L’incubo di Raoul Bova: 40 messaggi in due giorni per non pubblicare le chat con Martina Ceretti
Tra l'11 e il 12 luglio l'attore è stato inondato di messaggi per evitare, dietro pagamento, la pubblicazione dei suoi scambi con la modella
Quaranta messaggi in due giorni: così Raoul Bova è stato perseguitato per convincerlo a pagare ed evitare, così, la pubblicazione delle sue chat con Martina Ceretti, sua presunta amante. Lo rivela La Repubblica che ricostruisce la vicenda della tentata estorsione ai danni dell’attore. “È un reato quello che stai facendo. Io non cedo” risponde l’interprete al misterioso interlocutore anonimo, che utilizza un numero spagnolo. Il materiale, poi, come è noto finisce nella mani di Fabrizio Corona, che lo rende noto nel corso del suo programma web, Falsissimo. Al momento nessuno è indagato, ma la polizia postale ha sequestrato i cellulari di Federico Monzino, pr milanese amico di Martina Ceretti, della stessa modella e di Fabrizio Corona.
Le indagini si stanno concentrando proprio sull’influencer per capire se abbia avuto un ruolo nella tentata estorsione. “Non ho mai avuto a che fare con queste persone e mi dissocio da tutto ciò. Mi ha descritto come una ragazza che non sono, è facile giudicare dalla copertina” ha dichiarato la modella che poi ha aggiunto di aver condiviso con Monzino i file audio “in buona fede e senza secondi fini”. Il pr, invece, sostiene di aver passato il materiale a Fabrizio Corona per aiutare l’amica a “diventare famosa“. L’ex paparazzo, anche lui ascoltato come persone informata sui fatti, ha spiegato che i file gli “sono stati consegnati volontariamente da Federico Monzino e Martina Ceretti, inviati direttamente sul mio cellulare dal loro computer. Non c’è stata alcuna acquisizione fraudolenta del materiale che, a suo dire, serviva “a far diventare famosa Martina, solo che poi hanno contattato Bova per chiedergli soldi in cambio della mancata pubblicazione, all’interno di Falsissimo. Il tutto avvenuto totalmente a nostra insaputa”.