Pensioni, Di Maio e Di Battista: “Bene Quota 100, ora Quota 41. Ma devono cambiare alcune regole europee”
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PENSIONI QUOTA 41 PER TUTTI – Nel corso del loro famoso viaggio in macchina verso Strasburgo, il vicepremier Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno affrontato moltissimi temi, esposti poi tramite alcune dirette Facebook. Tra gli argomenti trattati, non sono mancati alcuni riferimenti alle pensioni e ai prossimi obiettivi di riforma del governo.
Di Maio e Di Battista hanno sottolineato che Quota 100 – la riforma che prevede (fino al 2021) la possibilità di uscire dal lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi versati – sarà solo un provvedimento provvisorio. Il decreto che prevede l’approvazione di Quota 100, in discussione al Consiglio dei ministri da giovedì 16 gennaio 2019, per il governo giallo-verde ha quindi solo un valore temporaneo.
I due esponenti del M5S, infatti, hanno rilanciato un altro progetto, ulteriore cavallo di battaglia pentastellato: Quota 41, la riforma pensata per ridurre il numero di contributi versati a 41 anni, a prescindere dall’età anagrafica del richiedente. Sarà questa, hanno sottolineato Di Maio e Di Battista nel corso della loro diretta Facebook, “il vero superamento totale della legge Fornero”.
“Questo viaggio verso Strasburgo – ha detto il vicepremier – ci consentirà di attraversare alcuni paesi europei e vedere come gli italiani hanno situazioni più svantaggiose rispetto ad altri cittadini europei. Questa cosa non ci deve fare arrendere come cittadini italiani: abbiamo chiuso al 2.2 e Quota 100 è un grande risultato. Ma noi dobbiamo fare Quota 41 e aumentare la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza”.
Per far sì che Quota 41 diventi realtà, però, “abbiamo bisogno che quest’anno, con le elezioni europee, cambino alcune regole”, ha concluso Di Maio.
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Il riferimento è ai vincoli di bilancio del nostro Paese nei confronti dell’Unione europea e a quelle regole che hanno comportato, solo il mese scorso, grandi difficoltà e polemiche per l’approvazione della Manovra economica. La partecipazione italiana all’Ue, infatti, comporta chiari vincoli di deficit e debito pubblico, criticati però dal governo giallo-verde che li vede come un ostacolo alla crescita del paese.
L’approvazione della riforma delle pensioni con Quota 41, infatti, sarebbe un ulteriore peso al già altissimo debito pubblico italiano, che si aggira attorno a 2.345 miliardi di euro.