Putin: “Ok l’accordo per la tregua in Ucraina, ma deve portare a una pace duratura”
Il presidente russo commenta l'intesa raggiunta tra Kiev e gli Usa: "Vanno eliminate le cause profonde della crisi. Gli ucraini a Kursk devono scegliere se morire o arrendersi". Trump: "Parole promettenti"
“Siamo d’accordo con le proposte di cessazione delle azioni militari, ma partiamo dal presupposto che questa cessazione debba essere tale da portare a una pace duratura ed eliminare le cause profonde della crisi”. Il presidente della Federazione russa Vladimir Putin commenta così l’accordo per il cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina siglato martedì 11 marzo dalle delegazioni diplomatiche di Kiev e Stati Uniti, riunite a Gedda, in Arabia Saudita: intesa condizionata appunto al Sì di Mosca.
Nella serata di oggi, giovedì 13 marzo, il leader russo riceverà Steve Witkoff, inviato del presidente statunitense Donald Trump, in un incontro a porte chiuse al Cremlino. Ma Putin – intervenuto nel pomeriggio in una conferenza stampa insieme al presidente bielorusso Alexander Lukashenko – non esclude di avere presto “una conversazione telefonica con il presidente Trump”.
Da Washington, il tycoon definisce “molto promettente” la dichiarazione del suo omologo. “Spero che la Russia faccia la cosa giusta”, dice Trump a margine dell’incontro alla Casa Bianca con il segretario generale della Nato Mark Rutte.
Ma intanto in Ucraina si continua a combattere. E Putin minaccia le truppe ucraine che hanno invaso la regione russa di Kursk la scorsa estate: “Hanno completamente abbandonato il loro equipaggiamento, poiché ci sarà un blocco fisico della regione: o moriranno o si arrenderanno e lasceranno la regione”, avverte il capo del Cremlino.
“Ci sono tante questioni aperte sulla tregua”, puntualizza Putin. “Il cessate il fuoco è giusto, ma tante cose vanno discusse. Chi controllerà la tregua? Perché hanno bisogno di 30 giorni? Per fornire armi? Per la mobilitazione forzata? Per l’addestramento? Come possiamo essere sicuri che niente di tutto questo accadrà in futuro? Chi darà l’ordine di cessate il fuoco? Qual è il valore di quegli ordini? Chi deciderà? Chi e dove violerà questo accordo?”.