Dazi, Donald Trump accusa la Cina: “Ha violato gli accordi con gli Usa”
Il presidente degli Stati Uniti accusa Pechino di non aver rispettato l'accordo del 12 maggio che ha sospeso i nuovi dazi per 90 giorni, senza specificare come. Ieri il suo segretario al Tesoro Scott Bessent aveva ammesso che i negoziati "sono in una fase di stallo”
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accusato oggi la Cina di non aver rispettato i termini dell’accordo di distensione negoziato due settimane fa a Ginevra per sospendere gli aumenti reciproci dei dazi sulle importazioni.
“Due settimane fa la Cina era in grave pericolo economico!”, ha scritto il presidente Usa in un post pubblicato sul suo social Truth. “Gli elevatissimi dazi doganali che le avevo imposto hanno reso praticamente impossibile per la Cina concludere scambi commerciali con il mercato statunitense, che è di gran lunga il numero uno al mondo”, ha aggiunto Trump. “Abbiamo, di fatto, chiuso le porte alla Cina ed è stato devastante per loro. Molte fabbriche hanno chiuso e ci sono stati, per usare un eufemismo, ‘disordini civili’. Ho visto cosa stava succedendo e non mi è piaciuto, per loro, non per noi”, ha proseguito l’inquilino della Casa bianca. “Ho concluso un accordo in tempi rapidi con la Cina per salvarli da quella che pensavo sarebbe stata una situazione molto brutta, che non volevo accadesse. Grazie a questo accordo, tutto si è stabilizzato rapidamente e la Cina è tornata alla normalità. Tutti erano contenti! Questa è la buona notizia!!! La cattiva notizia è che la Cina, forse non sorprendentemente per alcuni, HA TOTALMENTE VIOLATO IL SUO ACCORDO CON NOI. Questo tanto per voler fare il BRAVO RAGAZZO!”, ha concluso Trump, senza specificare quali azioni Pechino avrebbe intrapreso per violare l’accordo. Una ricostruzione finora non commentata dalle autorità della Repubblica popolare.
Intanto però il segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, aveva ammesso ieri ai microfoni di Fox News che i colloqui commerciali con Pechino “sono in una fase di stallo” e che per far avanzare i negoziati sarà probabilmente necessario un incontro tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping. Un’affermazione su cui oggi il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lin Jian, non ha voluto fare commenti. La Cina, ha spiegato in un’intervista all’emittente Cnbc il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti Jamieson Greer, continua a “rallentare e limitare (gli scambi in, ndr) aspetti essenziali come i minerali critici”. Il deficit commerciale degli Stati Uniti nei confronti della seconda economia mondiale inoltre, secondo Greer, “continua a essere enorme” e Washington non ha notato alcun cambiamento particolare nel comportamento di Pechino dopo l’accordo di Ginevra.
Il 12 maggio scorso Stati Uniti e Cina avevano raggiunto un’intesa per sospendere nei successivi 90 giorni l’escalation dei dazi doganali reciproci, arrivati al 125 per cento per i prodotti americani importati nella Repubblica popolare e al 145 per cento per quelli cinesi negli Usa. L’accordo prevedeva di ridurre temporaneamente le rispettive aliquote al 30 per cento negli Usa e al 10 per cento in Cina. Negli ultimi due giorni però, due diversi tribunali statunitensi hanno definito “illegali” le tariffe imposte dalla Casa bianca contro Pechino, sentenze contro cui l’amministrazione Trump ha già presentato ricorso ottenendo la possibilità di continuare a riscuotere i dazi in attesa di un nuovo verdetto.