Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:10
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Il fratello dell’uomo che ha ucciso lo chef Manuel Costa: “Voleva solo lavorare, siamo gente perbene”

Immagine di copertina

Parla il fratello dell’uomo che ha ucciso lo chef Manuel Costa a Roma

“Siamo gente perbene, non siamo camorristi”: lo dichiara Gennaro Giaccio, fratello di Fabio, il 43enne che lo scorso 10 marzo ha ucciso con un colpo d’arma da fuoco lo chef Manuel Costa a pochi metri dal suo ristorante a Roma.

Intervistato da La Repubblica, l’uomo ha dichiarato: “Mio fratello è un bravo ragazzo che voleva solo lavorare. Non era un tipo violento. Aveva investito parecchi soldi, ma l’altro non gli voleva riconoscere niente”.

“Noi siamo gente perbene, non siamo camorristi. Non ci siamo mai trovati in situazioni del genere. Non ci appartengono queste cose. Ma quello che ha fatto Fabio non sta né in cielo né in terra” ha aggiunto l’uomo.

Gennaro Giaccio non riesce a darsi una spiegazione di quanto accaduto: “Avevano avuto problemi per i soldi, questo sì. Saranno le indagini a fare chiarezza su tutto”.

Il killer aveva conosciuto il cuoco per caso: “Mio fratello per un periodo portava le mozzarelle da Caserta a Roma”.

Poi aveva provato a gestire un locale insieme a Costa, il Metropolis, con il 43enne che avrebbe dato alla vittima una cifra tra i 20 e i 30mila: “So che aveva fatto un bell’investimento e non riusciva ad andare avanti. Penso che abbia dato una cauzione”.

Secondo Gennaro Giaccio il fratello aveva intenzione di fare un ulteriore investimento senza però trovare un accordo con Manuel Costa: “Lo chef aveva cambiato versione due o tre volte. Una volta diceva proviamo e riapriamo. Un’altra volta: ‘No lo devo vendere’. Dovevano fare un contratto, forse avevano una scrittura privata. Questa storia non mi è mai sembrata chiara, devo dire la verità”.

“Non andavano d’accordo sulla pubblicità: uno la voleva fare, l’altro no” ha aggiunto il fratello del killer, che nel frattempo, rispondendo alle domande del pm Mario Palazzi, avrebbe ricostruito i dissidi economici sulla gestione del locale.

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Verona, torna l’allarme Citrobacter: tre neonati positivi al batterio killer
Cronaca / Chi erano i 5 operai morti intossicati nelle fogne di Casteldaccia
Cronaca / Perché i giornalisti Rai sono in sciopero: il motivo, cosa è successo
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Verona, torna l’allarme Citrobacter: tre neonati positivi al batterio killer
Cronaca / Chi erano i 5 operai morti intossicati nelle fogne di Casteldaccia
Cronaca / Perché i giornalisti Rai sono in sciopero: il motivo, cosa è successo
Cronaca / Reggio Calabria, lite in classe finisce a coltellate: un ricoverato
Cronaca / Meteo: un weekend con bel tempo e clima primaverile
Cronaca / Incidenti sul lavoro, l’accorato appello di un operaio: “Non chiamatele morti bianche”
Cronaca / Aggredito a bastonate durante una lite: muore 18enne
Cronaca / Concerto primo maggio 2024, strade chiuse e linee bus deviate: tutte le info
Cronaca / Concerto primo maggio 2024, la location: il Concertone si sposta al Circo Massimo
Cronaca / Papa Francesco contro le fabbriche di armi: “Terribile guadagnare con la morte”