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Omicidio Lecce, il piano meticoloso di Antonio De Marco: “15 minuti di tortura, 30 di pulizia” 

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Omicidio Lecce, il piano di Antonio De Marco: “15 minuti di tortura, 30 di pulizia”

Emergono nuovi dettagli sul delitto di Lecce commesso lo scorso 21 settembre da Antonio De Marco, il 21enne reo confesso dell’uccisione del giovane arbitro Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta. Il giovane studente aveva elaborato un piano meticoloso e scandito al minuto: su uno dei cinque bigliettini scritti da De Marco (persi dall’assassino dopo il massacro) si legge che il momento dell’uccisione doveva essere preceduto da “10/15 minuti di tortura” nei confronti della giovane coppia e seguito da “30 minuti di pulizia” con la soda che si era portato con sé e da “15 minuti di controllo generale“. Infine, il presunto omicida aveva previsto che ci sarebbe stato spazio (e tempo) persino per una scritta sul muro. Tuttavia, il piano studiato da De Marco non ha funzionato.

Tra i bigliettini scritti a mano e ripiegati da De Marco, di cui uno macchiato di sangue, si descriveva con “inquietante meticolosità” il “cronoprogramma dei lavori” (“Pulizia… acqua bollente… candeggina… soda… ecc”). Ma c’era anche la “mappa con il percorso da seguire per evitare le telecamere”. I foglietti sono stati ritrovati nel piazzale davanti al condominio insieme a una fascetta serracavo, uguale alle altre due fascette ritrovate vicino a un mobile e sulla soglia d’ingresso dell’abitazione di De Santis e Manta, e una perizia grafologica ha evidenziato “ambiti di compatibilità accentuati” tra la scrittura dei bigliettini e le firme di De Marco sui documenti per la patente di guida e la carta d’identità.

Leggi anche: LA RICOSTRUZIONE: I bigliettini, la mascherina, la foto Whatsapp: i passi falsi di Antonio De Marco, il presunto killer di Lecce //LA CONFESSIONE Omicidio Lecce, la confessione di Antonio De Marco: “Sì, sono stato io. Erano troppo felici” // IL PROFILO Chi è Antonio De Marco, il 21enne di Lecce che ha ucciso Eleonora Manta e Daniele De Santis// IL COMMENTO: Demonizziamo l’assassino di Lecce senza renderci conto che l’invidia è diventata il motore di quest’epoca (di Giulio Cavalli) 
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