Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 15:27
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La Cina arresta 15mila persone per crimini informatici

Immagine di copertina

Dopo aver analizzato 66mila siti web, le autorità cinesi hanno arrestato migliaia di persone, per crimini come attacchi hacker e frodi online

In Cina la polizia ha arrestato 15mila persone accusate di aver commesso crimini informatici, tra cui hacking, frodi online e vendita illegale di dati personali. 

A luglio il governo ha lanciato un programma di sei mesi per monitorare gli utenti e i siti web attivi nel Paese, con lo scopo di “pulire la rete”. Il presidente Xi Jinping, salito al potere nel 2013, ha rafforzato i controlli sul web, imponendo regole che secondo gli oppositori sono fortemente repressive e limitano la libertà di espressione.

Il Ministero di pubblica sicurezza ha analizzato più di 66mila siti web, investigando 7.400 presunti casi di crimine sul web. Gli arresti, secondo quanto riporta Al Jazeera, sono stati probabilmente effettuati negli ultimi mesi, ma il governo non ha fornito dettagli sui singoli casi.

Secondo quanto riferisce il ministero cinese, i sospetti hanno condotto attacchi hacker nei siti web di aziende, banche e agenzie governative. Si parla anche di frode online, vendita illegale di dati personali, pornografia, gioco d’azzardo e contrabbando di armi ed esplosivi.

Da anni il governo cinese applica uno stretto sistema di sorveglianza del web, chiamato Great Firewall, con cui cerca di limitare il dissenso e censurare le critiche nei confronti del Partito comunista al potere. Una legge sulla sicurezza informatica cinese, ad esempio, impone agli utenti di registrarsi nei siti utilizzando sempre i loro nomi reali. 

Xiao Qiang, professore alla UC Berkely School of Information in California, ha detto ad Al Jazeera di non avere mai visto una tale intolleranza contro i crimini online in Cina. Qiang ha inoltre detto che tra gli arrestati potrebbero esserci anche degli attivisti che lottavano per la libertà di espressione.

Negli ultimi mesi, oltre 200 avvocati, blogger e attivisti cinesi sono stati arrestati per la loro opposizione al regime. Secondo l’ong Amnesty International si è trattato di un’ondata repressiva senza precedenti. 

Ti potrebbe interessare
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Ti potrebbe interessare
Esteri / Oms: “Oltre 1.000 persone sono morte a Gaza in attesa di un’evacuazione medica dal luglio 2024”
Esteri / L’indiscrezione: “Grecia, Israele e Cipro valutano una forza militare congiunta nel Mediterraneo”
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Piogge torrenziali, raid aerei e aiuti in ritardo: la tregua con Israele regge ma a Gaza si continua a morire
Esteri / Il discorso di Trump agli Usa: “Ho ereditato un disastro ma ora l’America è tornata”
Esteri / Iran, condannato a morte per “corruzione sulla Terra”: ora il pugile Mohammad Javad Vafaei Sani rischia l’esecuzione
Esteri / Putin minaccia: “La Russia raggiungerà tutti gli obiettivi in Ucraina. Con la diplomazia o con la forza”
Esteri / La capo gabinetto di Trump: “Ha la personalità di un alcolizzato”
Esteri / Museo del Louvre chiuso da tre giorni: i lavoratori prolungano lo sciopero fino a domani
Esteri / “Siate pronti a mandare i vostri figli a combattere contro la Russia”: il discorso del capo delle forze armate britanniche