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La rivoluzione dei consumatori: in Francia milioni di persone stanno boicottando i beni low cost

Immagine di copertina
Nicolas Chabanne, fondatore di "C'est qui le patron?"

"C'est qui le patron?": una marca ma anche una rivolta pacifica contro lo sfruttamento del lavoro. I consumatori per la prima volta chiedono a gran voce prodotti di qualità

In Francia milioni di persone boicottano beni low cost: ecco come

Consumatori e beni low cost: un connubio pericoloso perché molte persone vogliono il miglior prodotto al prezzo più basso. Dietro i pochi euro si nasconde però spesso lo sfruttamento dei lavoratori e un’intera filiera poco etica.

In Francia esiste un’iniziativa per sensibilizzare i consumatori contro la filosofia del discount, del prodotto a basso costo e zero qualità. Il nome la dice lunga: “C’est qui le patron?”.

Consumatori contro il low cost

“Chi è il padrone?” nasce dall’osservazione del settore caseario: il tasso di suicidi tra i produttori di latte in Francia è il 30 per cento più alto rispetto a quello della popolazione normale. Un litro di latte venduto a 0,8 centesimi ne è la causa, secondo Nicolas Chabanne, fondatore della marca dei consumatori. Perché? Semplice. Se non c’è margine di guadagno il consumatore pensa di aver fatto un affare ma in realtà le condizioni di lavoro diventano davvero pessime fino a logorare la qualità della vita di chi da quel prodotto ne trae uno stipendio.

Questi sono i principi che Nicolas porta in giro per i negozi francesi, “contro il capitalismo” dice lui. E i consumatori lo seguono.

La marca del consumatore, ‘Chi è il padrone?!. Il debutto in Francia

C’est qui le patron?! La marque du consommateur’ debutta in Francia nel 2016. L’iniziativa del movimento dei consumatori nasce dall’esigenza di decidere quali prodotti inserire a scaffale dei supermercati. Con l’idea promossa da Nicolas Chabanne, che ha ricevuto il suffragio dei consumatori d’Oltralpe, di considerare le merci nel loro valore più autentico.

Il rapporto qualità-prezzo è alla base dei successi della marca del distributore. Ma poi ci sono tanti altri elementi: la sostenibilità socio-ambientale dell’intera filiera, con un premio per la conversione al biologico; il benessere animale e qualità del cibo somministrato agli animali; un equo compenso ai produttori, in agricoltura e trasformazione; l’origine controllata delle materie prime e luogo di produzione delle merci e i profili nutrizionali degli alimenti ultra-processati.

La marcia dei 10 mila (questo è il numero dei soci del movimento ‘C’est qui le patron?!’) in due soli anni ha ispirato le scelte quotidiane d’acquisto di oltre 6 milioni di consumatori su 12 mila punti vendita in Francia. Più di 85 milioni i litri di latte equamente remunerato agli allevatori virtuosi.

I principi chiave

L’integrazione di filiera opera secondo un meccanismo preciso, si legge sul sito del marchio:

  • I consumAttori vengono coinvolti anzitutto mediante questionari e altri metodi di indagine atti a garantire l’indipendenza dei dati raccolti. Allo scopo di valutare la percezione qualitativa dei valori espressi dalle singole filiere alimentari. Ed è proprio sulla base di tali dati, a condividersi con trasparenza, che l’associazione ‘progetta’ ciascun prodotto.
  • I produttori selezionati (e/o le loro organizzazioni) che aderiscano ai valori espressi si impegnano a realizzare i prodotti secondo i criteri definiti dall’associazione in appositi disciplinari. Garantendo altresì la tracciabilità dell’intera filiera, ‘from farm to fork’.
  • Gli operatori della distribuzione (moderna e tradizionale) sono liberi di decidere se acquistare e distribuire i prodotti a marca del consumatore. Nel rispetto delle pratiche commerciali leali, senza esclusive né favoritismi. L’associazione contribuisce alla promozione dei prodotti mediante una comunicazione di base ‘dal basso’, in rete. Per favorire il mantenimento dei prezzi di vendita raccomandati senza penalizzare alcuno dei protagonisti della filiera.

La rivoluzione dei consumatori anche in Italia

Anche l’Italia risponde alla rivoluzione del consumo sostenibile.Chi è il padrone?!, fondata da Enzo Di Rosa, è la marca del consumatore.

L’associazione è l’unico soggetto in grado di decidere in maniera collettiva dai prodotti da acquistare, al metodo di coltivazione e allevamento, dalla confezione al giusto prezzo per il produttore e il prezzo finale di vendita consigliato.

Chiunque può sottoscrivere la domanda di adesione a soci con 2 euro e attualmente l’associazione ha il sostegno di circa 2400 consumatori.

Un modello di consumo sostenibile

Qualche risvolto pratico della “rivoluzione” di C’est qui le patron? Il latte a marca del consumatore è stato richiesto di origine rigorosamente francese, da mucche allevate al pascolo almeno 6 mesi l’anno e nutrite con foraggi naturali non Ogm, prodotti nel raggio di 70 km. Il latte UHT a marca ‘C’est qui le patron?!’ costa perciò 0,99€/l, a fronte di una media di 0,67. E il valore riconosciuto agli allevatori che investano sulla qualità richiesta è altresì superiore (+ 0,20€/l).

Ora i prodotti in Francia sono ora una ventina, a partire da quelli essenziali come latte e latticini, uova, miele, pasta, conserve vegetali, cioccolato. Il burro ha anche vinto il premio ‘innovazione’, nel 2018.

Grazie anche al sostegno offerto alla conversione all’agricoltura biologica, premiata con 0,15€ extra per unità di vendita, in aggiunta al ‘giusto prezzo’ per il produttore. Altrettanto vale per il miele, +0,15€ a vasetto per la tutela degli alveari e del loro habitat.

Il movimento sta prendendo piede in vari Paesi d’Europa (Spagna, Belgio, Grecia e Germania, oltre a Francia e Italia) e altrove (Marocco, USA). La prospettiva è perciò anche quella di valorizzare il ‘Made in’ – come meglio sentito dai consumatori di ogni Paese – sui mercati internazionali.

La rivoluzione dei consumatori è alle porte. Ora basta aprirle.

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