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Il primo uomo europeo è Georgiano

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Si tratta di una scoperta archeologica di rilievo, annunciata all’evento internazionale GeorgiaOne a Roma a marzo 2016

Esperti mondiali provenienti da diversi ambiti, si sono riuniti ieri, 3 marzo, nel magnifico scenario della Lanterna Rome di Fuksas, per una giornata di importanti studi sulla Georgia, culla dell’uomo europeo e importante ponte tra Europa ed Asia.

Tre i panel che hanno scandito la ricca giornata moderata dal vicepresidente dell’associazione Scudo di San Giorgio, Claudio Marianti di Pergola. Il primo panel ha riguardato la rivoluzionaria scoperta scientifica che offre una visione diversa e innovativa della teoria dell’evoluzione: il primo uomo europeo è georgiano! “A Dmanisi, in Georgia – ha precisato il Prof. David Lordkipanidze, archeologo georgiano di fama internazionale – abbiamo scoperto scheletri umani risalenti a 1,8 milioni di anni fa, ciò significa che il genere umano ha lasciato l’Africa quasi 1 milione di anni prima di quanto pensassimo e questo ha destato enorme sorpresa tra gli scienziati; stiamo cambiando la visione sull’evoluzione del nostro genere: gli uomini erano molto più primitivi quando hanno cominciato a colonizzare il mondo e possiamo dire che in diverse parti del pianeta esistessero generi umani differenti ma con molte caratteristiche simili. E conclude dicendo che i resti ritrovati sono i più antichi mai scoperti fuori dall’Africa.

“Il teschio numero 5 di Dmanisi –  ha aggiunto il presidente dell’Associazione Scudo di San Giorgio, Lelio Orsini d’Aragona – riassume in sé caratteristiche erroneamente ritenute indicative di quattro specie diverse di homo:  habilis, ergaster, rudolfensis ed erectus, quindi la potenza di questa scoperta è determinata dal fatto che questi ominidi, che prima venivano collocati in un lasso temporale molto distante l’uno dall’altro, si ritrovano nello stessa specie, nello stesso periodo storico e nella medesima società”.

Ad arricchire la tesi del Prof. Lordkipanidze, le parole del filosofo austriaco Josef Seifert, che aiutano a comprendere le conseguenze filosofiche della scoperta del paleontologo georgiano: “[…] i dati emersi dalla scoperta dell’homo georgicus di Dmanisi sono una importante conferma del fatto che la teoria evoluzionistica sia stata spesso acriticamente accettata, mentre in realtà è assai vulnerabile anche da un punto di vista empirico”.

Con il secondo panel si è parlato del Paese, terra di infinite meraviglie da scoprire: un piccolo Paradiso ancora intatto. Ma la Georgia, con il suo ricco patrimonio culturale, è anche una destinazione su cui investire. Questo il tema del terzo panel, alla presenza del Ministro per l’integrazione europea Davit Bakradze, che vuole offrire uno sguardo al futuro del paese.

Numerose le opportunità economiche che offre, come il porto di Anaklia, situato sulla più breve via geografica che collega l’Europa alla Cina, di cui ha parlato Owen Mattews, famoso scrittore e giornalista inglese inviato di guerra. Il porto è un esempio dello slancio e dell’apertura verso l’Europa e il mondo. “Oggi l’antica Via della Seta – ha precisato Lelio Orsini d’Aragona nel discorso conclusivo della giornata – ripristinata in tutta la sua potenzialità, basti pensare che la Cina ha deciso di investire 40 miliardi di dollari per renderla fruibile in tutti i suoi aspetti”.

A chiudere i lavori della riuscita giornata di studi, l’inedita composizione musicale dei maestri Andrea Morricone e Jason Piccioni, appositamente creata per l’Homo Georgicus, interpretata da una performance di danza contemporanea.

Una ricca giornata, frutto di mesi di lavoro da parte dell’equipe organizzatrice, realizzata nella creatività, nella produzione e nella regia dalla vulcanica Alessia Vitale che ha permesso una perfetta riuscita di tutto ciò che si è visto, ascoltato e fruito anche dal punto di vista scenico e multimediale.

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