Pinotti che stanno incendiando gli animi in Cirenaica. Parliamo di mezza Libia, quella orientale.

Giungono da Twitter e Facebook foto con bandiere italiane date alle fiamme e invettive che paragonano l’impegno per la stabilizzazione del paese a nuove imprese di memoria fascista.

Come è facile immaginare, i deliri si auto-alimentano in rete, dando vita a una pericolosa escalation. Il passaparola che starebbe montando sotto l’hashtag #brucialabandieraitaliana sembrerebbe darsi appuntamento per un venerdì di proteste di piazza.

Le parole del ministro Pinotti sono naturalmente un’invenzione. Menzogne che però stanno dando i loro frutti.

Dalla Libia giungono testimonianze preoccupate da nostre fonti in loco che concordano su due punti: quello che sta montando in queste ore non va sottovalutato (le rivolte del 2011 sono nate e sono proliferate grazie ai social), l’ondata di messaggi distorti ad arte potrebbe non essere opera diretta di libici.

Pur in un caos tutto da verificare, il quesito è quindi al momento semplice: al di là del naturale interesse del generale Haftar a vedere riconosciuto internazionalmente il sostegno interno di una larga fetta della popolazione, chi può volere gli italiani (nuovamente) fuori dai giochi?

— L’analisi è stata pubblicata da Difesa Online con il titolo “Libia: isteria antitaliana sui social network. Venerdì di fuoco alle porte?” e ripubblicata in accordo su TPI con il consenso dell’autore

*Andrea Cucco è giornalista pubblicista 

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”