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Fratelli d’Italia voterà sì allo scioglimento di Forza nuova, ma anche di “tutte le formazioni eversive”

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Fratelli d’Italia voterà sì allo scioglimento di Forza nuova, ma anche di “tutte le formazioni eversive”

Fratelli d’Italia si è detta favorevole allo scioglimento Forza nuova ma anche di “tutte le formazioni eversive”. Lo ha dichiarato Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia, dopo l’assalto di sabato scorso alla sede nazionale della Cgil da parte di neofascisti e no green pass.

Durante un intervento a Radio24, il deputato e vicepresidente della Camera aveva inizialmente annunciato che Fratelli d’Italia voterà a favore della mozione per lo scioglimento del partito di estrema destra guidato da Roberto Fiore, promossa dal Partito democratico dopo i fatti di sabato.“Abbiamo già detto che la voteremo”, ha detto Rampelli.

Successivamente, Rampelli ha specificato che FdI voterà un’altra mozione presentata dal centrodestra che, oltre a Forza nuova, chiederà di sciogliere “tutte” le formazioni eversive. “C’è una mozione del centrodestra alla quale stiamo lavorando, e che sosterremo, che prevede lo scioglimento di tutte le formazioni eversive che usano violenza, comunque siano collocate politicamente”.

L’ex esponente del Movimento sociale italiano ha anche preso le distanze da Forza nuova, smentendo che il partito protagonista degli scontri di sabato abbia la propria sede in uno stabile riconducibile a un ente controllato da FdI.

“La sede di Roma è di Fondazione Alleanza Nazionale e dopo mesi e mesi di occupazione e tentativi di sgombero quelli di Forza Nuova sono stati buttati fuori”, ha detto. “Non abbiamo mai avuto niente a che fare con loro”, ha aggiunto Rampelli sostenendo che sarebbe comunque preferibile un intervento della magistratura a quello del parlamento.

“C’è una mozione, noi siamo favorevoli, ma penso che la magistratura abbia tutti gli strumenti per stabilire se una formazione dovrebbe essere sciolta o no”, ha detto a Radio 24. “Non è compito del Parlamento ma della magistratura”, ha aggiunto Rampelli.

Ieri il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Francesco Lollobrigida aveva invece sostenuto che spetterebbe al governo prendere misure, piuttosto che al parlamento. “Il governo può sciogliere le organizzazioni eversive. Perché il Pd che negli ultimi 10 anni ha governato non lo ha ancora fatto? Il governo se deve agire lo faccia”, aveva detto Lollobrigida.

Le violenze di sabato hanno scatenato polemiche feroci tra i partiti che sostengono la maggioranza. Ieri Silvio Berlusconi ha chiesto agli alleati di adottare una posizione unitaria, dopo l’iniziale opposizione di diversi esponenti del centrodestra alla mozione depositata in Senato e alla Camera dal Partito democratico, che chiede al governo di “dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista”.  “Ho avuto un colloquio telefonico con Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Al centro la condanna per le violenze perpetrate a Roma come a Milano, di ogni colore, a danno del sindacato e delle forze dell’ordine e la necessità di una posizione – unitaria – del centrodestra”, ha detto su Twitter Berlusconi.

I partiti del centrodestra nelle scorse ore hanno anche condannato le parole del vicesegretario del Partito democratico Giuseppe Provenzano, che aveva accusato Giorgia Meloni di perpetuare “l’ambiguità” che la pone “fuori dall’arco repubblicano”. Meloni ha risposto duramente alle parole dell’ex ministro per il Sud del governo Conte, accusando il Pd di voler “fare fuori Fratelli d’Italia”. Domenica la presidente di Fratelli d’Italia a margine dell’incontro nazionale del partito di estrema destra spagnolo Vox, aveva detto di non conoscere “la matrice” dell’assalto alla Cgil.

In Italia finora sono stati sciolti tre i movimenti politici sciolti applicando la legge Scelba del 1952, che attuava la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana, la quale vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Si tratta di Ordine nuovo nel 1973, Avanguardia nazionale nel 1976 e Fronte nazionale, nel 2000.

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