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Home » Esteri

Ucraina, Zelensky risponde al presidente Usa Donald Trump: “È disinformato. Voglio porre fine alla guerra quest’anno”

Immagine di copertina
Credit: CNP/AdMedia/Arnaud Andrieu/SIPA/AGF

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha risposto agli attacchi di Donald Trump, affermando che il leader degli Stati Uniti vive in uno “spazio di disinformazione” creato dalla Russia e annunciando di voler “porre fine alla guerra quest’anno”, in cambio di adeguate “garanzie di sicurezza” dai partner occidentali.

“Vogliamo garanzie di sicurezza quest’anno, perché vogliamo porre fine alla guerra quest’anno”, ha detto Zelensky durante una conferenza stampa tenuta oggi a Kiev, il giorno dopo l’incontro avvenuto ieri a Riad, in Arabia Saudita, tra il segretario di Stato degli Stati Uniti Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha avviato i negoziati tra Washington e Mosca dopo tre anni di gelo seguito all’invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin.

Ma in questa occasione il leader di Kiev ha anche voluto rispondere agli attacchi personali ricevuti ieri da Trump che, durante una conferenza stampa dalla sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, aveva capovolto la narrazione fin qui adottata dagli Usa sul conflitto e attaccato il governo ucraino con argomenti spesso usati dal Cremlino.

Il presidente statunitense aveva di fatto attribuito all’Ucraina la responsabilità di aver fatto scoppiare il conflitto, rifiutandosi di raggiungere un accordo con la Russia, e criticato Kiev per non aver più organizzato elezioni durante la guerra, nonostante gli incessanti bombardamenti in tutto il Paese, un quinto del territorio nazionale sotto occupazione, centinaia di migliaia di cittadini richiamati sotto le armi e impegnati al fronte, oltre 6,9 milioni di rifugiati all’estero e quasi 4 milioni di sfollati interni.

“Purtroppo il presidente Trump, per il quale nutriamo grande rispetto in quanto leader del popolo americano (…) vive in questo spazio di disinformazione”, ha dichiarato oggi Zelensky, accusando Mosca di aver tratto in inganno l’inquilino della Casa bianca, secondo cui Kiev dovrebbe abrogare la legge marziale e indire nuove elezioni, visto che l’indice di gradimento del presidente ucraino sarebbe “sceso al 4%”. Un dato contestato dalla leadership di Kiev, secondo cui questa cifra “proviene dalla Russia”.

Tuttavia, ieri, lo stesso Trump aveva affermato di aver maturato in maniera del tutto personale le sue dichiarazioni contro Zelensky:  “Non è una questione della Russia. È qualcosa che viene da me”, aveva detto il presidente Usa. “Avrei potuto fare un accordo per l’Ucraina”, aveva poi ribadito, riprendendo lo slogan posto al centro della sua campagna elettorale, secondo cui con lui alla Casa bianca negli ultimi tre anni il conflitto non sarebbe mai scoppiato e il Paese si sarebbe salvato. “Ciò avrebbe dato loro (agli ucraini, ndr) quasi tutta la terra, tutto. E nessuna persona sarebbe stata uccisa e nessuna città sarebbe stata distrutta”.

Adesso però è ora di trattare con Mosca e, secondo l’inquilino della Casa bianca, i colloqui hanno preso la direzione giusta. Dopo l’incontro di ieri a Riad tra il segretario di Stato Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, Trump si era infatti detto “molto più fiducioso”: “Sono stati molto bravi. La Russia vuole fare qualcosa. Vogliono fermare questa barbarie selvaggia. Penso di avere il potere di porre fine a questa guerra”.

Proprio Zelensky aveva lamentato il mancato invito ai colloqui di Riad, affermando che “non è possibile prendere decisioni su come porre fine alla guerra in Ucraina senza l’Ucraina”. “Sento che sono arrabbiati per non aver avuto un posto (al tavolo delle trattative, ndr)”, aveva detto il presidente Usa riferendosi al governo di Kiev. “Beh, hanno avuto un posto (ai negoziati, ndr) per tre anni. Avrebbero raggiungere fare un accordo”.

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