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Home » Economia

Clamoroso: sul sito Inps pubblicati dati personali di chi chiede i 600 euro | FOTO

Immagine di copertina

Violata la privacy di migliaia di utenti: dati in chiaro visibili da tutti

Clamoroso: sul sito INPS violata la privacy di migliaia di utenti

Di Elisa Serafini e Veronica Andrea Sauchelli

Oltre il danno, la beffa. Dopo la retromarcia del presidente dell’INPS Tridico, rispetto alla possibilità di effettuare o meno un Click day, prima comunicata, poi cancellata frettolosamente dal portale, si aggiunge un nuovo elemento di poca chiarezza nella gestione dei contributi pensionistici del nostro Paese. Il sito dell’INPS, non accessibile per moltissimi utenti già da questa mattina a causa dell’alta richiesta per il bonus di 600 euro previsto dal decreto Cura Italia, sta rivelando un’enorme falla di privacy.

S&D

Alcuni utenti che sono riusciti ad accedere al portale, questa mattina, si sono trovati  di fronte ai dati di migliaia di cittadini. Codici fiscali, posizioni fiscali, contributi, dati anagrafici, dati personali. Il percorso è quello del clic sul bottone “My Inps”, che, forse per un bug, o un errore del sistema, sta pubblicando dati personali di utenti sulle pagine del sito. Una falla clamorosa, che compromette la privacy di cittadini e contribuenti, mettendo in una posizione di illegalità persino gli utenti che visualizzano, non per loro scelta, tutti questi dati.

Abbiamo catturato la registrazione schermo che mostra il bug del sito INPS che sta mettendo a repentaglio la privacy di migliaia di utenti. 

dati inps violazione privacy

sito inps privacy

Tantissime richieste per il bonus 600 euro

Al momento si registrano ben cento domande al secondo, questo il ritmo delle richieste ricevute sul sito dell’INPS che oggi ha ufficialmente aperto alle richieste per i bonus stanziati dal Governo, al fine di fronteggiare l’emergenza economica causata dal Coronavirus. “Abbiamo ricevuto 300 mila domande regolari”, ha dichiarato il presidente dell’INPS Pasquale Tridico, “adesso stiamo ricevendo 100 domande al secondo. Una cosa mai vista sui sistemi che stanno reggendo”. Non proprio vista la falla sulla privacy dei cittadini. Un problema che potrebbe avere enormi ripercussioni.

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