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Smart working, insegne spente e chiusura anticipata dei locali: il piano del governo contro la crisi energetica

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Smart working, insegne spente e chiusura anticipata dei locali: il piano del governo contro la crisi energetica

Chiusura anticipata degli uffici, insegne dei negozi spente e ritorno allo smart working. Sono alcune delle misure che sta valutando il governo per affrontare l’emergenza energetica, alimentata dai prezzi record del gas.

Nei prossimi giorni è atteso il varo da parte del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, di un piano di risparmio energetico, che prevederà diversi scenari a seconda dalla gravità della situazione nei prossimi mesi. Nella migliore delle ipotesi, secondo quanto riporta La Repubblica, i sacrifici saranno limitati  all’abbassamento già annunciato di un grado e di un’ora al giorno dei riscaldamenti sia per le famiglie che le aziende.

Lo scenario peggiore, quello di un’interruzione delle forniture da parte di Mosca, prevede invece misure più estese. Secondo le proposte al vaglio del ministero, in caso di emergenza tutti i dipendenti pubblici potrebbero tornare in smart working per almeno due mesi: esclusa la possibilità di ricorrere al lavoro da remoto a rotazione, una scelta che comporterebbe consumi energetici sia negli uffici che nelle abitazioni.

Inoltre, l’illuminazione pubblica potrebbe essere ridotta fino al 40% e i negozi obbligati a spegnere le insegne dopo le 23. L’accensione dei riscaldamenti potrebbe essere ritardata di una settimana e il loro spegnimento anticipato di altrettanti giorni. Secondo quanto riporta Il Messaggero, il governo sta anche valutando la chiusura anticipata alle 17.30 degli uffici pubblici, alle 19 degli esercizi commerciali e alle 23 per i locali notturni.

Per le imprese energivori non sono per il momento previsti razionamenti ma un piano di “interruzioni volontarie concordate”, che preveda anche compensazioni economiche.

Oltre al piano, il governo sta lavorando a un nuovo provvedimento, in aggiunta al decreto Aiuti bis varato ad agosto. Rimane ferma da parte dell’esecutivo la volontà di non ricorrere a scostamenti di bilancio, come chiesto invece da diversi partiti impegnati nella campagna elettorale. Oltre a un aumento dei crediti d’imposta destinati a tutte le aziende, le nuove misure potrebbero contenere aiuti diretti alle imprese che consumano maggiormente gas, in aggiunta all’attesa proroga al 5 ottobre degli sconti sulla benzina, in arrivo nei prossimi giorni. A finanziare gli aiuti dovrebbe essere il gettito della tassa sugli extra profitti, che finora le aziende energetiche si sono rifiutate di pagare.

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