Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:20
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Economia

“La pizza di Gino Sorbillo diventerà giapponese”. Ma il celebre pizzaiolo napoletano smentisce a TPI

Immagine di copertina

A riportare l'indiscrezione è stato il food blogger Lorenzo Biagiarelli

Il food blogger Biagiarelli: “Gino Sorbillo diventa giapponese, marchio in vendita”. Ma il pizzaiolo smentisce

Gino Sorbillo, uno dei pizzaioli napoletani più famosi d’Italia, sta per diventare giapponese? A lanciare l’indiscrezione è stato Lorenzo Biagiarelli, food blogger e fidanzato di Selvaggia Lucarelli, sulla sua pagina Facebook. Il celebre marchio, secondo Biagiarelli, sarebbe stato messo in vendita a un misterioso acquirente asiatico, che in cambio avrebbe promesso una cifra da capogiro: 35 milioni di euro.

S&D

“Nell’ambiente, come dicono i giornalisti – ha scritto il “social chef” Biagiarelli su Facebook – si parla di grandi novità per il pizzaiolo più famoso d’Italia. Dicono che Gino Sorbillo, fresco di apertura di una nuova filiale proprio a Tokyo, sia infatti in procinto di vendere il marchio ai giapponesi per una cifra astronomica (qualcosa intorno ai trentacinque milioni di euro), con la trattativa già ben avviata in uno studio legale partenopeo. Si dice. Insomma, vedi Napoli e poi vendi”.

Contattato da TPI, Gino Sorbillo ha smentito categoricamente la notizia. “Non so da dove sia stata presa questa informazione – ha dichiarato il pizzaiolo napoletano – ma ritengo grave che una notizia senza fonti sia gettata in pasto ai social network”. Anche il consigliere regionale campano Francesco Emilio Borrelli (Davvero Verdi) ha smentito a TPI l’indiscrezione di Biagiarelli. “Non è vero niente – ha assicurato Borrelli -, Sorbillo è fuori da determinati schemi, forse non risulta simpatico e per questo diventa oggetto di voci di questo tipo. Ma ha smentito assolutamente questa cosa”.

Dopo aver aperto sedi – oltre a quelle di Napoli – a Milano, Roma, New York e Genova, Gino Sorbillo nel settembre 2019 ha aperto una nuova filiale anche a Tokyo. Ma non per questo cederà il marchio: una delle eccellenze della pizza made in Italy rimarrà napoletana ancora per molto tempo.

“Amo questa città, ma a volte penso di lasciare Napoli”: Gino Sorbillo a TPI dopo la bomba contro il suo locale
Razzismo, Gino Sorbillo “nero” per solidarietà al giocatore del Napoli Koulibaly
La vera Carbonara? Pancetta, gruviera e aglio. Parola di Lorenzo Biagiarelli
Ti potrebbe interessare
Economia / I trasporti ai tempi dell’intelligenza artificiale
Economia / La classifica delle città più ricche d’Italia: Portofino in testa con un reddito medio oltre i 90mila euro
Economia / Patto di stabilità, Confagricoltura: “Serve accordo sui bilanci nazionali”
Ti potrebbe interessare
Economia / I trasporti ai tempi dell’intelligenza artificiale
Economia / La classifica delle città più ricche d’Italia: Portofino in testa con un reddito medio oltre i 90mila euro
Economia / Patto di stabilità, Confagricoltura: “Serve accordo sui bilanci nazionali”
Economia / Stazioni del territorio: il progetto del gruppo Fs per rigenerare i piccoli centri con nuovi servizi
Economia / La rivoluzione smart della logistica
Economia / L’AD del Gruppo Fs Luigi Ferraris: “Anno record in termini di capacità e sviluppo”
Ambiente / Luce per la casa: con la fine del mercato tutelato occhi puntati sulle offerte attente all’ambiente
Economia / Aree di servizio con colonnine per la ricarica elettrica: Ip e Macquarie danno vita alla joint venture IPlanet
Economia / La Starlink di Elon Musk contro Tim: “Ostacola lo sviluppo dei nostri servizi satellitari per Internet veloce”
Economia / Stop allo smart working semplificato, si torna alle regole pre-Covid. Cosa cambia