Ashley Judd difende l’aborto: “Avrei dovuto essere genitore insieme a uno stupratore”
Ashley Judd difende l’aborto. “La democrazia inizia sulla nostra pelle”. L’attrice ha spiegato le sue ragioni in merito all’aborto giovedì 11 aprile, in occasione del “Women in the World Summit” a New York.
“Un aborto mi ha salvata dal dover crescere un bambino con la persona che mi aveva stuprata”, così si confessa Ashley Judd, opponendosi alla proposta di legge con cui lo stato americano della Georgia vuole vietare l’interruzione della gravidanza non appena si avverte il battito del feto.
Il nome della Judd non è nuovo: infatti è stata una delle prime attrici a denunciare Harvey Weinstein, il magnate del cinema hollywoodiano accusato di molestie sessuali. Un’accusa che sta procedendo tramite i suoi legali, avanzando una richiesta di risarcimento danni per diffamazione e molestie. L’attrice ha dichiarato che l’eventuale risarcimento sarà poi devoluto al movimento Time’s Up “perché i lavoratori americani che hanno subito molestie sessuali o ritorsioni possano ricevere aiuto”.
“Sono stata stuprata 3 volte”. L’annuncio dell’attrice neanche è nuovo, anche questo si sapeva già. ” In una delle tre occasioni sono rimasta incinta”, ha poi confessato alla moderatrice dell’incontro, Katie Couric.
“Per questo sono molto grata per aver avuto la possibilità di abortire in modo sicuro e legale. Perché il mio stupratore avrebbe avuto il diritto ad essere padre di quel bambino sia in Kentucky, dove lui vive, sia in Tennessee, dove vivo io. E così avrei dovuto avere come co-genitore del bambino la persona che mi aveva violentata”.
Secondo l’attrice, non dovrebbero esserci regole imposte su ciò che si vuole fare con il proprio corpo. “Per questo motivo avere la possibilità di abortire in maniera sicura è stato molto importante per me”.
Ashley Judd aveva già parlato in precedenza del suo aborto, così come aveva già denunciato le molestie e violenze sessuali che aveva subito.
Adesso, l’attrice si è unita alle oltre 50 star hollywoodiane che hanno firmato la lettera scritta da Alyssa Milano dove si minaccia di boicottare i progetti d’intrattenimento in Georgia nel caso in cui la legislazione dello stato avesse approvato la legge.