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Home » Esteri

Bullismo a scuola, un bambino di 10 anni si impicca nella sua cameretta

Immagine di copertina
Kevin Reese Jr e la madre Crystal Smith.

Da settimane il bambino tornava da scuola piangendo, era vittima di attacchi da parte di un gruppo di bulli. Kevin Reese Jr, 10 anni, si è impiccato nella sua cameretta. La sorella di 13 anni ha trovato il corpo senza vita.

La drammatica vicenda è avvenuta a Houston, in Texas, negli Stati Uniti. Dove, secondo gli inquirenti, il bambino si sarebbe suicidato dopo aver letto un biglietto che riportava il messaggio: “Ucciditi, non appartieni a questo posto”.

Crystal Smith, la madre della vittima ha attribuito la responsabilità ai compagni di classe del figlio: “Gli hanno reso la vita un inferno” ha detto. “Lo hanno messo all’angolo – ha aggiunto – e quando gli hanno scritto sul suo tablet di uccidersi, lo hanno ucciso davvero”.

Dopo aver trovato il corpo del fratellino senza vita, la sorella ha chiamato la madre urlando spaventata: “non riusciva a smettere di gridare, una scena che non dimenticherà mai”, ha raccontato Crystal.

La madre dopo la perdita del figlio si è impegnata nella lotta al bullismo e alla sensibilizzazione sul tema tra i genitori. “I ragazzi vanno messi in guardia, bisogna dire di raccontare queste cose e di non tenerle dentro. Io non so da quanto tempo mio figlio subiva questo tipo di attacchi”, ha dichiarato la donna.

La scuola di Kevin Reese Jr, la Robinson Elementary School, ha negato che ci siano stati atti di bullismo nel loro istituto.

Le vittime di bullismo in Italia: i dati

Nel 2017 in Italia le vittime del bullismo sono state 354. Secondo quanto riporta Skuola.net e l’Osservatorio Nazionale Adolescenza, il 28 per cento degli studenti delle superiori è vittima di bullismo e la percentuale sale a 30 per cento per i ragazzi che frequentano ancora le medie.

Nel 2016 i numeri erano più bassi, la percentuale si attestava infatti al 20 per cento. Le conseguenze del bullismo sui ragazzi sono: depressione per il 75 per cento delle vittime, crisi di pianto 54 per cento, autolesionismo 32 per cento e suicidio 46per cento. I numeri sono drammatici.

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