Gaza: Israele lancia un’offensiva su una zona “neutrale” a Deir el-Balah. A rischio anche un cooperante italiano dell’Onu
Gennaro Giudetti collabora con l'Oms nel centro della Striscia. “Le bombe cadono anche a trenta metri da qui. Rischiamo di morire tutti”, spiega in un appello video. “Il governo italiano intervenga subito”. Il vicepremier Tajani: "Abbiamo chiesto informazioni a Israele. Cessino gli attacchi"
A Gaza si intensificano gli attacchi di Israele che dalla mattina di oggi, lunedì 21 luglio, ha lanciato un’offensiva via terra e via aria nella città di Deir al Balah. Secondo quanto riporta la Bbc, l’operazione è iniziata poche ore dopo che l’esercito israeliano aveva diramato avvisi di evacuazione ai residenti di sei isolati residenziali nella parte sud-occidentale della città. Deir al Balah è attualmente piena di migliaia di sfollati provenienti da Rafah e Khan Younis.
È la prima volta dall’inizio della guerra che l’esercito entra a Deir al Balah, che finora era stata colpita soltanto tramite bombardamenti, presumibilmente perché l’intelligence israeliana riteneva che nella zona fossero detenuti ostaggi. Non è chiaro se la situazione sia cambiata, o se Israele abbia deciso di attaccare via terra nonostante la possibile presenza di ostaggi.
Deir al Balah è inoltre uno dei principali centri delle operazioni umanitarie dell’ONU e di altre ong. I bombardamenti israeliani di queste ore non risparmiano niente e nessuno, stanno colpendo anche la zona demilitarizzata dove si trovano gli edifici delle nazioni unite. Lo denunciano gli operatori umanitari nell’area – le bombe hanno colpito anche una delle loro case, nonostante le coordinate dell’intera zona siano ben note all’Idf – tra cui l’operatore italiano delle Nazioni Unite Gennaro Giudetti che parla di una situazione ormai senza controllo. Nei vocali su Whatsapp il rumore dei colpi esplosi nelle vicinanze si sente forte e chiaro. “Le bombe cadono anche a trenta metri da qui. Rischiamo di morire tutti” dice Giudetti, “Il governo italiano intervenga subito”.
Gennaro Giudetti, è di Taranto, lavora da anni nella cooperazione e si trova nell’enclave palestinese con la World Health Organization – occupied Palestinian territory, la branca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, organismo dell’Onu, che si occupa dei Territori palestinesi. “Hanno già bombardato per quattro volte un deconflicted place (zona neutrale, ndr) delle Nazioni Unite dove ci sono dei colleghi, stanno bombardando a trenta metri da qui”, racconta inoltrando il video di un compound dal quale si leva una colonna di fumo nero. Gli altri italiani, spiega, non sono nella zona rossa. Un altro connazionale, di nome Emanuele, si trova a poche centinaia di metri da dove scrive il cooperante.
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Riguardo la situazione del cooperante italiano attualmente sotto attacco è intervenuta la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, che ha firmato un’interrogazione parlamentare: “Abbiamo depositato un’interrogazione al ministro Tajani riguardo alla drammatica situazione in cui si trova il cittadino italiano Gennaro Giudetti, operatore umanitario delle Nazioni Unite che insieme ad altri colleghi dell’Onu si trova a Gaza sotto i bombardamenti israeliani, nonostante la presenza di strutture segnalate e protette dalle convenzioni internazionali. Chiediamo al governo di intervenire subito per garantire la sicurezza del nostro concittadino e degli altri operatori umanitari presenti e per tutelare il rispetto del diritto internazionale umanitario. Tajani convochi l’ambasciatore israeliano per chiedere l’immediata cessazione dei bombardamenti nelle aree protette dal diritto internazionale e riconosciute dalle Nazioni Unite”.
“Tutti devono andare via. Il problema è che non sappiamo dove andare, e se andiamo via perdiamo tutto, perché il rischio di saccheggio è altissimo – afferma Giudetti. “E senza più nulla saremmo costretti a interrompere le operazioni. Mi viene da piangere. Ci sono tutti questi bambini per strada che non riescono a spingere i loro carichi per scappare. Se andiamo via noi è la fine per tutti, i nostri colleghi locali ci pregano di non lasciarli soli”.
“Abbiamo ricevuto questa notte un video, seguito da un audio disperato e drammatico, da parte di operatori umanitari italiani delle Nazioni Unite che si trovano a Gaza – scrivono in una nota Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di AVS -. Nelle registrazioni si percepiscono chiaramente il frastuono degli spari e la caduta dei missili. Israele sta bombardando zone umanitarie deconflicted, cioè aree segnalate e riconosciute come neutrali e protette, dove dovrebbe essere garantita la sicurezza degli operatori umanitari. Sappiamo con certezza che in quelle aree è presente anche un cittadino italiano”. “Chiediamo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani di intervenire immediatamente per fermare i bombardamenti su Deir al Balah”, aggiungono i parlamentari.
Dopo gli appelli dei parlamentari, è giunta la risposta della Farnesina, nelle parole del ministro Antonio Tajani: “Ho ricevuto notizia che nella zona di Deir al Balah ci sono operatori italiani e delle Nazioni Unite: è una zona di Gaza che sarebbe una ‘zona sicura’ e che invece da ore è sottoposta a fuoco israeliano. Abbiamo chiesto informazioni al Governo israeliano, soprattutto chiediamo con forza che quegli attacchi, ma anche tutti gli attacchi, cessino immediatamente. Bisogna cessare il fuoco definitivamente, liberare gli ostaggi israeliani, proteggere la popolazione palestinese e fare entrare massicciamente gli aiuti umanitari e sanitari”.
L’attacco nei quartieri Abu al-‘Ajin e Hikr al-Jami’
Decine di proiettili avrebbero colpito i quartieri di Abu al-‘Ajin e Hikr al-Jami’, mentre le forze di terra entravano in azione. I filmati condivisi sui social media mostrano lampi di esplosioni e il suono di continui spari mentre le truppe israeliane avanzano. Migliaia di residenti sono fuggiti dalla città durante la notte verso la zona costiera di al-Mawasi, vicino a Khan Younis, che è diventata una delle poche zone relativamente sicure rimaste nel sud di Gaza.
Nella mattinata, “Leone XIV ha ricevuto una telefonata da Mahmoud Abbas, Presidente dello Stato di Palestina, sui recenti sviluppi del conflitto nella Striscia di Gaza e delle violenze in Cisgiordania”. Lo riferisce il Vaticano. “Il Papa ha rinnovato l’appello al pieno rispetto del Diritto Internazionale Umanitario” e “l’obbligo di proteggere i civili e i luoghi sacri”, “il divieto dell’uso indiscriminato della forza e del trasferimento forzato della popolazione”. “Considerata la situazione umanitaria, si è enfatizzata l’urgenza di prestare soccorso a chi è maggiormente esposto e di permettere l’ingresso adeguato di aiuti umanitari”, riferisce la nota vaticana.
Almeno 19 palestinesi, inclusa una bambina di quattro anni, sono morti di fame nelle ultime 24 ore a Gaza: lo riportano la Bbc e la Cnn, che citano il portavoce dell’ospedale dei Martiri di al-Aqsa, a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale.