Guerra in Ucraina: Trump ventila nuove sanzioni Usa alla Russia se Putin si rifiuta di negoziare la pace

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ventilato la possibilità di imporre nuove sanzioni alla Russia se il leader del Cremlino, Vladimir Putin, dovesse rifiutarsi di negoziare la fine della guerra in Ucraina.
Se non ci sarà un accordo a breve sull’Ucraina con Mosca, ha detto oggi il magnate, “non avrò altra scelta se non imporre più tasse, dazi e sanzioni su tutto quello che viene venduto dalla Russia negli Stati Uniti”. Ma già ieri il presidente Usa aveva minacciato ritorsioni simili contro Mosca.
“Lei ha fatto appello al cessate il fuoco in Ucraina. Se Vladimir Putin non dovesse sedersi con lei al tavolo delle trattative, imporrebbe nuove sanzioni alla Russia”, aveva chiesto a Trump una giornalista durante una conferenza stampa tenuta nella notte italiana alla Casa bianca. “Sembra probabile”, aveva risposto il presidente degli Stati Uniti, senza però fornire ulteriori dettagli sui possibili provvedimenti che andrebbero ad aggiungersi ai vari pacchetti di sanzioni contro Mosca approvati da Washington dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina del febbraio 2022.
Ma Trump aveva anche fatto sapere che l’amministrazione degli Stati Uniti sta rivalutando la questione dell’invio delle armi all’Ucraina, aggiungendo che, a suo avviso, l’Unione europea dovrebbe fare di più per sostenere Kiev. “Continuerà a inviare armi all’Ucraina o chiuderà presto il rubinetto?”, aveva chiesto un altro giornalista al magnate newyorkese. “Ci stiamo pensando”, aveva risposto, sibillino, Trump. “Stiamo parlando con (il presidente ucraino Volodymyr) Zelensky e parleremo molto presto con il presidente Putin”.
Il magnate newyorkese aveva anche rivelato di aver fatto pressioni sul presidente cinese Xi Jinping perché intervenisse per fermare la guerra in Ucraina. “Non ha fatto molto in questo senso”, aveva detto Trump. “Ha un sacco di… potere, come ce l’abbiamo noi. Gli detto: ‘Dovresti risolvere la questione’ e ne abbiamo discusso”.
L’inquilino della Casa bianca però se l’era presa con l’Unione europea che, secondo lui, “dovrebbe pagare molto di più di quanto sta pagando”. “Sotto Biden abbiamo stanziato 200 miliardi di dollari in più ma (la guerra, ndr) colpisce loro (gli europei, ndr) più di noi e in mezzo c’è una piccola cosa chiamata oceano”, aveva rimarcato Trump. “L’Unione europea dovrebbe compensare (questa spesa, ndr). Abbiamo stanziato oltre 200 miliardi di dollari in più dell’Ue. Cosa siamo stupidi? Credo che la risposta sia sì perché loro (gli europei, ndr) devono esserne convinti”.
Eppure, secondo i dati raccolti dal Kiel Institute for the World Economy (IfW), l’Europa resta il principale contributore all’assistenza dell’Ucraina. Tra il 24 gennaio 2022 e il 31 ottobre 2024, l’Ue e gli Stati membri hanno stanziato almeno 124,7 miliardi di euro tra aiuti finanziari, umanitari e militari a favore di Kiev, oltre 36 in più rispetto agli 88,3 degli Usa, che però restano il primo Paese del mondo per donazioni al governo di Zelensky, seguito da Germania, Regno Unito, Giappone, Canada, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia. Il Vecchio continente poi, tra Bruxelles e i Paesi membri, ha promesso a Kiev altri 115,9 miliardi di euro, a fronte degli altri 30,7 annunciati dagli Usa e che Trump potrebbe tagliare.
Intanto il neo-segretario di Stato degli Usa Marco Rubio, che ieri aveva invitato Ucraina e Russia a “concedere qualcosa” per porre fine alla guerra”, ha annunciato oggi che Washington sta lavorando a una soluzione “sostenibile” alla crisi. “Il conflitto deve finire, e la politica degli Stati Uniti è che vogliamo che finisca, vogliamo fare tutto il possibile per far si che finisca”, ha detto il senatore repubblicano della Florida in un’intervista alla Cbs. “Ci impegneremo e faremo in modo che finisca in modo sostenibile, il che significa che non vogliamo semplicemente che il conflitto finisca per poi riprendere tra due, tre o quattro anni. Vogliamo portare stabilità”.