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Novara, la protesta dei No Green Pass vestiti come i prigionieri dei lager nazisti

Immagine di copertina

Novara, la protesta dei No Green Pass vestiti come i prigionieri dei lager nazisti

Nella serata di ieri a Novara è andata in scena una manifestazione dei “No green pass”. Al corteo hanno preso parte alcuni manifestanti vestiti da prigionieri dei campi di concentramento, paragonando le restrizioni anti Covid alla dittatura nazista. Hanno sfilato indossando delle pettorine a strisce verticali bianco e grigio, qualcuna aveva anche un numero appiccicato. Come le divise fatte di stracci dei prigionieri di Auschwitz. E per rendere ancora meglio l’idea hanno marciato, due a due, aggrappati a una corda inframezzata di nodi, un modo per ricordare il filo spinato che circondava i lager.

S&D

La reazione della Comunità ebraica

La macabra rappresentazione ha suscitato la dura reazione della Comunità ebraica. La presidente della Comunità ebraica di Novara e Vercelli, Rossella Bottini Treves, ha detto a La Stampa che “è già successo in altre città italiane ma queste persone non sanno cosa è stata la Shoah. È pazzesco che si manifesti in questo modo. La storia bisogna conoscerla e fatti del genere mi lasciano senza parole. Lo sforzo della nostra Comunità va soprattutto nella direzione della conoscenza, del sapere. Ovviamente del sapere rivolto a tutti, non solo alle nuove generazione di ebrei”.

“Non si può accostare una tematica come quella sul Green Pass a quella del filo spinato dei campi di concentramento e della Shoah. A chi ha sfilato a Novara farei delle domande. Mi piacerebbe molto capire. Ecco, allora poi aggiungerei altre considerazioni. Perché nella vita non si può sempre mettersi in cattedra. E questo vale per tutti. Prima di condannare bisogna capire, di sicuro non odiare. Però su un punto bisogna essere inflessibili: la storia, e quella delle persone, va rispettata”.

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