Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:32
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Discutiamo!

Come la pensate: le risposte all’appello di Urbinati, Bonaga e Ignazi sul futuro della sinistra. L’intervento di Antonio Mumolo

Immagine di copertina

Pubblichiamo di seguito l’intervento di Antonio Mumolo, consigliere regionale del Pd in Emilia-Romagna e presidente dell’Associazione Avvocati di Strada, in merito all’appello sul futuro della sinistra “La forza della Ragione e il coraggio della politica” [Leggi qui], lanciato da Nadia Urbinati, Stefano Bonaga e Pietro Ignazi. Per lasciare la tua firma, aderire all’iniziativa e condividere il tuo pensiero scrivi a discutiamo@tpi.it

S&D
Discutiamo: il futuro della sinistra | Leggi tutti gli interventi

L’intervento di Antonio Mumolo
Il PD è in crisi ma si ricrederà chi ha incominciato a recitare il de profundis. Le dimissioni di Zingaretti sono state traumatiche, anche perché hanno costretto dirigenti, militanti ed elettori a guardare da vicino il baratro dentro il quale si stava scivolando, la malattia grave e quasi irreversibile che non si voleva riconoscere. Quelle dimissioni sono state un freno, ed una cura.

Davanti al rischio di perdere il PD, decine di migliaia di persone nei territori hanno fatto sentire la loro voce; militanti, segretari amministratori e dirigenti si sono stretti intorno al partito che è comunque l’unico partito di massa di sinistra in Italia. E gli ideali di sinistra esistono ancora, camminano sulle gambe di donne e di uomini che pensano che la politica debba occuparsi dei deboli, di quelli che hanno meno, dei meno garantiti, e occuparsi di cultura, di sviluppo sostenibile e ambiente, e occuparsi della felicità di tutte e tutti.

Quegli ideali resistono anche in una Italia devastata dal Covid, dove si aggirano gli spettri della paura e della povertà, dove migliaia di persone perdono lavoro e futuro e dove aumentano le disuguaglianze. Servirebbero risposte radicali, tutela dei diritti dei deboli, provvedimenti di contrasto alle disuguaglianze, ma le proposte della sinistra in questi anni hanno subito troppe frenate.

Un tempo nell’antica Roma solo il padrone poteva liberare lo schiavo. Poi la schiavitù dalle persone è stata abolita, ma è nata quella dall’algoritmo. Oggi lo schiavo viene liberato dall’algoritmo non dalla politica ma dalla magistratura. E’ sempre la magistratura che ha dissequestrato i migranti, bloccati in mare da un ordine insensato. Contro i decreti “sicurezza” è dovuta intervenire prima la magistratura ordinaria e poi la Corte Costituzionale.

La politica è arrivata molto dopo. E’ difficile stare al Governo per senso di responsabilità, ma questo non può essere un alibi per snaturare se stessi. Biden appena eletto ha cancellato buona parte dei provvedimenti di Trump Da noi è più complicato, ma nelle ultime legislature sono mancati anche i segnali o la volontà dichiarata. Per esempio, ricordo che per due legislature è stata presentata in parlamento una proposta di legge di un solo articolo che, se approvata, avrebbe consentito all’esercito di persone senza tetto in Italia, circa 50.000, di avere un medico di base, che oggi non hanno.

Legge mai approvata tanto che oggi, causa Covid, ci stanno pensando le regioni a dare assistenza sanitaria a queste persone. Abbiamo dato l’impressione, tra le nostre proposte ed il governo, di voler scegliere sempre il potere. E il potere, direbbe Saviano, è un bacio feroce, che si prende tutto. È fisiologico che in un partito ci siano aree di pensiero o correnti; è però patologico che quelle aree non servano a confrontare proposte ma a selezionare fedelissimi seguaci.

Si rischia poi che anche le candidature diventino un affare di correnti. Dovremmo candidare persone che nella loro vita si sono impegnate e rappresentano mondi, persone che fanno qualcosa per gli altri e sono stimate dal nostro elettorato. E ne avremmo tantissime. La sinistra è ricca di persone da valorizzare. Esponenti del volontariato, del terzo settore, professionisti, imprenditori, sindacalisti.

Abbiamo politici che si sono distinti per le loro battaglie di civiltà, di libertà, di contrasto alle disuguaglianze, di lotta alle mafie. Persone che però spesso restano ai margini o sono volutamente escluse perché non vogliono inchinarsi o non sono fedeli al capo di turno. È la degenerazione delle correnti, con capi e gerarchia militare. Così si garantisce la carriera di pochi insieme al disincanto di molti.

Una volta il Presidente Sandro Pertini durante un’iniziativa con dei ragazzi disse che ai giovani non servono sermoni, servono esempi. Oggi quegli esempi servono a tutti, non solo ai giovani. Dopo che le persone si sono allontanate a centinaia di migliaia da un partito che sembrava destinato a governare per dovere, ma senza anima, oggi i disillusi vogliono ascoltare proposte concrete e vogliono vedere persone credibili che si impegnano a realizzarle. Il PD aveva bisogno di cure, e non si guarisce con parole vuote.

Aveva bisogno di una sferzata per tornare ad essere la speranza di migliaia di donne e uomini che si battono ogni giorno per costruire un mondo migliore. La sferzata è arrivata, ci siamo fermati davanti al baratro. Letta oggi ha proposto una visione che può dare speranza. Ci chiede di costruire un nuovo PD. E allora proviamoci, ad essere “progressisti nei valori, riformisti nel metodo e radicali nei comportamenti”.

Basterebbero davvero poche proposte concrete, realizzabili in tempi brevi, per indicare un orizzonte diverso, per riportare le persone alla politica. Ognuno di noi però deve fare la sua parte ed io provo a fare la mia. Vorrei che il PD si impegnasse da subito a far approvare tre leggi: – una che consenta di dare un medico di base alle persone senza dimora; – una che disciplini lo ius soli e lo ius culturae, partendo dalle tre proposte di legge presenti in parlamento; – una sulla parità salariale di genere.

E vorrei che tornassimo alla Politica, che non ha bisogno di aggettivi. La Politica che serve a trasformare speranze condivise in sogni realizzati. Altrimenti non serve. Per amministrare è sufficiente un discreto amministratore. Il Pd è morto, viva il PD. Antonio Mumolo Consigliere Regionale PD e Presidente dell’associazione Avvocato di strada.

Antonio Mumolo Consigliere Regionale PD e Presidente dell’associazione Avvocati di strada

 

Ti potrebbe interessare
Discutiamo! / La sinistra deve guidare la battaglia per ridare dignità al mondo del lavoro in Europa (di H. Bierbaum)
Discutiamo! / Cittadini, il futuro non è un destino ineluttabile. Ribelliamoci e scriviamolo (di S. Bonaga)
Discutiamo! / Sinistra, sveglia! Nell’esaltazione delle competenze vincono gli interessi dei più forti (di N. Fratoianni)
Ti potrebbe interessare
Discutiamo! / La sinistra deve guidare la battaglia per ridare dignità al mondo del lavoro in Europa (di H. Bierbaum)
Discutiamo! / Cittadini, il futuro non è un destino ineluttabile. Ribelliamoci e scriviamolo (di S. Bonaga)
Discutiamo! / Sinistra, sveglia! Nell’esaltazione delle competenze vincono gli interessi dei più forti (di N. Fratoianni)
Discutiamo! / Per sconfiggere il populismo bisogna ripartire dalla cittadinanza attiva (di S. Bonaga)
Discutiamo! / Pd, Letta ha il cacciavite per assemblare, ma non l’anima per sentire (di M. Revelli)
Discutiamo! / Come la pensate: l'intervento di Domenico Epaminonda
Discutiamo! / Pd, una musica leggerissima senza voglia di niente. Letta torni allo spirito di Piazza Grande (di M. Smeriglio)
Discutiamo! / C’è un popolo che attende di essere rappresentato: basta con le alchimie di Palazzo (di L. Zacchetti)
Discutiamo! / Caro PD, guarda al futuro e non restare ancorato ai fantasmi del passato (di S. Mentana)
Discutiamo! / Letta, cominciamo a parlare la lingua dei lavoratori: diritti e salari dignitosi (di N. Urbinati)