Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:31
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Coronavirus, la Catalogna sceglie chi intubare e chi no: “80enni non vanno in rianimazione”

Immagine di copertina
Reparti in Catalogna Credits: Ansa

"Non stiamo scegliendo chi deve vivere e chi no, ma il sistema non può collassare": il documento della Generalitat con le istruzioni al personale sanitario e ai lettighieri

Coronavirus Catalogna: dove si sceglie chi intubare

Il Coronavirus fa paura in Catalogna, dove i posti in rianimazione scarseggiano e gli ottantenni vengono messi in fondo alla fila: un documento della Generalitat, il governo di Barcellona, con le istruzioni al personale sanitario e ai lettighieri su come convincere le famiglie a non pretendere il ricovero dei più anziani nei reparti di terapia intensiva sta suscitando indignazione in Spagna, dove la situazione per la pandemia sta letteralmente esplodendo. 

Le direttive, su carta intestata e in catalano, esortano gli operatori delle ambulanze, chiamati a domicilio per nuovi casi sospetti di contagio da Coronavirus, a non accennare al fatto che “i letti in rianimazione non bastano per tutti” come motivo per il mancato ricovero, limitandosi a sconsigliare “cure invasive, come la ventilazione meccanica”, se il malato ha più di 80 anni e patologie pregresse.

E a suggerire che, in momenti come questi, “morire a casa è l’opzione migliore, se è possibile controllare i sintomi”. Per vincere le eventuali insistenze di fronte al diniego, dovrà essere ricordato che al pronto soccorso i parenti non possono entrare e tantomeno visitare il paziente o accompagnarlo nei suoi ultimi momenti. “Non stiamo scegliendo chi deve vivere e chi no – si giustificano gli autori del protocollo -, ma solo chi può sostenere meglio trattamenti aggressivi”.

Agli esclusi le squadre d’emergenza sono autorizzate a somministrare ossigeno con la maschera; e poi, dai famigliari distrutti, si congederanno indicando la terapia farmacologia da somministrare ai loro cari per placare la sensazione di annegamento. Il primo triage, insomma è ormai a domicilio e soltanto chi, per età e condizioni generali, mostra concrete possibilità di sopravvivere può sperare di essere intubato.

“Non è mai esistita una cosa simile – ha detto un’infermiera, intervistata da El Mundo, che già qualche giorno fa aveva rivelato le raccomandazioni della Generalitat di non trasportare al pronto soccorso chi aveva una prognosi grave o poche speranze di vita -. Prima portavamo in ospedale qualunque anziano non autonomo e si tentava di tutto per salvarlo, come se avesse un’aspettativa di vita fino a 200 anni. Adesso si soppesa la qualità del paziente perché il sistema non collassi”.

Leggi anche:

1. Gori: “Le bare di Bergamo sono solo la punta di un iceberg, i nostri morti sono quasi tre volte quelli ufficiali” / 2. Il Messico rischia di diventare un nuovo epicentro della pandemia / 3. Ci sono Comuni a contagi zero. Quali sono e dove si trovano le città “immuni”

4. Il racconto di Andrea, 33 anni: “In 24 ore sono finito in terapia intensiva, non avevo patologie pregresse” / 5. Scontro tra Viminale e Regioni per il si alla passeggiata dei bambini: “Scelta irresponsabile, così si dà un messaggio sbagliato” / 6. L’esperto di pandemie Vespignani: “Il virus continuerà a circolare anche in estate”

TUTTE LE NOTIZIE SUL CORONAVIRUS IN ITALIA E NEL MONDO

Ti potrebbe interessare
Esteri / Chi paga per i video di Israele che “aiuta” la popolazione di Gaza: così Tel Aviv influenza l’opinione pubblica italiana
Esteri / Guerra tra Israele e Iran: ecco cosa sappiamo finora a una settimana dall’inizio del conflitto
Esteri / Il direttore dell’Agenzia Onu per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi: “Non avevamo alcuna prova di uno sforzo sistematico (da parte dell’Iran) per ottenere un’arma nucleare”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Chi paga per i video di Israele che “aiuta” la popolazione di Gaza: così Tel Aviv influenza l’opinione pubblica italiana
Esteri / Guerra tra Israele e Iran: ecco cosa sappiamo finora a una settimana dall’inizio del conflitto
Esteri / Il direttore dell’Agenzia Onu per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi: “Non avevamo alcuna prova di uno sforzo sistematico (da parte dell’Iran) per ottenere un’arma nucleare”
Esteri / La Casa Bianca apre al negoziato: "Witkoff in contatto con gli iraniani. Trump deciderà se intervenire entro due settimane". Netanyahu: "Rovesciare il regime non è un obiettivo, ma può essere un risultato"
Esteri / Trump: "Iran deve arrendersi senza condizioni, questo è il mio ultimatum definitivo". La replica di Tehran: "Guerrafondaio". Khamenei: “Israele ha commesso un grande errore, pagherà. Le conseguenze di un attacco americano saranno irreparabili”
Esteri / Trump attacca Macron dopo aver lasciato il G7: "Emmanuel si sbaglia sempre"
Esteri / Trump: "Sappiamo dov'è Khamenei. Vogliamo la resa incondizionata". Media Usa: "Il presidente valuta di entrare in guerra"
Esteri / Netanyahu: “Dominiamo i cieli di Teheran, questo cambia tutto”. Media: “Lo staff di Khamenei cerca salvacondotto in Russia”
Esteri / Massiccio raid di Israele su Teheran: uccisi i vertici dell'intelligence dei pasdaran. L'Iran bombarda lo Stato ebraico con l'aiuto degli Houthi. Il retroscena: "Trump ha posto il veto sull'uccisione di Khamenei". Ma Netanyahu smentisce
Esteri / Riprendono i raid di Israele contro l'Iran: 78 morti. La reazione di Teheran: missili su Tel Aviv e Gerusalemme, 3 vittime. Gli ayatollah minacciano anche Usa, Regno Unito e Francia