Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 22:37
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Le donne di Zanzibar costrette a divorziare per aver votato liberamente

Immagine di copertina

Almeno 47 donne a Zanzibar, regione semiautonoma della Tanzania, hanno dovuto divorziare per aver votato diversamente da quanto imposto dai propri mariti

Quasi 50 donne a Zanzibar sono state costrette a divorziare dopo che avevano deliberatamente deciso di prendere parte alle elezioni di ottobre 2015 andando contro la volontà dei propri mariti, secondo quanto hanno riportato gli avvocati e i sostenitori dei diritti delle donne coinvolte.

Mzuri Issa, coordinatrice dell’associazione Tanzania Media Women’s Association (Tamwa) nell’arcipelago di Zanzibar, ha rivelato che 47 donne hanno dovuto divorziare per aver votato diversamente da quanto imposto dai loro mariti.

Issa ha aggiunto che alcune donne non hanno partecipato al voto per paura di essere costrette al divorzio o di subire violenza da parte dei rispettivi mariti. Altre hanno dichiarato di essere state costrette a votare per dei candidati che non sostenevano.

“Alcune donne non hanno ricevuto il permesso di votare da parte dei loro mariti, ma quelle che si sono rifiutate di vedere calpestati i propri diritti hanno subito il divorzio o sono state abbandonate”, ha dichiarato Issa.

Il partito al governo in Tanzania – Chama Cha Mapinduzi (CCm) -, al potere da quando il paese ha ottenuto la sua indipendenza nel 1961, ha recentemente dovuto fare i conti con le elezioni più incerte degli ultimi cinquant’anni, messo per la prima volta in crisi da una coalizione composta da quattro gruppi d’opposizione che sostenevano insieme l’unico candidato credibile dell’opposizione.

Le elezioni, tuttavia, sono state poi vinte dal candidato del Partito della rivoluzione (Ccm), al governo in Tanzania. Il risultato del voto, che il leader dell’opposizione non ha riconosciuto, è stato anche oscurato dalla crisi politica sorta a Zanzibar, regione semiautonoma della Tanzania, dove le elezioni sono state annullate

Zanzibar è un arcipelago con un proprio parlamento e un proprio presidente, e una popolazione musulmana pari a circa 1,3 milioni di persone che rappresenta la maggioranza della regione. Una nuova tornata elettorale è prevista a gennaio o febbraio del 2016.

“Pensavo che una divergenza politica in un sistema democratico fosse cosa normale. Sfortunatamente, mio marito è stato irremovibile e ha voluto divorziare. Ha anche deciso di non garantire i bisogni base ai nostri bambini”, ha dichiarato una donna che ha preferito rimanere anonima al giornale locale Daily Newspaper. 

La Tanzania Media Women’s Association e altre organizzazioni a sostegno dei diritti delle donne hanno intrapreso una campagna per aumentare la consapevolezza dei diritti civili in modo che le persone, in particolare gli uomini, comprendano il diritto di libertà nelle decisioni politiche. 

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”