Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:46
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il presidente filippino Duterte è accusato di aver ordinato l’omicidio dei rivali

Immagine di copertina

Un ex sicario ha dichiarato che quando era sindaco di Davao Duterte ha fatto eliminare alcuni dei suoi oppositori e ordinato il bombardamento di una moschea

Non è ancora caduto nel dimenticatoio il polverone causato dall’insulto rivolto al presidente americano Obama, che Rodrigo Duterte, presidente delle Filippine, si trova nuovamente nell’occhio del ciclone, e questa volta per fatti ben più gravi di un incauto exploit verbale.

Secondo un ex membro di una squadra della morte di Davao, popolosa città nel sud del paese, all’epoca in cui Duterte era sindaco (fu eletto per la prima volta nel 1988) l’attuale presidente filippino ordinò diversi omicidi inclusi quelli di alcuni suoi oppositori.

Edgar Matobato, 57 anni, ha dichiarato durante un’udienza in senato che la cosiddetta Davao Death Squad ha ucciso circa un migliaio di persone nel corso di un periodo di 25 anni.

Tra le vittime di omicidi spesso cruenti ci sono stati spacciatori, stupratori, piccoli delinquenti, ma anche persone scomode per l’allora primo cittadino.

Secondo Matobato, tra le persone tolte di mezzo ci sono anche quattro guardie del corpo di un rivale di Duterte, Prospero Nograles.

I dettagli delle esecuzioni poi sono raccapriccianti. L’ex killer ha raccontato che le vittime potevano essere strangolate o uccise a colpi di arma da fuoco, che alcune venivano sventrate e gettate in mare perché i pesci le mangiassero e addirittura una volta un uomo è stato dato in pasto a un coccodrillo.

Ma le accuse di Matobato vanno oltre. Secondo l’uomo, Duterte avrebbe ordinato di bombardare una moschea in ritorsione per un attacco contro la cattedrale di Davao nel 1993.

Il portavoce del presidente, Martin Andanar, ha naturalmente negato che Duterte sia stato capace di dare ordini del genere e ha rilevato che finora non è stata provato l’esistenza di alcuna squadra della morte di Davao.

Persino il figlio di Nograles nega l’episodio dell’assassinio delle guardie del corpo del padre.

A capo dell’inchiesta del senato sugli omicidi extra-giudiziali vi è un’oppositrice di Duterte, Leila de Lima, la quale è stata accusata dal presidente filippino di avere legami con i trafficanti di droga a cui ha dichiarato guerra.

Dalla sua elezione sono stati uccisi oltre tremila spacciatori e tossicodipendenti, e la situazione non ha mancato di allarmare la comunità internazionale circa il rispetto dei diritti umani nel paese.

Preoccupazioni che Duterte ha liquidato nel suo solito modo colorito, dando al Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon del fesso.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”